Perdonatemi, ma anche questa volta il titolo del post è ingannevole e John Carpenter non ha niente a che fare con quello di cui parlerò (benché Essi vivono abbia invece moltissimo a che fare con la situazione attuale del nostro paese). Ladies and gentlemen, oggi si parla di digestione e dei problemi ad essa legati! Gioite, please.
La mia mitica nonna - che ha 94 anni e una salute inossidabile - è una virtuosa dei disturbi di stomaco che conosce, e ha sperimenteto, in ogni possibile variante. Acidità, pesantezza, crampi, spasmi, gonfiore, dolore... se proprio non riesce a incasellare il disturbo fra quelli conosciuti, sostiene di avere una pena di stomaco i cui sintomi, nonostante indagini accurate (non mediche, investigative. Per capirci, le ho fatto più domande di quante gliene avrebbe fatte Miss Marple), rimangono ancora un mistero.
La nonna sfugge a ogni regola, perché le dànno fastidio le cose più impensate. Che so, il merluzzetto bollito per lei è come l'anticristo mentre non ha nessun problema con le fritture, di cui è ghiottissima. A prescindere dalle simpatiche peculiarità di mia nonna, c'è però un ortaggio che, credo, sia indigeribile per i più: il peperone.
Se, come dice un mio amico, la birra nel corpo umano è solo di passaggio, i peperoni sono destinati a rimanervi molto, molto a lungo. Insomma, essi vivono in noi e ci tengono compagnia per una buona giornata (anche se il mio record personale l'ho registrato al Cairo e i peperoni non c'entravano niente. Si trattava di una polpettina speziatissima - vai a capire cosa contenesse - mangiata al Khan el Khalili e digerita quindici giorni dopo ad Assuan). Se siete disposti a tollerare questo piacevole effetto collaterale, complimenti! Siete nel posto giusto e qui c'è la ricetta che fa per voi.
PEPERONI RIPIENI DI PASTA
Per 4 persone
4 peperoni (meglio se tondi)
200 g di pasta corta
1 barattolo di filetti di pomodoro
100 g olive nere snocciolate
1 pugno di capperi sotto sale
2 spicchi d'aglio
100 g di scamorza bianca
basilico, pepe, olio EVO
Questo è il tipico piatto poca spesa, molta resa perché si prepara in dieci minuti ma è molto scenografico e fa la sua figura. Ok, partiamo. In un tegame capiente, mettete a rosolare l'aglio in 4 cucchiai d'olio. Aggiungete le olive e i capperi (io non li sciacquo e poi non aggiungo altro sale, ma - come sempre - voi fate come meglio credete) e, dopo qualche attimo, i filetti di pomodoro e il basilico. Lasciate cuocere a fuoco dolce (considerate che la salsa si deve insaporire ma non tirare troppo) e nel frattempo lavate e pulite i peperoni in questo modo: effettuate un taglio circolare intorno al picciolo, toglietelo, asportate la parte bianca spugnosa quindi svuotate i peperoni dei semi e delle nervature bianche (aiutatevi con uno scavino) facendo attenzione a non romperli. A questo punto la salsa dovrebbe essere pronta. Spegnete il fuoco e rovesciate nel tegame la pasta corta (CRUDA) mescolando bene per condirla uniformemente. Riempite i peperoni fino alla metà con la pasta, inserite quindi qualche dadino di scamorza, e aggiungete tanta pasta quanta ne serve per arrivare al bordo. Coprite ogni peperone con il proprio picciolo (qui a Napoli diremmo turzillo), sistemateli in una teglia, irrorateli con un filo d'olio e infornateli a 160° (in forno FREDDO) per un'oretta. Sfornate, lasciate riposare per una decina di minuti e poi godeteveli, cercando di non pensare a quello che succederà dopo.
Dopotutto, domani è un altro giorno.