tag:blogger.com,1999:blog-26332947106523679612024-03-06T01:38:52.487+01:00La gastronomica volante StanislavskijBenedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.comBlogger78125tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-61440234326109458442018-07-09T16:36:00.000+02:002018-07-09T17:22:41.459+02:00je chante <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-pYYoSVh5Hb44YJ4au8UvgmXZ08hMQTgGndNRGaZWRppb6fDY1dlaHT1fIcnFQfO1rZKFhxGLFAGCmJkCKd-mhvH9BH4K8zko_ik8h9z4V0gM_sXWQiae6ICfrxvZCcTKTFRnCkT71tcD/s1600/Insalata+tiepida+di+cavolo+rosso+%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1241" data-original-width="1242" height="398" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-pYYoSVh5Hb44YJ4au8UvgmXZ08hMQTgGndNRGaZWRppb6fDY1dlaHT1fIcnFQfO1rZKFhxGLFAGCmJkCKd-mhvH9BH4K8zko_ik8h9z4V0gM_sXWQiae6ICfrxvZCcTKTFRnCkT71tcD/s400/Insalata+tiepida+di+cavolo+rosso+%25281%2529.JPG" width="400" /></a></div>
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La mitologia familiare vuole che a far nascere in me la passione per il canto sia stata Raffaella Carrà. Lei intonava Macchemu' macchemu' e io, dall'alto dei miei venti mesi di vita, a quanto pare le rubavo la scena. Impossibile fermare una che ha avuto un imprinting del genere, e così io ho continuato a cantare - oserei dire ininterrottamente - per una buona trentina di anni.</div>
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Cantavo in bagno la mattina, e poi in auto mentre mi accompagnavano a scuola, e poi a scuola, durante la ricreazione ma spesso anche in classe, quando intonavo un motivetto senza neanche accorgermene. E cantavo il pomeriggio, infilando nel mangiadischi i 45 giri delle Fiabe sonore e infilandoli ancora ogni volta che lui li sputava fuori. Cantavo nella vasca da bagno, durante le cene in cucina con mio fratello. Cantavo di notte, per farmi compagnia quando mi svegliava un brutto sogno e facevo fatica a riaddormentarmi.</div>
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Cantavo le arie delle opere liriche con mia nonna, le canzonette (quelle d'amore, quelle allegrette) degli anni '30 e '40 con mio nonno, Ornella Vanoni e Mina con mamma, tutto il repertorio francese con zia Ia, i classici della canzone napoletana con tutti loro, a dimostrazione che pure se non ci fosse stata la Carrà il mio destino era comunque segnato dal dna.</div>
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Poi ho scoperto la collezione di 33 giri di papà, che cantava poco (il dna canterino era quello materno) ma ascoltava parecchio. Allora è stata la volta di De André, Dalla, i brasiliani, Burt Bacharach, i Beatles. E il jazz, che è entrato nella mia vita quando avevo sedici anni e non ne è uscito mai più.</div>
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Non ricordo neanche come, mi procurai una copia di The real vocal book e giù a cantare standard nel corridoio di casa di mamma per pomeriggi interi. Instancabilmente, continuamente.</div>
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Ma piano piano ho smesso. Il perché non so. O forse sì. Se ascolti musica e c'è qualcuno che ti spegne lo stereo, se canti e qualcuno ti chiede di stare zitta, prima o poi ti passa la voglia di farlo. E a me è successo proprio così. Lentamente ho dimenticato il piacere immenso che mi dava cantare, quel bisogno quasi fisico di intonare una canzone ogni volta che un luogo mi rimandava la mia voce amplificata da un'acustica perfetta. Che cosa triste, a ripensarci adesso.</div>
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Così quando la mia amica di mille cantate, quella con cui ho intonato di tutto, dalle canzoni dei film di Disney a La gatta cenerentola passando da De Gregori e Joni Mitchell, mi ha proposto di iscrivermi con lei a un corso di coro d'insieme, ho detto subito sì. E di colpo il mercoledì è diventato il giorno più atteso della settimana.</div>
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Perché cantare è bello, ma cantare insieme agli altri ti insegna come stare al mondo. Capisci che il tuo canto non ha senso se non si armonizza con quello altrui, che l'effetto della tua voce sommata alle altre dà vita a un tutto che è sicuramente maggiore delle parti che lo compongono. Cantare in coro ti insegna l'umiltà, l'ascolto e la grazia. Tre cose che mi hanno migliorato la vita anche quando me ne sono stata zitta.</div>
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E insomma, sabato scorso noi coreuti abbiamo fatto il saggio di fine anno. E insieme alla gioia del cantare tutti insieme c'era la tristezza del separarci fino a settembre. Ho pensato che noi, tutti belli attempatelli, in quel momento non eravamo diversi dai ragazzini che avevano suonato prima di noi, che lo struggimento della separazione era lo stesso. E sono stata felice.</div>
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Perciò questa ricetta è per tutti loro, perché l'ho cucinata per la festa di fine anno e ne sono stati entusiasti al punto da continuare a chiedermela anche il giorno dopo e quello dopo ancora. E proprio come le nostre voci, è fatta di ingredienti che mai metteresti insieme, eppure il risultato è talmente buono e confortante da non poterne più fare a meno.</div>
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Insalata tiepida di cavolo rosso e feta</div>
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dosi per 4 affamati o per 8 persone perbene</div>
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1 cavolo rosso da 1 kg</div>
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2 cipolle rosse</div>
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200 g di feta</div>
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70 g di uva passa</div>
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50 g di semi di girasole</div>
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75 ml di aceto balsamico</div>
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2 cucchiaini di zucchero di canna</div>
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3 rametti di rosmarino</div>
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sale qb</div>
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olio evo qb</div>
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Mi sono imbattuta in questa ricetta tanti anni fa, esattamente <a href="http://www.onegirlinthekitchen.com/2010/01/insalata-tiepida-di-cavolo-rosso_03.html">qui</a>. Allora mi piacque l'idea che fosse inclusa nel ricettario di un monastero buddista, e pensai che fosse una di quelle pietanze magiche che hanno il potere di riconciliarti con il mondo. Non mi sbagliavo e, nel tempo, l'ho preparata tante di quelle volte da non aver più bisogno di leggere la lista degli ingredienti o pesare nulla. La so fare a occhio, come accade alle ricette del cuore.</div>
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Per prepararla bisogna cominciare dalla fine, ovvero dai semi che cospargerete sull'insalata quando sarà ormai pronta, come fareste con il parmigiano su un bel piatto di pasta al sugo. Metteteli in un tegame capiente (sarà lo stesso nel quale poi cucinerete il cavolo) e fateli tostare per qualche minuto. Aggiungete un pizzico di sale, lo zucchero di canna e mescolate fin quando lo zucchero sarà sciolto e avrà avvolto i semi rendendoli lucenti. Spostate subito i semi in un piattino, distribuiteli in uno strato uniforme e lasciateli da parte. Intanto tritate le cipolle e fatele appassire in quattro cucchiai d'olio. Aggiungete la metà del rosmarino tritato finemente, l'uva passa e infine il cavolo tagliato prima in quarti, privato del torsolo e poi affettato in striscioline di circa mezzo centimetro di spessore. Mescolate bene, aggiustate di sale e fate andare per cinque minuti. A questo punto aggiungete l'aceto balsamico, coprite il tegame per metà con un coperchio e fate cuocere fin quando il liquido si sarà asciugato e il cavolo sarà diventato tenero (nel caso aggiungete un po' d'acqua).</div>
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Quando il cavolo si sarà intiepidito, unite la feta sbriciolata e mescolate bene. Servite con le foglioline del rosmarino avanzato e i semi di girasole caramellati (non temete, anche se vi sembreranno un monoblocco riuscirete a spezzettarli facilmente con le mani).</div>
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Come sempre, fatemi sapere.</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-5542379697259718592017-06-21T21:09:00.000+02:002017-06-21T23:04:45.163+02:00Un nuovo inizio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Me ne sono accorta solo adesso, incredibile. </div>
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Sto scrivendo la puntata di Un Posto Al Sole che andrà in onda il 2 novembre e sono immersa nel mio amato clima autunnale. Il Caffè Vulcano è addobbato con zucche e ragnatele, qualcuno è partito per il ponte, qualcun altro si lamenta per il freddo. </div>
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Insomma, a un certo punto, in preda al disorientamento totale, mi sono trovata a chiedermi che giorno fosse oggi nel mondo reale (secondo me è stata l'ansia da nocillo) e così ho scoperto che è il 21 giugno.</div>
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Ora so bene che se la cosa è sfuggita di mente a me figuriamoci a voi, ma si dà il caso che proprio il 21 giugno di sei anni fa io ebbi l'idea malsana di aprire questo blog. Da allora sono successe tantissime cose e la creatura, nonostante io l'abbia trascurata per anni, continua a essere parte integrante della mia identità. </div>
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Io sono la Gastronomica, la mia magione è Casa Gastronomica, la mia cucina è il regno della Gastronomica. O almeno così è stato fino a qualche settimana fa, perché adesso questa non è più la residenza di una food blogger, adesso in questa casa i blogger sono due.</div>
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L'avete capito, il consorte - da sempre contrario al mondo social - alla fine ha capitolato e ha deciso di raccontare a un uditorio che auspichiamo sia vasto, i suoi esperimenti di mixologist. Nell'arco di un niente ha smesso di essere il consorte ed è diventato thethirsty.one (lo trovate su <a href="https://www.instagram.com/thethirsty.one/">instagram</a> e su <a href="https://www.facebook.com/thethirstyone-1843009899354639/?fref=ts">facebook</a>).</div>
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E quindi di colpo la mia cucina non è più la mia cucina, la mia credenza non è più il luogo in cui sono custodite le mie stoviglie, il mio frigorifero non è più di mia esclusiva pertinenza.</div>
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Adesso torno dal supermercato carica di cose da surgelare (frutta secca, cereali... io conservo in freezer qualsiasi cosa) e trovo tutto lo spazio occupato da 12 (DODICI!) vaschette del ghiaccio perché egli, l'assetato, sta facendo esperimenti con il ghiaccio ottenuto tramite acqua infusa con le spezie. Trovo una distesa di pomodorini che cuoce lentamente nel forno e immagino una cena a base di bruschette con pomodorini confit, ma invece lui mi spiega che li userà per preparare una sua variante del Bloody Mary. E ormai non c'è scaffale della libreria che, dietro una fila di volumi, non nasconda bicchieri, bicchierini, bicchieroni, boccali, coppe, coppette e flute.</div>
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Lo vedi assorto, lo sguardo perso nel vuoto, l'espressione sognante, schiocchi le dita per richiamarlo alla realtà e lui, scusandosi, ti dice che stava immaginando un cocktail da preparare nel fine settimana. Lo vedi tornare a casa con una grande scatola di cartone e - che ingenuità - pensi ti abbia portato un regalo, ma lui ti fa vedere piastrelle, pezzi di legno e di metallo che gli sembrano perfetti per allestire i set delle sue foto (che poi sono le mie, visto che la fotografa ufficiale sono io).</div>
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Lo confesso, è passata solo qualche settimana e già non ne posso più. Vorrei mandare a quel paese lui, i suoi props, i suoi set, quei suoi "Bene non puoi assaggiare, dobbiamo prima fare la foto!" ma poi faccio un passo indietro e mi rendo conto che tutte le assurdità che mi impone gli sono state imposte da me per sei lunghi anni. Che si è ritrovato barattoli di marmellata nell'armadio, assi di legno di recupero sotto al letto, vassoi, piatti, e bicchieri nel pouf del soggiorno (che ormai è inamovibile). Che ha assaggiato intrugli fatti con ingredienti improbabili, che la volta che ho preparato 500 muffin è stato costretto a nutrirsi solo di quelli per giorni e giorni, che si è rassegnato al fatto che i nostri vestiti, di ritorno da un viaggio, siano sempre un po' impiastricciati di tutto il cibo che ficco in valigia. E allora capisco che devo, anzi voglio, perdonargli tutto, perché se quest'avventura gli regalerà anche solo un po' della gioia che ha regalato a me, ne avrà in abbondanza per un bel po' di tempo.</div>
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Oggi il consorte ha inaugurato una nuova rubrica sulla sua pagina fb. Si chiama Stasera in tv e funziona in modo molto semplice: una volta a settimana sceglie un film o una serie in programmazione e ci abbina un cocktail. Stasera tocca a Midnight in Paris e al Daiquiri e quindi questa volta la ricetta del post non sarà mia ma sua. Spero che vi piaccia.</div>
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Ah, dimenticavo... buon compleanno a me e buon inizio a lui. </div>
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Ho idea che da oggi in poi ne vedrete delle belle.</div>
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Per 1 Daiquiri<br />
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6 cl di rum bianco<br />
3 cl di succo di lime fresco<br />
1 cucchiaio raso di sciroppo di zucchero<br />
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In uno shaker riempito per 3/4 di cubetti di ghiaccio, aggiungete uno dopo l'altro tutti gli ingredienti e agitate con decisione e accuratezza per dieci secondi, quindi filtrate in una coppetta da cocktail già raffreddata. Il cocktail può essere finito con uno spicchio di lime oppure strofinandone la buccia sui bordi e sull'esterno della coppetta per far sì che rilasci i suoi profumati oli essenziali.<br />
Enjoy<br />
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<br />Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-74019161383983875362017-04-21T07:00:00.000+02:002017-04-21T07:00:12.156+02:00Il magico potere della dieta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsZku3DRgGK_gaJQIEOui37FHk_nGboT5U1t4-h04kf5X25nAGOZnXd1s7oPdiupeUNxFujxFPClrvz58EzOtKptPwgvT7tNAiHMszOyMNoxLWqhilmXQSZKmuWuALfV85wfpafmhV7UFb/s1600/IMG_4366.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsZku3DRgGK_gaJQIEOui37FHk_nGboT5U1t4-h04kf5X25nAGOZnXd1s7oPdiupeUNxFujxFPClrvz58EzOtKptPwgvT7tNAiHMszOyMNoxLWqhilmXQSZKmuWuALfV85wfpafmhV7UFb/s400/IMG_4366.JPG" width="400" /></a></div>
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<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Sono un'accumulatrice seriale. Con l'idea che tutto possa prima o poi tornare utile, conservo qualsiasi cosa. Vecchie riviste, bottoni, scatoline di latta, barattoli. Non arrivo ai famosi spaghi troppo corti per essere usati di <a href="https://www.youtube.com/watch?v=kI-uieDLi90">Così parlò Bellavista</a>, ma poco ci manca. E così, anno dopo anno, il mio micro studio di quattro metri quadrati si è trasformato in una specie di bazar dove ogni millimetro utile è occupato da una polverosa mercanzia. </div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
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<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Non so più quante volte mi sono detta che c'era bisogno di una bella riordinata e non so quante volte ho rimandato: troppo noioso, troppo stancante, troppo avvilente, troppo impegnativo emotivamente. A furia di rimandare sono trascorsi quasi dieci anni.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Alla fine è stato lo studio a decidere per me, o meglio, lo ha fatto la mia scrivania. Di punto in bianco si è rifiutata di aprire i suoi tanti cassetti ed elargirne il prezioso (!) contenuto. Insomma, non ho avuto altra scelta che mettermi all'opera. Per due giorni ho visionato ritagli di giornale, vecchi quaderni, nastri stropicciati, videocassette, scatole, scatoline e scatolette, vecchi biglietti di auguri, tappi di champagne (ma quanto abbiamo brindato in questi anni? quanti eventi così memorabili da richiedere di serbare a imperitura memoria quel souvenir abbiamo vissuto? perché diamine non ho allegato a ognuno un bigliettino che mi aiutasse a ricordare?) e alla fine ho riempito tre sacchi condominiali della spazzatura.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Ora, vi prego di credermi, io non ho la sindrome delle Desperate Housewives, non sono una maniaca dell'ordine e Marie Kondo mi sta anche abbastanza sulle scatole, ma devo ammettere che questa impresa improba è stata per molti versi illuminante. Ma lo è stata in un modo del tutto inaspettato.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Più mettevo a posto e più pensavo che in fondo riordinare è come fare la dieta. Sei lì davanti allo specchio la mattina, quando ti vesti, e ti dici che dovresti proprio perdere quei cinque o sei chili (nel mio caso cinquanta o sessanta) ma subito dopo pensi che dovresti cucinare pasti separati per te e il resto della famiglia, che dovresti rinunciare agli inviti a cena fuori (che poi ormai si esce quasi solo per quello), che a breve ci sarà Natale/Pasqua/le vacanze estive o qualsiasi altro evento che renderà quasi impossibile seguire un regime alimentare, e ti fai prendere dall'avvilimento. Troppa fatica anche solo pensare di iniziare, meglio rimandare a un momento più propizio.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Senonché il momento più propizio - come accade tutte le volte che per fare qualcosa si attende il momento propizio - non arriva mai. Però arrivano i vestiti che non abbottonano più, il fiatone non appena si imbocca una salita, il caldo perenne, i problemi allo stomaco. Per farla breve succede che il tuo corpo si ribella proprio come si è ribellata la mia scrivania rifiutandosi di aprire i cassetti.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Allora non è più questione di scelta, allora sei costretta a fare la dieta. E all'inizio la fai controvoglia, pensando che i chili accumulati sono troppi, che non riuscirai a trovare la motivazione giusta, che non avrai la soddisfazione che ti aspetti. Ma poi pian piano accade il miracolo.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Accade che seguendo anche solo poche regole, ma precise e inderogabili, ti accorgi che molte delle tue abitudini erano per l'appunto solo abitudini, retaggi di una vita che ormai non ti appartiene più, e a quel punto te ne sbarazzi senza remore, proprio come io mi sono sbarazzata delle millemila piantine della metro di Londra tenute da parte per ricordo o perché "se poi dovessi tornare a Londra non avrei bisogno di prenderne una nuova" (lo so, sono una pervertita).</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Al tempo stesso, eliminando il superfluo, scopri un mucchio di cose che avevi dimenticato di avere, esattamente come io ho ritrovato i vecchi quaderni fitti di appunti di quando ho iniziato a lavorare e la prima stesura delle sceneggiature la scrivevo ancora a mano. </div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Io perdendo peso ho ritrovato l'amore per le lunghe passeggiate senza affanno, le scale fatte di corsa senza il dolore alle caviglie che mi costringeva a scendere uno scalino alla volta, il piacere di un vestito che è attillato perché così deve vestire e non perché non ci sto dentro.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
E allora mi sono sentita bene e vittoriosa perché se è vero che non conosco quello che si prova quando finalmente si termina una dieta, so bene quello che si prova quando si finisce di rimettere in ordine una stanza. La si guarda e non la si riconosce. O meglio, la si guarda ed è sempre lei ma è più bella, più serena, armoniosa e piena di promesse mantenute.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Ecco, io voglio essere esattamente così.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhunNfMjMtlBrjGm-89m47ZkkAaSA_avbfIfT-oywuR-WB0HbmOlnsXQZkqcYP_vlvd-extjaH73h_UIjIgOWvcc7A0NvazOfM9ENwUON6iM4yygduGT9C-7j8UYm6JD9MJwXS6V87KmMX/s1600/crocchette+di+cavolfiore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhunNfMjMtlBrjGm-89m47ZkkAaSA_avbfIfT-oywuR-WB0HbmOlnsXQZkqcYP_vlvd-extjaH73h_UIjIgOWvcc7A0NvazOfM9ENwUON6iM4yygduGT9C-7j8UYm6JD9MJwXS6V87KmMX/s400/crocchette+di+cavolfiore.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Crocchette di cavolfiore</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
dosi per una dozzina di crocchette</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Cavolfiore 750 g al netto degli scarti</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Uova 2</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Parmigiano grattugiato 60 g</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Prosciutto di Praga tritato 50 g</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Edam grattugiato 30 g</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Pangrattato 4 cucchiai</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Olio evo 2 cucchiai</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Sale e pepe</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Questa ricetta è molte cose tutte insieme. È una classica ricetta svuota frigo (come si evince dai 30 g di Edam), è una ricetta aguzza l'ingegno per chi segue una dieta, è una ricetta versatile (cambi salume, cambi formaggi, elimini salumi e formaggi), ma soprattutto è una ricetta tanto deliziosa quanto semplice da preparare. Talmente facile che per spiegarla bastano poche righe.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Lessate il cavolo (potete cuocerlo anche al vapore), mettetelo in una ciotola e schiacciatelo con una forchetta fino a ottenere una sorta di purea grossolana. Quando si sarà raffreddato mescolatelo con le uova, il prosciutto e i formaggi, quindi formate delle palline che poi schiaccerete leggermente e passerete nel pangrattato. Sistemate le crocchette su una teglia rivestita di carta forno, conditele con un filo d'olio e cuocetele in forno preriscaldato a 180° per una cinquantina di minuti.</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
Tutto qui? Sì, tutto qui.</div>
<br />Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-55415929580688636552017-01-28T17:57:00.000+01:002017-01-28T20:13:51.350+01:00Origini<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilq9bO-pfQk2IJ52HPmxZovsz97IJYE1nL0N182xJVEAOHuYKfnZaW1iGLsCxKAnRMBiC5jBF3IkpMU7SZt-8LAQ2OfXyHwsuBmW8LTbyRFrM3SJxiOkteb-yBorDgzojB4NUswao0lFcA/s1600/Salvatore+Fusco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilq9bO-pfQk2IJ52HPmxZovsz97IJYE1nL0N182xJVEAOHuYKfnZaW1iGLsCxKAnRMBiC5jBF3IkpMU7SZt-8LAQ2OfXyHwsuBmW8LTbyRFrM3SJxiOkteb-yBorDgzojB4NUswao0lFcA/s400/Salvatore+Fusco.jpg" width="293" /></a></div>
<br />
Se è vero che sono necessarie sette generazioni per fare una schizofrenica, sono certa che ne servano altrettante per fare una cuoca. Nel mio caso, ahimè, ci fermiamo alla quinta generazione e non c'è modo di barare perché nella mia famiglia si sa precisamente chi fu la prima ad allacciarsi un grembiale in vita e mettersi ai fornelli: la nonna Elena, la mia trisavola.<br />
<br />
La nonna Elena era la figlia di Salvatore Fusco - il gentiluomo con i favoriti che vedete nel ritratto - principe del foro che fu prima sindaco di Napoli e poi senatore della Repubblica. Abitava con la famiglia in via Filangieri, a Palazzo Fusco, per l'appunto, ed era una delle ragazze da marito più corteggiate di Napoli.<br />
<br />
La nonna Elena era una ragazza bella e simpatica, ma aveva un difetto che mandava il padre su tutte le furie: ai salotti della Napoli bene preferiva di gran lunga le cucine. A quell'epoca - badate, stiamo parlando degli anni intorno al 1880 - in cucina ci stavano cuoche e sguattere, non certo le signorine altolocate, ma la nonna Elena era testarda e mantenne le posizioni.<br />
<br />
La passione delle donne della mia famiglia per le cucinelle nasce da lì, dalla caparbietà della nonna Elena. Nella storia familiare rimangono leggendarie le sue gelatine di frutta, le sue palle di tagliolini, la galantina e il sartù di riso, che la nonna Elena imbottiva con la genovese.<br />
<br />
Lo stampo del sartù - insieme al mortaio di marmo e alla pesciera, che nella sua carriera di caccavella non vide mai pesce ma sempre e soltanto galantine - è stato tramandato di madre in figlia fino a giungere a me, accompagnato da relativa ricetta e dosi collaudate ad hoc, e io ve ne faccio omaggio perché, ve lo assicuro, questo sartù è un'opera d'arte e in quanto tale va condiviso.<br />
<br />
Rimboccatevi le maniche, ché l'impresa è impegnativa.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqDwSaMjB42rTO3bIiBDxDahQUdjQ1t4H5sh6aEcJ1n5QgGpd5D9YKzNWMeuA3oE0kfRGYtC_Hx7FwFLRn-2GDWgU5kq3Rfm_prEAglezy0cV9BSRgy1clM4qjr9f89nClU6x0tMKFAG0q/s1600/10405230_1139867106064234_8216655218918704521_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="392" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqDwSaMjB42rTO3bIiBDxDahQUdjQ1t4H5sh6aEcJ1n5QgGpd5D9YKzNWMeuA3oE0kfRGYtC_Hx7FwFLRn-2GDWgU5kq3Rfm_prEAglezy0cV9BSRgy1clM4qjr9f89nClU6x0tMKFAG0q/s400/10405230_1139867106064234_8216655218918704521_n.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: inherit;">Sartù di riso ripieno di genovese - dosi per 8 ingordi</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: inherit;">Per
la genovese</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">500
g di polpa di colardella</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">100
g di pancetta tesa</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">1
mazzetto per il soffritto (sedano e carota)</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">1,5
kg di cipolle bionde</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">100
ml olio</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">50
gr burro</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Sale,
pepe</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">1
bicchiere di Marsala secco</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br />
</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Per
le polpettine</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br />
</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La
carne della genovese</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">1
uovo</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">1
pugno di mollica di pane bagnata e strizzata</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">1
pugno di parmigiano</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Olio di arachidi</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br />
</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: inherit;">Per
il riso</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">750
g riso Arborio</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">4
uova intere</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">100
g burro</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">100
g parmigiano</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br />
</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Per
il ripieno</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">250
g fiordilatte tagliato a cubetti (compratelo il giorno prima e
tenetelo in frigo)</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">250
g pisellini lessati</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Per lo stampo</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">burro</span><br />
<span style="font-family: inherit;">pangrattato</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Il mio stampo, quello ereditato dalla nonna Elena, è uno stampo scanalato per budino di queste dimensioni: diametro inferiore 18 cm, diametro superiore 26 cm, altezza 8 cm.</div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Cominciamo
dalla genovese. </span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Munitevi di una candela, anzi di un paio, sistematele
accese sul piano da lavoro come fosse un altare, e procedete
tagliando le cipolle prima a metà e poi a fettine. Non sarà un
lavoro divertente, ma almeno non piangerete. Tritate poi il sedano
(quello bello verde del mazzetto), la carota e la pancetta. Sistemate
la carne sul fondo di una pentola capiente (meglio sarebbe una
pentola di coccio, ma non sottilizziamo), aggiungere, l’olio e il
burro (meglio sarebbe usare lo strutto, ma non sottilizziamo), la
pancetta, la cipolla, gli odori. Salate e fate cuocere a fiamma
allegrotta, fin quando le cipolle non si saranno ridotte a un quarto (devono diventare una crema, ci vorranno almeno un paio d’ore). </span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYrsGnKBRQHt6ZmOeZnsf4nzI6TlJv0YB0gWmPbKsuFWBXJX4t6AOoquDPFFfUQ8f0G19cZntsMcKnTj2Ek752HQnithY5AMbyk_UwxEPa-KWvWqrd0oaO6-bBZa-EP9OLh0w6d0OF5j0A/s1600/FullSizeRender.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYrsGnKBRQHt6ZmOeZnsf4nzI6TlJv0YB0gWmPbKsuFWBXJX4t6AOoquDPFFfUQ8f0G19cZntsMcKnTj2Ek752HQnithY5AMbyk_UwxEPa-KWvWqrd0oaO6-bBZa-EP9OLh0w6d0OF5j0A/s400/FullSizeRender.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3QszO50IC9ciEw_nkxId5QoibkF6PjRf0QVRNEwO4VlWudvG_chgk06OVapqrKkEYVIxhSq4L6zCtcH02WYQAfVJPC3y1Wu9ajn9uiJYFirh0Mdcjn94qXSQeHDW7nokTBmZHoX6_0tVr/s1600/IMG_2783.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3QszO50IC9ciEw_nkxId5QoibkF6PjRf0QVRNEwO4VlWudvG_chgk06OVapqrKkEYVIxhSq4L6zCtcH02WYQAfVJPC3y1Wu9ajn9uiJYFirh0Mdcjn94qXSQeHDW7nokTBmZHoX6_0tVr/s400/IMG_2783.JPG" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">A questo punto armatevi di
pazienza e cominciate a tirare il sugo aggiungendo a poco a poco il
Marsala e aspettando che sia evaporato prima di aggiungerne altro. La
genovese tenderà ad attaccarsi sul fondo, e il vostro compito sarà
“scozzicarla” con un cucchiaio di legno prima che si bruci.
Quando il Marsala sarà finito e le cipolle si saranno ridotte a una
crema di un marrone intenso, la genovese sarà pronta, anche se il
vostro lavoro non sarà ancora giunto a termine. Prendete un caro
vecchio passaverdure e passate la genovese. In questo caso è bene
sottilizzare e usare proprio un passaverdure, perché se è vero che
il minipimer renderebbe l’operazione semplice e rapida, è altrettanto vero che farebbe inglobare alla genovese molta aria, rovinandone il
colore e, secondo me, anche il sapore.</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil0KD8fZiGOuBMjmbbuo4iF6uAn5yYsPCwk-8ris-9fawUe5nGCJgt-kNESVM0u-c2DtU0aepI1jAAuHtbepuMPx2yVnlfJK-Hf9U5g2u5kc_LNx6Ycp2pxzcH0kR8KTfWFKKgZEL_1lQa/s1600/IMG_2786.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil0KD8fZiGOuBMjmbbuo4iF6uAn5yYsPCwk-8ris-9fawUe5nGCJgt-kNESVM0u-c2DtU0aepI1jAAuHtbepuMPx2yVnlfJK-Hf9U5g2u5kc_LNx6Ycp2pxzcH0kR8KTfWFKKgZEL_1lQa/s400/IMG_2786.JPG" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Ora
che la genovese è pronta si può passare alla preparazione delle
polpettine, operazione un po’ noiosa che, nella mia famiglia,
vedeva le donne di casa sedute attorno al tavolo a chiacchierare
mentre la portavano a termine, per rendere il compito un po’ più
gradevole. Per fare le polpettine dovete innanzitutto passare la
polpa di colardella al tritacarne per un paio di volte, oppure al
mixer a intermittenza per una quarantina di secondi. Dopodiché basta
procedere mescolando tutti gli altri ingredienti come si fa per le
normali polpette. </span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La vera difficoltà, se difficoltà si può
chiamare, è formare le polpettine della stessa dimensione (io
porziono l’impasto usando uno scavino) e fare in modo che l’impasto
non si attacchi alle mani. Per evitarlo, aiuta molto inumidirsele di
tanto in tanto con dell’acqua fredda. Friggete le polpettine in
olio di arachidi fin quando saranno ben dorate. Tenete
conto che, essendo già scurette in partenza, dovranno diventare di
un marrone intenso. Mettetele poi da parte in un nascondiglio sicuro,
è provato che tendono a sparire.
</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN04Zkq1AEz6mGSt1B9Qtw0mQ7h68XAXQcL0sKsJHq81mVnAJFvPEEDH3hNIeqTtvJZYsTkkHlQmHnDYC8SM8I9v6SIKCDGAtmmvhctCh8zVhPxlRNZKFg0x0QmiRrlQZ3ujbgnbYaqh-7/s1600/IMG_2791.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN04Zkq1AEz6mGSt1B9Qtw0mQ7h68XAXQcL0sKsJHq81mVnAJFvPEEDH3hNIeqTtvJZYsTkkHlQmHnDYC8SM8I9v6SIKCDGAtmmvhctCh8zVhPxlRNZKFg0x0QmiRrlQZ3ujbgnbYaqh-7/s400/IMG_2791.JPG" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Cuocete
il riso in 2,25 l di acqua salata precedentemente portata a bollore.
Quando l’acqua si sarà asciugata e il riso sarà ben cotto,
mantecatelo con il burro e il parmigiano. Aggiungete poi le quattro
uova sbattute, mescolate bene e rovesciate il riso su un piano di
marmo (non sottilizziamo, va bene anche un’altra superficie
rivestita di carta argentata). Stendete il riso in uno strato
uniforme di circa 1 cm di spessore, e aspettate che sia ben freddo.</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Nel
frattempo riscaldate la genovese lasciandovi sobbollire le polpettine
e i piselli, di modo che si insaporiscano, e poi spegnete il fuoco e
lasciate intiepidire.</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtU03l-Q8r1qQope2xmji-uuR0f4mHq4GkoAqOOwxCYn0dYlTQZ35W17h6XV6JDh87XriWTT_ZQqFHEYGWO2Aq0EMXE-TziyyLimadmHTqSAbO63dHM2vLEXPycWa6P5hX0ECYZYn8OeyF/s1600/FullSizeRender+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtU03l-Q8r1qQope2xmji-uuR0f4mHq4GkoAqOOwxCYn0dYlTQZ35W17h6XV6JDh87XriWTT_ZQqFHEYGWO2Aq0EMXE-TziyyLimadmHTqSAbO63dHM2vLEXPycWa6P5hX0ECYZYn8OeyF/s400/FullSizeRender+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Imburrate
lo stampo con cura, poi mettetelo dieci minuti nel freezer e ripetete
l’operazione, per poi rivestirlo di pangrattato. A questo punto
bisogna cominciare a tappezzare lo stampo con il riso. Prendetene
delle piccole porzioni fra le mani, cercando di mantenerne lo
spessore, e sistematele dapprima sul fondo, poi sui bordi dello
stampo, stando attenti a farlo aderire bene. </span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidtoJr3Jp7ceY99gZOC7uAHzv64JJLnS3vBPEOyD5_f60A0AGwITpuJ-nmgFlxFhSkg4sV0n_Djf3RAAYxhJkILo8J87xwcx6r3EgjChwqlfISfiDswJ1iejbbkzSkvu7ELI-KLypZwr8z/s1600/FullSizeRender+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidtoJr3Jp7ceY99gZOC7uAHzv64JJLnS3vBPEOyD5_f60A0AGwITpuJ-nmgFlxFhSkg4sV0n_Djf3RAAYxhJkILo8J87xwcx6r3EgjChwqlfISfiDswJ1iejbbkzSkvu7ELI-KLypZwr8z/s400/FullSizeRender+%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF3-zMrJmx_s_cWoAAjG245bO5wbfxW2Rniz_zWo1bW7Quuvuv2V-BH0cCnwMjMnAoG81HvnKOeAn4Ea3v0xnBU-IOTx1sL3_7DJ_-CYVoDGClgpjJnqfxho96XS1cGkrfTrZG2Qw5rGkl/s1600/FullSizeRender+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF3-zMrJmx_s_cWoAAjG245bO5wbfxW2Rniz_zWo1bW7Quuvuv2V-BH0cCnwMjMnAoG81HvnKOeAn4Ea3v0xnBU-IOTx1sL3_7DJ_-CYVoDGClgpjJnqfxho96XS1cGkrfTrZG2Qw5rGkl/s400/FullSizeRender+%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Quando avrete concluso
l’operazione, versate l’imbottitura - alla quale avrete aggiunto il fiordilatte - nel piccolo cratere che si è venuto a
formare, e ricoprite il tutto con il riso avanzato, procedendo come
avete fatto in precedenza, ma facendo attenzione che i bordi siano
ben saldati. Spolverate la superficie del sartù con il pangrattato,
e sistematevi qualche fiocchetto di burro, quindi cuocete in forno
preriscaldato a 180° per 45 minuti. </span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHuLyb3xsZVzPEzVHN12kWGlyywC-pfei4e3A8DcdZMzctRGdn_hwlnbOx-qNTiDHF0sgLjEGFEFeJ5T2KZ_-bXfVX94atrV3BimKFTtaf7nx54y7JUb9ge1KXOJspxfdco_IHnuxroSvt/s1600/FullSizeRender+%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHuLyb3xsZVzPEzVHN12kWGlyywC-pfei4e3A8DcdZMzctRGdn_hwlnbOx-qNTiDHF0sgLjEGFEFeJ5T2KZ_-bXfVX94atrV3BimKFTtaf7nx54y7JUb9ge1KXOJspxfdco_IHnuxroSvt/s400/FullSizeRender+%25284%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnrCh27bVXUDE0mCPui0QRsawvpxMB9I47VYGQtBCmvqnMXGhexdxbWDPHQ_ZjMasisICE_Ws8kVu4iShKauixhjfaO0ajnjVUWvv-sAFJsaLaNm2KCbxubkEgAOcKYKL1JVolRjfw3Cu-/s1600/FullSizeRender+%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnrCh27bVXUDE0mCPui0QRsawvpxMB9I47VYGQtBCmvqnMXGhexdxbWDPHQ_ZjMasisICE_Ws8kVu4iShKauixhjfaO0ajnjVUWvv-sAFJsaLaNm2KCbxubkEgAOcKYKL1JVolRjfw3Cu-/s400/FullSizeRender+%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFKTzx5VKVZWN6RE5hScJQB-uA4_Liof0c47PpEH0G24xd2Trn_biwJo-YC1Fq1LZfCd3LJvzAoKJV2tCnissWYlHvfWDWY-5Xz_kHVhCcxBPnUnXCi0Svcqri9w_qGffDGVJnJY0xrbSD/s1600/FullSizeRender+%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFKTzx5VKVZWN6RE5hScJQB-uA4_Liof0c47PpEH0G24xd2Trn_biwJo-YC1Fq1LZfCd3LJvzAoKJV2tCnissWYlHvfWDWY-5Xz_kHVhCcxBPnUnXCi0Svcqri9w_qGffDGVJnJY0xrbSD/s400/FullSizeRender+%25286%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Quando il sartù sarà cotto,
passate un coltello lungo i bordi della teglia per assicurarvi che il
riso si stacchi bene, poi abbiate la pazienza di aspettare un quarto
d’ora, in modo che il tutto si assesti per bene, e sformate, magari
dando qualche colpetto </span><span style="font-family: inherit;">deciso</span><span style="font-family: inherit;">
sul fondo della teglia. Ultima raccomandazione, pazientate. Il sartù
dà il meglio di sé quando è caldo, ma non bollente.</span></div>
</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-44988186381444022092016-12-22T09:28:00.000+01:002016-12-22T10:41:04.527+01:00Storie di ordinaria anarchia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX2jk7TOSeqrNlgAhh0uGcTauVzHrIzi8SSIaYKL1Ah2viSqyGvQnd2khjLJGSVDT14oVdOhmOmIMmZBiozFiUpOCMN6c1GjH8XlK3AoLmUVP2W0lwBzfsc442xb5t3mR0DBkBVMIysO9e/s1600/15592315_1227271437369075_1008269208_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="395" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX2jk7TOSeqrNlgAhh0uGcTauVzHrIzi8SSIaYKL1Ah2viSqyGvQnd2khjLJGSVDT14oVdOhmOmIMmZBiozFiUpOCMN6c1GjH8XlK3AoLmUVP2W0lwBzfsc442xb5t3mR0DBkBVMIysO9e/s400/15592315_1227271437369075_1008269208_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
In una delle mie molte vite sono stata una ceramista. E a noi cosa importa, starete pensando. E ancora di più, penserete, cosa c'entra questo incipit al sapor di caolino con la foto di una decorazione natalizia? Datemi il tempo e ci arriviamo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
In una delle mie molte vite sono stata una ceramista, dicevo. Avevo cominciato per gioco, trascinata da un'amica, e in men che non si dica ero stata travolta da un universo che aveva a che fare molto più col cibo che con la ceramica. Bisognava impastare il caolino come se fosse una pizza, prenderlo a matterellate per eliminare le bolle d'aria come se fosse l'impasto degli <a href="http://www.commeamarostuppane.com/2015/09/scauratielli-cilentani.html">scauratielli cilentani</a> della mia infanzia, stenderlo col matterello come se fosse la frolla per una crostata. Se poi si passava a modellare la creta per decorare un vaso, i soggetti più frequenti erano succulenti limoni della costiera, voluttuosi tralci d'uva con tanto di pampini e viticci, in qualche caso perfino cipolle e carciofi.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Le lezioni del mercoledì pomeriggio erano popolate da signore di ogni età. C'eravamo io, Carla, Alba e Sabrina, tutte ancora alle prese con gli studi universitari, ma c'erano anche signore ben più grandi di noi, forse dell'età delle nostre mamme, che trasformavano quei pomeriggi in una sorta di riunione di un club. Si raccontavano a vicenda delle loro famiglie, delle figlie in procinto di sposarsi, degli abbonamenti a teatro e delle partite a Burraco, il tutto continuando a plasmare frutta e ortaggi con la maestria acquisita grazie ad anni e anni di pratica.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Quando frequentavo il laboratorio già da un po', s'iscrisse ai corsi una nuova allieva, la signora F.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Era una bella donna sulla cinquantina, elegante e riservata. Bastarono poche lezioni per capire che della ceramica non le importasse granché. Modellava senza entusiasmo, senza curiosità. Non le interessava neanche svincolarsi dall'universo vegetale proposto dalla scuola, come da tempo avevamo fatto noi mettendo in atto una piccola ribellione. Ci vollero un paio di mesi perché venisse emessa la sentenza definitiva: la signora F non sarebbe mai diventata una brava ceramista. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Naturalmente la nostra maestra non poteva tollerare una cosa del genere. Non avrebbe sopportato che qualcuno associasse la sua scuola agli orrendi manufatti della signora F. Così le affiancò un paio di insegnanti di supporto che la seguivano con pazienza (facendole però perdere la sua) e le mostravano come procedere ripetendole il leit motiv delle nostre lezioni: lavorare la ceramica è come cucinare.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Evidentemente la signora F che, lo capimmo dopo, veniva a ceramica solo per sottrarsi almeno una volta alla settimana ai pomeriggi con l'odiata suocera, a un certo punto non ne poté più. Per dimostrare che, lungi dall'essere imperizia, il suo era disinteresse bello e buono, cominciò a presentarsi a lezione con dei doni culinari. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Che fossero dolci o rustiche, le creazioni gastronomiche della signora F erano sempre sorprendenti, bellissime da vedersi e dal sapore celestiale. In breve comparvero taccuini, foglietti per gli appunti, tovagliolini di carta e, ogni mercoledì pomeriggio, una buona mezz'ora veniva dedicata alla trascrizione delle mirabolanti ricette della signora F.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Erano ricette particolari - anarchiche, secondo la maestra di ceramica che mal tollerava il vedersi spodestata - che prevedevano sempre qualcosa di insolito: la caprese fatta con due impasti separati che andavano miscelati solo alla fine, il pan canasta cotto in una <i>buatta</i> di pelati da 5 kg, gli struffoli soffiati, talmente buoni che le chiedevamo di prepararli anche in piena estate.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Da allora sono passati più di vent'anni e sono cambiate tante cose, talmente tante che fa perfino impressione elencarle tutte, ma c'è una cosa che è rimasta la stessa e che ogni anno, di questi tempi, mi riporta a quei pomeriggi alla soffitta: gli struffoli anarchici della signora F, che a casa mia non smettiamo di benedire.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcg1i9e9bD1h0B6ndj8gSHccHRCCe4jI3vwpzCCxNwwvqumJuEI9n-sXh3ynyyLdffw6onEmGY1IQVd9SAEsRvYxaJDkI7_d2ZL6u0w1kHd4yNsiPuLREbtz3EvP3UUGixu1y4kNHwraJs/s1600/IMG_2759.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcg1i9e9bD1h0B6ndj8gSHccHRCCe4jI3vwpzCCxNwwvqumJuEI9n-sXh3ynyyLdffw6onEmGY1IQVd9SAEsRvYxaJDkI7_d2ZL6u0w1kHd4yNsiPuLREbtz3EvP3UUGixu1y4kNHwraJs/s400/IMG_2759.JPG" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Struffoli (anarchici)</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
farina 00 500 g</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
zucchero 50 g</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
burro morbido 25 g</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
uova 5</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
brandy 2 cucchiai</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
la scorza grattugiata di 1 arancia e 1 limone</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
sale 1 pizzico</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
olio di arachidi per la frittura</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
miele millefiori 300 g</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
zucchero 100 g</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.56cm; margin-bottom: 0cm;">
acqua 1 mestolino</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.56cm; margin-bottom: 0cm;">
canditi misti 200 g</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.56cm; margin-bottom: 0cm;">
arancia 1</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.56cm; margin-bottom: 0cm;">
limone 1</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.56cm; margin-bottom: 0cm;">
diavolilli</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.56cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa ricetta ha due trucchi fondamentali, uno riguarda la preparazione, la ricetta è quella infallibile di <a href="http://www.intramoenia.it/autori/lejla-mancusi-sorrentino/">Lejla Mancusi Sorrentino</a>, e uno la fattura.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Cominciate con il disporre la farina a fontana e aggiungete lo zucchero, la buccia grattugiata del limone e dell’arancia, il pizzico di sale, il burro morbido e – e qui c’è il primo trucco – i tuorli delle uova sbattuti e mescolati con i bianchi montati a neve. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mescolate tutto dapprima con una forchetta poi, quando l’impasto diventerà abbastanza compatto da poter essere maneggiato, lavoratelo a mano ripiegandolo più volte su se stesso e ruotandolo di 90° fra una piega e l’altra. Lavorate a lungo in modo da ottenere un impasto liscio ed elastico che lascerete poi riposare, coperto, per una trentina di minuti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E passiamo al secondo trucco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chiunque vi dirà che per fare gli struffoli bisogna formare dei cilindretti d’impasto da cui ricavare delle palline, ma la signora F, che degli struffoli era la regina, stendeva invece la pasta come per fare delle lasagne (in fondo, l’impasto è molto simile a quello della pasta all’uovo), ne ricavava poi delle pappardelle e infine dei quadrotti un po’ più grandi di quelli che siamo abituati a mangiare in brodo quando fa davvero freddo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se avete una macchina per la pasta, tipo la Marcato o la Imperia, l’operazione vi risulterà ancora più semplice. Non dovrete far altro che tagliare delle fette d’impasto di un centimetro di spessore, passarle per tre volte nella macchina mettendo la ghiera su 1, poi una volta con la ghiera sul 2 e una volta con la ghiera sul 4. Otterrete così in pochissimo tempo una sfoglia sottile e uniforme che poi non dovrete far altro che tagliare come spiegato in precedenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A questo punto passate alla frittura. Mettete a scaldare l’olio e di tanto in tanto immergetevi uno stecchino in legno. L’olio sarà a temperatura quando dallo stecchino usciranno delle piccole bolle. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mettete i quadretti di pasta in un colino di acciaio e lasciateli scivolare lentamente nell’olio. Vedrete che in un attimo si gonfieranno diventando tondeggianti. Cuoceteli finché non saranno dorati quindi metteteli ad asciugare su della carta paglia stando attenti a non sovrapporli. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Passiamo adesso alla preparazione della copertura dolce. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mettete a scaldare in una pentola con il fondo in acciaio il miele, lo zucchero, l’acqua, i canditi a pezzetti e le scorze degli agrumi a filetti (avete comprato lo zester?). Quando il liquido comincia a spumeggiare, spegnete e versateci gli struffoli per poi mescolare a lungo, di modo che risultino tutti uniformemente ricoperti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sistemate gli struffoli in un piatto da portata, date loro una forma piramidale aiutandovi, se è il caso, con le mani inumidite e decorateli con i diavolilli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ah, dimenticavo... buon Natale!</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-58130562770120068842016-11-02T14:20:00.001+01:002016-11-02T15:02:57.672+01:00The long and winding road<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqILMkFcRh5x6B3lQKERDwJ05n9lqbAYGHUupJxFWUZmbhnSftkLWWFz4qSzRvz75GPFUNljk0K1fu6WxpZW_VhP5nth_CTpDC0fXHB1oDV3-Nhd9Ku0jkY2DypFqsPK8HJkbwV4Axny7L/s1600/strada.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="397" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqILMkFcRh5x6B3lQKERDwJ05n9lqbAYGHUupJxFWUZmbhnSftkLWWFz4qSzRvz75GPFUNljk0K1fu6WxpZW_VhP5nth_CTpDC0fXHB1oDV3-Nhd9Ku0jkY2DypFqsPK8HJkbwV4Axny7L/s400/strada.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
L'altro giorno ho incontrato una persona che non vedevo da una quindicina di anni. È stata lei a notarmi e a venirmi incontro con un sorriso da rimpatriata. Mi ha salutata con affetto benché la nostra sia sempre stata poco più di una conoscenza estiva, ma subito l'occhio l'è corso alla mia mano sinistra per vedere se ci fosse ancora la fede.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Apparentemente rassicurata sulle sorti del mio matrimonio dalla presenza della suddetta, ha poi bypassato qualsiasi convenevole per sottopormi a una specie di interrogatorio. E figli ne hai? Vabbuo', ma ci proverai ancora, no? Lo sai che io ho avuto un altro bambino cinque anni fa? E invece hai mai pensato di farti l'operazione per dimagrire? Fossi in te mi fionderei. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sembra superfluo sottolineare quanto questa donna sia sprovvista di tatto e quanta poca considerazione avrei dovuto riservarle, però mentre rispondevo alle sue domande con una sequela di no, sentivo crescere in me la rabbia impotente che mi accompagna da quando ero ragazzina. Perché posso essere brava nel mio lavoro, posso condurre con mani salde la mia vita, posso amare ed essere amata, ma i parametri secondo i quali verrò giudicata saranno sempre e comunque la mia capacità (o incapacità) di riprodurmi e il mio aspetto fisico. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questo dover giustificare il mio stare al mondo è stata una fatica in più. Ho dovuto esercitare con costanza l'auto ironia per depotenziare il sarcasmo degli altri, imparare a mettere le mani avanti con affermazioni apodittiche per arginare il bisogno impellente di dispensare consigli dal quale chiunque, perfino persone conosciute da cinque minuti, si sentiva travolto in mia presenza.<br />
<br />
Mi si guarda con biasimo perché sono una grande obesa e se lo sono è perché evidentemente non ho voluto risolvere il problema.<br />
<br />
Lo pensa perfino mio marito, duole ammetterlo, convinto inconsciamente che io non dimagrisca per fargli dispetto. Vive, esattamente come lo facevano i miei genitori, il mio essere grassa come una forma di disamore nei suoi confronti senza essere neanche sfiorato dal sospetto che l'unica forma di disamore sia verso me stessa.<br />
<br />
D'altra parte è abbastanza tipico. Il fatto che io sia così grassa è una cosa che dovrebbe essere intima, un disagio personale; dopotutto sono io che mi confronto tutti i giorni con le articolazioni che scricchiolano, con l'affanno, con la difficoltà di vestirmi come mi piacerebbe, con i segni dei braccioli delle sedie impressi sulle cosce. Invece no. Invece lo spazio fisico che occupo nel mondo sembra essere un problema soprattutto per gli altri. Si sentono a disagio in mia presenza come lo sono davanti a una persona portatrice di handicap. Mi insultano se sono rozzi e ignoranti, mi guardano con disappunto se sono acculturati.<br />
<br />
Molti vogliono salvarmi senza accorgersi della loro miopia.<br />
Tizio si è operato e adesso guarda come sta dimagrendo, perché non lo fai pure tu?<br />
<br />
Certo, loro guardano tizio, vedono che sta perdendo peso e tanto basta. Ma lo guardano davvero? Si accorgono che la maggior parte delle calorie che introduce nel suo corpo sono quelle degli alcolici? Si accorgono che la compulsione è rimasta la stessa? Si accorgono che questa persona non sta facendo alcun passo avanti, anzi sta andando indietro?<br />
<br />
Sono sicura di no. In fondo lo so per esperienza personale, è difficile comprendere gli obesi.<br />
<br />
Allora oggi che sono arrabbiata lo spiego qui, sperando che sia una volta per tutte.<br />
<br />
Io non sto cercando di capire come dimagrire, sto cercando di imparare a volermi bene, a prendermi cura di me.<br />
<br />
È più difficile di qualsiasi cosa abbia fatto prima. Più difficile del chiudermi sei mesi in ospedale per dimagrire, più difficile dell'affermarmi professionalmente, più difficile del trovare l'amore, più difficile dell'accettare l'idea di non avere figli, più difficile del sopravvivere alla delusione e alla vergogna di aver perso tanti chili tante volte e poi essere tornata più grassa di prima.<br />
<br />
Ma va bene così.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha8Si2UE38ifNf5Ied687Ls15kb0XyrvM3IdA1o9r1-LJG9Z38q1dcBrbm2iMkKiNKxTejnNnm_zn8OP6QfDsVUsDKptyIgnOyJBCGXKx0aeY2K-C51gzcle0sK98hELpKzIcFp5Ww4v1Z/s1600/porridge.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha8Si2UE38ifNf5Ied687Ls15kb0XyrvM3IdA1o9r1-LJG9Z38q1dcBrbm2iMkKiNKxTejnNnm_zn8OP6QfDsVUsDKptyIgnOyJBCGXKx0aeY2K-C51gzcle0sK98hELpKzIcFp5Ww4v1Z/s400/porridge.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Porridge di crusca d'avena<br />
<br />
crusca d'avena 50 g<br />
latte 250 g<br />
miele 1 ts<br />
frutti di bosco 50 g<br />
semi e frutta secca 30 g<br />
<br />
Da un paio di anni questa è diventata la mia colazione. L'ho scelta perché avevo voglia di iniziare le mie giornate con qualcosa di più sano, ma al primo assaggio è stato amore. Non so se esista una memoria genetica del cibo, ma quando mangio il porridge ho l'impressione che il mio sangue danese scorra nelle vene con maggior vigore, e mi sento a casa.<br />
<br />
Per prepararlo ci vogliono non più di cinque minuti, state tranquilli. Si tratta di mettere la crusca in un pentolino, aggiungere il latte - vale tutto: latte vaccino, d'avena, di riso... vale perfino l'acqua - e portare a bollore tenendo la fiamma bassa. Una volta che il composto comincia a borbottare, continuate la cottura per un paio di minuti quindi aggiungete il miele, mescolate bene e trasferite il tutto in una ciotola. Guarnite con i frutti di bosco, i semi e la frutta secca - anche in questo caso vale tutto, sbizzarritevi secondo il vostro gusto - e il gioco è fatto.<br />
<br />
Come sempre, fatemi sapere. E sì, valgono anche gli insulti.</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-42786313128937713682016-10-25T13:48:00.000+02:002016-10-25T16:33:23.189+02:00Due anni vissuti pericolosamente<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEd0rlxUU4lcoY0zrSsj6S-AG4H0UeX4k-d6HiiD2R11ahzF7DeIGvsuaNf3osJ25tV0Bn8KnvpRR5v3cF44Mj4IAA4Qwh-ed5eWHfNPZ9FunnKomZw2fbB9NwZYGYn7qcuh0hOEBVqJ74/s1600/io+e+nonna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEd0rlxUU4lcoY0zrSsj6S-AG4H0UeX4k-d6HiiD2R11ahzF7DeIGvsuaNf3osJ25tV0Bn8KnvpRR5v3cF44Mj4IAA4Qwh-ed5eWHfNPZ9FunnKomZw2fbB9NwZYGYn7qcuh0hOEBVqJ74/s400/io+e+nonna.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5ZwGYjSTUGTuCA5QZUrgrQ_075Ve11kXwea4xUhOa0Patg1LQ8LepQ_9uyS4iIangUwIHvWMJqq233-JFXxtVOLaLv4D1JCeR1qiSth4WTE7BiTa0vSA6VPr_-b9gap2a4zPB9po7EYUI/s1600/io+e+nonna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5ZwGYjSTUGTuCA5QZUrgrQ_075Ve11kXwea4xUhOa0Patg1LQ8LepQ_9uyS4iIangUwIHvWMJqq233-JFXxtVOLaLv4D1JCeR1qiSth4WTE7BiTa0vSA6VPr_-b9gap2a4zPB9po7EYUI/s400/io+e+nonna.jpg" width="398" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mi ricordo di quando, anni fa, Sigrid Verbert mise al mondo la sua primogenita, Lena. Io facevo un rapido passaggio sul suo blog quasi ogni giorno sperando di trovare un post nuovo, ma niente. La foto che ritraeva la cesta di limoni della Festa a Vico rimase in home per mesi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, qui da noi è successa più o meno la stessa cosa. Solo che la cicogna che è approdata a casa nostra - vuoi a causa del maltempo, vuoi perché forse assomigliava un po' a <a href="https://www.youtube.com/watch?v=-FI9Gw58MdA">questa qui</a> - invece di portarci un pargolo ci ha portato mia nonna, che ormai va per il secolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto è cominciato il 15 settembre del 2014, con una telefonata ricevuta alle sette meno un quarto del mattino. Mentre io cercavo di scongiurare l'infarto e maledicevo per l'ennesima volta il genio che ha progettato gli impianti della magione dimenticando di mettere una presa del telefono in camera da letto, il consorte si è precipitato in soggiorno a recuperare il cordless per poi passarmelo con la faccia da raccomandata dell'equitalia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Bene, è tua nonna. Guarda che sta piangendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mia nonna. Quella che ha affrontato la morte del marito senza versare una lacrima. Quella che ha affrontato ogni malanno con invidiabile filosofia, convinta com'è che le malattie si dividano in quelle che passano da sole e quelle che non passano neanche con le medicine. Mia nonna. In singhiozzi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonna, che succede?</div>
<div style="text-align: justify;">
- Bennussi, io non ci voglio andare alla casa di riposo. Ti prego, posso venire da voi? Prometto che non vi do fastidio... dormo sul divano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, questo succedeva la mattina, e dieci ore dopo la nonna era già da noi recando in dote un poggiapiedi, un tavolinetto, un vaso da fiori, e una badante cingalese di nome Acci.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Inutile dire che da quel momento la nostra vita non è stata più la stessa. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima impresa, titanica, è stata convincere la nonna che, se davvero voleva provare a non dare fastidio, l'unico posto dove non era il caso di addormentarsi era proprio il famoso divano, unico esemplare presente in casa, collocato nell'unica stanza in cui è presente l'unico televisore, e dove il consorte ed io siamo soliti trascorrere la serata. La seconda, convincerla che a breve avremmo dovuto cambiare casa, dato che qui c'è una sola camera da letto e lei non avrebbe certo potuto continuare ad arrangiarsi sulla brandina che incuneiamo a viva forza nel mio microscopico studio ogni sera. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Bennussi', senti a nonna tua, voi questa casa l'amate tanto, non fate la sciocchezza di levarvela. Tanto, parliamoci francamente, io ho già novantotto anni. Quanti altri ne potrò campare? Quattro, cinque...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E così, con queste premesse, è partita la nostra avventura. Ma proprio avventura con la a maiuscola, perché nulla di quello che poi è accaduto rientrava nelle nostre ipotesi della prima ora, e di sicuro neanche in quelle della nonna.<br />
<br />
Da noi la nonna ha scoperto il mondo. Abituata com'era a passare le giornate da sola, con l'unica compagnia della tv generalista che, parole sue, trasmette solo roba per vecchi, si è trovata catapultata nel luogo delle mille possibilità. Un vorrei tanto rivedere My fair lady buttato lì per caso durante il pranzo, si trasformava d'incanto nel guardarlo effettivamente nel primo pomeriggio.<br />
<br />
Estsiata da quel prodigio, ha voluto conoscerne ogni segreto. Così, mentre io maledico ogni aggiornamento dell'IOS perché mi pesa abituarmi alle novità (scorro ancora il dito sul display per accedere alla schermata home), lei ha fatto amicizia con i download, lo streaming, le webradio, gli hard-disk esterni, le chiavette usb.<br />
La sua passione però è l'iPad. Inizialmente denominato "il cosariello tuo", è poi diventato l'Aipan e infine, quando le ho fatto presente che ci voleva la D, il DAIPAN.<br />
<br />
Da lì poi è stata tutta una corsa verso il progresso tecnologico: facebook, instagram, i selfie, shazam. Nel giro di qualche mese mia nonna, con le sue uscite fulminanti, la sua ironia, la sua voglia di vivere, la sua passione per il calcio, per gli uomini belli, per il cibo buono, per il whisky e il cioccolato, è diventata una celebrità del web. Mia nonna è diventata La nonna, un essere magnifico di cui io, umile biografa, narro le gesta con cadenza quasi quotidiana su facebook, cercando di restituire almeno un po' del fascino che questa donna straordinaria possiede.<br />
<br />
Quindi è questo che è successo, è per questo che non c'è più stato tempo per il blog: sono ridiventata nipote a tempo pieno come quando ero bambina e le mie ore più belle erano quelle trascorse con la nonna.<br />
<br />
Domani la mia nonna compie 99 anni o meglio, come dice lei, mette il piede nei 100. L'abbiamo festeggiata sabato scorso con un pranzo a sorpresa che prevedeva qualsiasi cosa, dalle crespelle besciamella e piselli alle quiche, alla zucca di Ottolenghi e alle polpettine di maiale all'uva bianca. La nonna ha gradito ogni portata e ha spento le candeline circondata da figli, nipoti e pronipoti, una piccola folla osannante. Però domani, domani che è davvero la sua festa, mi ha chiesto qualcosa di semplice perché alla sua età non è il caso di fare stravizi e così, nonostante il clima sia molto più estivo che autunnale, le preparerò il minestrone di casa sua, quello che ho amato fin dalla tenera età perché, come dice mia nonna, in fondo io sono sempre stata più vecchiarella di lei.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnuGfKFkAzF1U1din_Nzum21VeVFQVarTMbHNp2C3SqmL1fletMp1bPJsNkJ4t9cvIH5TTYZvMNUFBxqzD8QwzmhIe65kOjsNqpkBK8jYPeq_StDYn_a28mOHLVuz9BYEkvDL0jByKSk6i/s1600/la+minestra+della+nonna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnuGfKFkAzF1U1din_Nzum21VeVFQVarTMbHNp2C3SqmL1fletMp1bPJsNkJ4t9cvIH5TTYZvMNUFBxqzD8QwzmhIe65kOjsNqpkBK8jYPeq_StDYn_a28mOHLVuz9BYEkvDL0jByKSk6i/s400/la+minestra+della+nonna.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il minestrone di mia nonna<br />
per due persone<br />
<br />
1 cipolla<br />
2 belle coste di sedano<br />
2 carote<br />
2 patate medie<br />
1/2 cespo di scarola<br />
60 g di riso<br />
2 cucchiai di olio<br />
sale<br />
<br />
Questo, l'avete capito, è uno dei piatti della mia infanzia. Confortante come sanno esserlo solo i cibi esenti da sensi di colpa e che portano con sé i primi freddi, i colori delle foglie cadute e le giornate che si accorciano. Mia nonna è sempre stata una donna sbrigativa. Nella pur vasta aneddotica familiare, spicca il racconto di quando in meno di un minuto riparò la fodera dei pantaloni di mio nonno, scucita all'altezza delle ginocchia, scartando immediatamente l'ipotesi di rammendarla e optando invece per un rapido strappo, tipo ceretta.<br />
<br />
Questo minestrone, di esecuzione elementare, rispecchia in pieno la sua filosofia del poca spesa molta resa. Procedete così: lavate le verdure, quindi tritate la cipolla e fatela soffriggere insieme all'olio in una pentola capiente facendo attenzione che appassisca senza bruciare. Aggiungete il sedano, le carote e le patate tutte tagliate a tocchetti di media grandezza (non state e scimunirvi, direbbe la nonna). Lasciate rosolare per qualche attimo quindi unite la scarola tagliata in striscioline sottili e salate. Coprite la pentola, attendete qualche attimo che la scarola appassisca e aggiungete tanta acqua quanta è necessaria a coprire di un paio di dita le verdure. Quando le patate saranno morbide ma non ancora disfatte, calate il riso e portate a cottura aggiungendo, se è il caso, tanta acqua quanta è necessaria per ottenere una minestra brodosa. Servite con abbondante parmigiano e, se vi piace, un po' di pepe nero appena macinato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ah, dimenticavo... tanti saluti dalla nonna!</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-61456730956738784192016-09-26T22:46:00.000+02:002016-09-26T22:58:40.215+02:00Non tutti i mali vengono per cuocere<div align="center" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">PROGRAMMA
DEI CORSI 2016/2017</span></span></span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span></span></span></span>
<br />
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "courier new" , monospace;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="color: #1d2129;">Torna
l'autunno e tornano i corsi di cucina per dummies di Non tutti i mali
vengono per cuocere.</span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "courier new" , monospace;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="color: black;"><br />
</span><span style="color: #1d2129;">Quest'anno
il programma è particolarmente ricco di sorprese, ricchi premi e
cotillon. Ci saranno le ormai consuete lezioni a tema, ma ci saranno
anche degli incontri serali monografici - li abbiamo chiamati "dalla A
alla Z" - in cui proveremo a rendere a prova di dummies alcuni
classici della cucina partenopea (e non solo) delle feste.</span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "courier new" , monospace;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="color: black;"><br />
</span><span style="color: #1d2129;">Naturalmente
ci sarà il consorte con i suoi cocktail (il ragazzo mi si sta
trasformando in un hipster dal baffo incerato, preparatevi), ci
saranno le mitiche dispense e, in caso di partita del Napoli, ci sarà
di nuovo l'opzione "trattieniti con noi e guarda la partita con
la nonna".</span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "courier new" , monospace;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="color: #1d2129;"><br /></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "courier new" , monospace;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="color: #1d2129;">Siete
pronti a mettere mano all'agenda e decidere quali corsi seguire?</span><span style="color: black;">
</span></span></span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "courier new" , monospace;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="color: #1d2129;"><br /></span></span></span></span></div>
</div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>sabato
15 ottobre</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u>TÈ
RENFORCÉ</u></span></span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK78veur40ZexRWB1d9450UI6iSjm3POcSSlYWmRdl2jIJb_I9jTC8707I1i1AuzH5VWENz6MuzBQNk0gcyEFM56mXn6jC1d0xnkLiRq3lf6LGyVeokmkWYk1qUMAO_lvQpczm2CnXRFzN/s1600/IMG_2066.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK78veur40ZexRWB1d9450UI6iSjm3POcSSlYWmRdl2jIJb_I9jTC8707I1i1AuzH5VWENz6MuzBQNk0gcyEFM56mXn6jC1d0xnkLiRq3lf6LGyVeokmkWYk1qUMAO_lvQpczm2CnXRFzN/s400/IMG_2066.JPG" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="color: black; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><br /></span></span></span></span></span></span></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="color: black; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">N</span></span></span><span style="color: black; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">ostalgici
di Downton Abbey, questo è il corso che fa per voi. Tramezzini,
canapè, </span></span></span><span style="color: black; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">mousse,
</span></span></span><span style="color: black; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">scone,
marmellate, </span></span></span><span style="color: black; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">tutto
deliziosamente vintage e tutto a prova di dummies.</span></span></span></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>sabato
12 novembre</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">
</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u>LISCIO
COME IL VELLUTO</u></span></span></span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgn4Pms0DGdSmJBbQ1OxMFMj7I4lOViG1PIS0LKIGXxwk_zquUOeY2-nS6H8FVxe496SQnlwebECUGIixamFVrDV_mcHG_c-FpGk7z7z4XLaBQ6XgvQZoYwX-QNWQyYOKjwtRpHDbW4NXL9/s1600/IMG_2070.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgn4Pms0DGdSmJBbQ1OxMFMj7I4lOViG1PIS0LKIGXxwk_zquUOeY2-nS6H8FVxe496SQnlwebECUGIixamFVrDV_mcHG_c-FpGk7z7z4XLaBQ6XgvQZoYwX-QNWQyYOKjwtRpHDbW4NXL9/s400/IMG_2070.JPG" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">Come
prendere tre ingredienti base, sempre gli stessi, combinarli con un
altro e ottenere ogni volta una pietanza completamente diversa. Le
vellutate, miei cari dummies, dopo questa lezione diventeranno il
vostro asso nella manica. Special guest, un vecchio amico: il
frullatore a immersione.</span></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>sabato
3 dicembre</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u>SOTTO
L’ALBERO</u></span></span></span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWjSSoR-Ee6C0goblcIwaJIj4ufyM6tGh65GbGUaHEgqJ1mjegMNRRNG0-Nn-iXxYTMbDEWCRL7PpENZHER7yglJO8xAe8-epDGNATj7IvrB2NiwGB-RKcbXnvSFoMKxWyFZ4USCP-JAAs/s1600/IMG_2079.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWjSSoR-Ee6C0goblcIwaJIj4ufyM6tGh65GbGUaHEgqJ1mjegMNRRNG0-Nn-iXxYTMbDEWCRL7PpENZHER7yglJO8xAe8-epDGNATj7IvrB2NiwGB-RKcbXnvSFoMKxWyFZ4USCP-JAAs/s400/IMG_2079.JPG" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">S</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">e
l’idea dello shopping natalizio comincia a procurarvi degli
attacchi d’ansia già a settembre, non potete perdere questa
lezione. Basterà un solo pomeriggio per imparare a confezionare
piccoli doni handmade, gastronomici e non, con i quali stupire gli
amici e prendersi pure qualche soddisfazione. </span></span></span></span></span>
</div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>sabato
14 gennaio</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u>REMISE
EN FORME</u></span></span></span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguOl8R3AmYs2qW_bml-xawYYrT94u-caKCi3_aqKmUi80C-5YMmuSJ4sSJZG_icbuWOwfSrqC77C-ElCJzY34DQmWMI1buOOQtBjZDcGge-sRY928wZhPUzt1cjSz_r0OXRXYAGBa0pP0o/s1600/IMG_2061.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguOl8R3AmYs2qW_bml-xawYYrT94u-caKCi3_aqKmUi80C-5YMmuSJ4sSJZG_icbuWOwfSrqC77C-ElCJzY34DQmWMI1buOOQtBjZDcGge-sRY928wZhPUzt1cjSz_r0OXRXYAGBa0pP0o/s400/IMG_2061.JPG" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">D</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">urante
le feste vi siete dati un po’ troppo da fare e il vostro girovita
ne ha risentito. Sentite che è arrivato il momento di darvi una
regolata, ma non sapete cucinare un piatto di pasta, figuriamoci
delle pietanze dietetiche che siano anche appetitose? Ecco, grazie a questa lezione potrete
rimediare. </span></span></span></span></span>
</div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>sabato
11 febbraio</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u>ISN’T
IT ROMANTIC?</u></span></span></span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFO9osc-YD0atRAiUV9cS0ZjiTD7UaRp5NHJxAYcBe7bKvCAi4Gdp-kxJDWUdscEH4RUv-SQINbrZku3G3Pey-PE6Sry5B7TmrKT3S76XN2Ccs71Uz_NDePCodrlJqoOBWM-d1026_PoDS/s1600/IMG_2081.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFO9osc-YD0atRAiUV9cS0ZjiTD7UaRp5NHJxAYcBe7bKvCAi4Gdp-kxJDWUdscEH4RUv-SQINbrZku3G3Pey-PE6Sry5B7TmrKT3S76XN2Ccs71Uz_NDePCodrlJqoOBWM-d1026_PoDS/s400/IMG_2081.JPG" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">S</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">e
è vero che la strada per conquistare il cuore di un uomo parte dal
suo stomaco, è altrettanto vero che per un dummie culinario il
cammino è decisamente impervio. Per San Valentino volete stupire
l’amato bene con una cena indimenticabile? Tranquilli, sarà un
gioco da ragazzi. </span></span></span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>sabato
11 marzo</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u>ANCORA
TU</u></span></span></span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><u><br /></u></span></span></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiohveFvR_BRBB6mb8UpzFCExihWOiIlb_skTAzZFD0pixaCTaREEGgWYrESDg9UT8lx_WPqETFS0bOkw9V4iVcvIWf9krS3SEgeJ_t31LctgmX0Tmp6G-qwdizSZ5fbeSlbkhB3mwF98Hz/s1600/IMG_2068.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiohveFvR_BRBB6mb8UpzFCExihWOiIlb_skTAzZFD0pixaCTaREEGgWYrESDg9UT8lx_WPqETFS0bOkw9V4iVcvIWf9krS3SEgeJ_t31LctgmX0Tmp6G-qwdizSZ5fbeSlbkhB3mwF98Hz/s400/IMG_2068.JPG" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">O</span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">k,
dopo un anno di corso avete imparato a cucinare qualcosa ma
continuate a sbagliare le quantità e vi ritrovate puntualmente con
un mucchio di avanzi che, lo avete sperimentato, tempo un paio di
giorni finiranno nella pattumiera. </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">Siete
stanchi di questo andazzo e volete cambiare le cose? Beh, non dovete
far altro che seguire questa lezione.</span></span></span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><br /></span></span></span></span>
<br />
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>sabato
8 aprile:</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u>A
PRANZO CON LA SUOCERA</u></span></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRf-iUQMNc1S3b7DaBXYP1UhsMUZRv-utXPZ5JpH3Je5GLhCsQ3OoYoVt15gB1BbHefNdHipkwi7Y8ngqvIUluT0APiezoK7oQjudk4rwwEuXFNEonLDs7UW9B4STWUYwXWhes-MUEq0A0/s1600/IMG_2060.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRf-iUQMNc1S3b7DaBXYP1UhsMUZRv-utXPZ5JpH3Je5GLhCsQ3OoYoVt15gB1BbHefNdHipkwi7Y8ngqvIUluT0APiezoK7oQjudk4rwwEuXFNEonLDs7UW9B4STWUYwXWhes-MUEq0A0/s400/IMG_2060.JPG" width="400" /></a></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">Avete
rimandato per anni, ma alla fine siete state costrette a invitare a
pranzo il guru gastronomico della vostra metà, quello che, se solo
esistessero, secondo lui meriterebbe 4 stelle michelin, anzi pure 5
perché il ragù come lo fa sua mamma… Niente paura, </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">grazie
a questa lezione farete un figurone.</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">
</span></span></span></span></span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><br /></span></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>sabato
13 maggio:</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u>POLPETTINA
MON AMOUR</u></span></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtOYuIX5uHR-_WnKXM7-sGeKJNhVSWxPJg0wNGuzuTVCxKWZEyRlO7aUWFywx5hEFJyX8-Ogtj_oL7BX7zwgN317M6YCG0_yIbZGgPJzc2gNGLs3g3VorcF1-HZBCcIP_0Q2DbTDhHlD3r/s1600/IMG_2059.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtOYuIX5uHR-_WnKXM7-sGeKJNhVSWxPJg0wNGuzuTVCxKWZEyRlO7aUWFywx5hEFJyX8-Ogtj_oL7BX7zwgN317M6YCG0_yIbZGgPJzc2gNGLs3g3VorcF1-HZBCcIP_0Q2DbTDhHlD3r/s400/IMG_2059.JPG" width="400" /></a></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">Qui
in casa Gastronomica abbiamo due convinzioni: che le polpette siano
patrimonio dell’umanità e che tutto, ma proprio tutto, sia
polpettabile. Carne, pesce, legumi, verdure, pane… le possibilità
sono davvero infinite. Siete il prototipo del dummie culinario e, per
quanto ci abbiate provato, non siete mai riusciti a fare una polpetta a forma di polpetta? Segnatevi questa data!</span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="center" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">DALLA</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 18pt;">
</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 20pt;"><b>A</b></span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 18pt;">
</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">ALLA</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 18pt;">
</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 20pt;"><b>Z</b></span></span></span></span></div>
<div align="center" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><b>una
cosa, fatta bene</b></span></span></span></span></div>
<div align="center" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>mercoledì
26 ottobre</b></span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u>JACK-O’-LANTERN</u></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm87QHCs3IV5oDToIudd0_MLoUa-BCOyGcqwLAhGrlCj3Y_byLjPcvxm0xkfPaq4H7nt6eO30kanqEQORxr_x5nadetqWLo342KV92yIDq_WcPwc68BqUK4D2UuU8BO3m6iY6-FzTYOKZm/s1600/IMG_2071.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm87QHCs3IV5oDToIudd0_MLoUa-BCOyGcqwLAhGrlCj3Y_byLjPcvxm0xkfPaq4H7nt6eO30kanqEQORxr_x5nadetqWLo342KV92yIDq_WcPwc68BqUK4D2UuU8BO3m6iY6-FzTYOKZm/s400/IMG_2071.JPG" width="400" /></a></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "courier new" , monospace;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;">Va
bene, Halloween ha poco a che fare con le nostre tradizioni ma,
ammettiamolo, è terribilmente divertente. Durante questa lezione
cucinerete poco, riderete tanto e forse riuscirete anche a far
prendere uno spavento a qualcuno. E soprattutto sarete super
preparati per il fatidico dolcetto o scherzetto. Consigliatissimo ai
dummies con prole.</span>
</span></span>
</div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>mercoledì
14 dicembre</b></span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u>GLI
STRUFFOLI</u></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJHAr9ROE8xgO9bl_5Ig6Mge2aThJBWAKvoAmZ0IdPbWBb2LkK2OqyyxNHal8TC_S1ExfXvUWfwY-0owupP9b1ZgNR5BQEDOd-ZIGCoym2gYz-OasMWK8MvTD-7OSbBcpjqUTzzkdks1ke/s1600/FullSizeRender+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="396" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJHAr9ROE8xgO9bl_5Ig6Mge2aThJBWAKvoAmZ0IdPbWBb2LkK2OqyyxNHal8TC_S1ExfXvUWfwY-0owupP9b1ZgNR5BQEDOd-ZIGCoym2gYz-OasMWK8MvTD-7OSbBcpjqUTzzkdks1ke/s400/FullSizeRender+%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: "courier new" , serif; font-size: 12pt;">A
comprarli si spende un capitale, a farli ci si annoia a morte. Se poi
sei un dummie culinario il solo pensiero di mettere le mani in pasta
ti fa venire i brividi. Tuttavia esiste un metodo anarchico di
confezionare questo dolce che, ve lo garantisco, rende la
preparazione degli struffoli un gioco da ragazzi. Sì, esatto, anche
nel caso che quei ragazzi siano dei dummies senza speranza.</span><br />
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>mercoledì
22 febbraio</b></span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u>LE
CHIACCHIERE</u></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimyX2bAj9R_IfIfRDF1Jv2fthbRtr7z0Ao0QXVqs9biro8gLFB2-FXjvfR3YESnW00YuL8Bobt6DEwybZlO65yw4eYvag3S-Pv8jYxwBqQUpweqlNk07ohEss8ges01zpbXZ8kaNnDFTMu/s1600/FullSizeRender+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="391" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimyX2bAj9R_IfIfRDF1Jv2fthbRtr7z0Ao0QXVqs9biro8gLFB2-FXjvfR3YESnW00YuL8Bobt6DEwybZlO65yw4eYvag3S-Pv8jYxwBqQUpweqlNk07ohEss8ges01zpbXZ8kaNnDFTMu/s400/FullSizeRender+%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">Chi
ama le chiacchiere lo sa, trovarne in giro di veramente buone diventa
sempre più difficile. Eppure basta conoscere un paio di trucchi </span><span style="font-family: "courier new" , serif;">per
ottenere delle chiacchiere indimenticabili che, ve lo garantisco, faranno sì che parenti e amici vi guarderanno con occhi nuovi. </span><span style="font-family: "courier new" , serif;">Dummies
culinari di tutto il mondo gioite, è arrivato il momento del vostro
riscatto. </span></span></span>
</div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>mercoledì
12 aprile</b></span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 12pt;">:
</span></span><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u>IL
TORTANO</u></span></span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;"><span style="font-size: 14pt;"><u><br /></u></span></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkpXMfrL7Pjik1_q59VBKxRfo7Ch8t2nskJC8lS4mfkzZ41J0qOQZ8oNeylSZRNesX93Ji2p95zamKln_pgYw248VEIz7K90RvsxY48rEXQgK-CBNSENVvAJ8AFJOnrRVLhe5rjG_kbSJV/s1600/IMG_2082.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkpXMfrL7Pjik1_q59VBKxRfo7Ch8t2nskJC8lS4mfkzZ41J0qOQZ8oNeylSZRNesX93Ji2p95zamKln_pgYw248VEIz7K90RvsxY48rEXQgK-CBNSENVvAJ8AFJOnrRVLhe5rjG_kbSJV/s400/IMG_2082.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , serif; font-size: 12pt;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , serif; font-size: 12pt;">Chiummoso,
ammazzaruto, ‘nzevato… se fior fior di panettieri confezionano
tortani che meritano questi aggettivi come potreste voi, poveri
dummies culinari, preparare un tortano che sia anche solo
commestibile? </span><span style="font-family: "courier new" , serif; font-size: 12pt;">Fidatevi,
i miracoli esistono. Non vi fidate? Iscrivetevi al corso e ne avrete
la conferma.</span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">PER
INFO, COSTI E PRENOTAZIONI gastronomicavolante@gmail.com</span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: "courier new" , serif;">Vi aspettiamo!</span></span></span></div>
</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-12212402140337512392014-11-13T14:56:00.000+01:002014-11-13T14:59:22.161+01:00Piccoli piaceri<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoA1dfuCRvWjsldWh23X_cAjEMb5e7vU5IaTeJm8L8O6m9OMRuHjmRzrKPUPjsycC261oreYMQchxlISNHBydFs9ls78K9wpfCsTc9dbYhqa-0QkSQOITlEDjdvzUdvzopzxE57IYbUXWI/s1600/fragole+a+merenda.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoA1dfuCRvWjsldWh23X_cAjEMb5e7vU5IaTeJm8L8O6m9OMRuHjmRzrKPUPjsycC261oreYMQchxlISNHBydFs9ls78K9wpfCsTc9dbYhqa-0QkSQOITlEDjdvzUdvzopzxE57IYbUXWI/s400/fragole+a+merenda.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono andata a comprare questo libro durante la mia pausa pranzo, il giorno stesso in cui è uscito. In questo periodo sono talmente impegnata che non avevo captato nessuna voce di corridoio sulla sua pubblicazione, così leggere il <a href="http://www.fragoleamerenda.it/post/vi-racconto-una-storia-anzi-un-libro/">post di Sabrine d'Aubergine in cui se ne annunciava l'arrivo in libreria </a>mi ha sorpresa e riempita di gioia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono una fan della prima ora di Madame d'Aubergine, ma negli anni il mio affetto per lei è cresciuto a dismisura. Amo Sabrine perché è una donna garbata, che non ha mai una caduta di stile, una portatrice sana di buongusto - definizione coniata dal consorte quando ci frequentavamo da qualche settimana, e con la quale mi conquistò definitivamente -, ma soprattutto perché è autentica.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sabrine non ha aperto un blog per partecipare ai contest o per ricevere a casa pacchi dono zeppi di patatine fritte. Per fare le foto non ha dovuto attrezzarsi con fondali in legno che simulassero tavoli segnati dal tempo, o comprare un corredo di piatti, ciotole e posate ad hoc. La bellezza delle sue foto non è mai quella un po' artefatta del set fotografico, e le sue ricette sono prive dello spirito modaiolo che invece pervade molte di quelle che si trovano adesso in rete. Se si ha uno sguardo attento e un po' allenato, si comprende in modo molto chiaro che quello che s'intravede nei suoi post è proprio il suo mondo, che il tavolo è quello di casa, che le posate sono quelle prese dal cassetto, che gli stampi, le pentole, le teglie, sono quelli che usa tutti i giorni per preparare il pranzo alla sua famiglia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Affacciarsi nel blog di Sabrine, almeno per me, è come andare a fare due chiacchiere a casa di un'amica che ti offre il tè e uno scone, e intanto ti racconta della sua giornata, dell'ennesima avventura con i muratori, i pittori, gli idraulici. Oppure ti spiega che quegli scone che tu hai trovato meravigliosi li ha imparati da Brenda, durante una delle estati trascorse in Inghilterra. È rilassante, divertente, e ti riconcilia con il mondo. E mentre sei lì - proprio perché percepisci che è tutto vero - ti chiedi come faccia Sabrine ad avere sempre tutto sotto controllo, la casa in ordine, la brioche che lievita accanto al termosifone, il lavoro che procede preciso secondo la tabella di marcia, pur senza trasformarsi in una Bree Van de Kamp che ti provoca un'ansia da prestazione più devastante di un'orticaria. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E lo stesso accade con il libro che è proprio un libro libro, non un semplice ricettario. Ci sono le ricette, sì, sempre perfette e corredate di piccoli suggerimenti che ne garantiscono la riuscita, ma ci sono anche decine di storie, decine di personaggi, di ricordi, narrate con una grazia che ammalia. Per me, sceneggiatrice attempata vittima di insonnia cronica intervallata da improvvisi tracolli narcolettici, l'arrivo del libro di Madame d'Aubergine è stata una benedizione. Posso sfogliarlo a letto o raggomitolata sul divano, senza la paura che cadendomi di mano si rompa, cosa che invece è successa tante volte al mio iPad, franato al suolo mentre leggevo i post su Fragole a merenda. </div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, l'ho già scritto su facebook, se volete garantirvi molte ore di puro piacere e una gran quantità di ricette deliziose per colazioni, merende e spuntini, comprare questo libro è un imperativo assoluto. Quanto a me, assidua esecutrice delle ricette di Sabrine, mi congedo con una preparazione che non è presente nel libro, ma è perfetta per una cena a due organizzata all'ultimo momento, in una sera autunnale in cui tira vento e si ha bisogno di coccole.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgah5PiGGH5FgEUH8SMjdJ5VtVubGhBSFor1vp20K-MQum7IAjBFQQhRSGp3OWBEb8l6s9lZ5E7k4cgEFCzkoyYdgdGYfXweY3EYZpILOdOE35fJZfg7aB1fvw1tKQReB4iXtFQXFHUz7fx/s1600/topinambur.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgah5PiGGH5FgEUH8SMjdJ5VtVubGhBSFor1vp20K-MQum7IAjBFQQhRSGp3OWBEb8l6s9lZ5E7k4cgEFCzkoyYdgdGYfXweY3EYZpILOdOE35fJZfg7aB1fvw1tKQReB4iXtFQXFHUz7fx/s400/topinambur.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Vellutata di topinambur con carciofi croccanti</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
500 g di topinambur </div>
<div style="text-align: justify;">
150 g di patate</div>
<div style="text-align: justify;">
2 carciofi</div>
<div style="text-align: justify;">
1 scalogno</div>
<div style="text-align: justify;">
2 bicchieri di latte</div>
<div style="text-align: justify;">
2 cucchiai d'olio </div>
<div style="text-align: justify;">
sale e pepe</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io e i topinambur ci siamo conosciuti una ventina di anni fa, quando abitavo a Torino. Me ne sono innamorata fin dal primo assaggio, durante un'indimenticabile cena a base di bagna càuda nello Spazione della Holden, e da allora rientrano nell'olimpo dei miei ingredienti del cuore. Quando sono tornata a vivere a Napoli, lasciando per sempre la mia minuscola casetta in piazza Cavour, fra i tanti rimpianti c'era anche quello di non poter più mangiare i topinambur, all'epoca introvabili nella mia città. Fortunatamente il tempo è passato, il mondo è diventato più piccolo e adesso i topinambur si trovano anche qui in qualsiasi supermercato. Se non li avete mai assaggiati vi consiglio di farlo, rimarrete affascinati dal loro sapore delicato che ricorda vagamente il carciofo, e la vostra salute ne avrà grandi benefici visto che sono ricchi di inulina e aiutano ad abbassare sia la glicemia che il colesterolo. Ma veniamo alla preparazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibO18qPxthXFAh9jDGDYLSydHxbr4IVQMB-5bF-Fb-rQcBRlqOXjke8ZUwVldJqmLCSYplxkFm228y_MqZfck5mngWHs6WorSTJJRF0DCFe1_wPj0d6OHjDTJZi-RsisvYLjPlER8hpGJW/s1600/vellutata+di+topinambur+e+carciofi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibO18qPxthXFAh9jDGDYLSydHxbr4IVQMB-5bF-Fb-rQcBRlqOXjke8ZUwVldJqmLCSYplxkFm228y_MqZfck5mngWHs6WorSTJJRF0DCFe1_wPj0d6OHjDTJZi-RsisvYLjPlER8hpGJW/s400/vellutata+di+topinambur+e+carciofi.jpg" width="398" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sabrine dice di sbucciare i topinambur, le patate e lo scalogno, di tagliare tutto in fettine sottili da sistemare poi in una pentola, coperti a filo con l'acqua. Io ho fatto qualche piccola variazione. Ho infatti rosolato lo scalogno in un filo d'olio, poi ho aggiunto topinambur e patate, salato, e coperto a filo con il latte. Ho portato a bollore e cotto fino a quando le verdure non si sono ammorbidite. Nel frattempo ho pulito i carciofi - senza pietà, eliminando quasi i due terzi delle foglie e tagliandoli al massimo a 4 cm dal gambo -, li ho tagliati a metà e poi a fettine e li ho saltati nell'olio fino a farli diventare croccanti. Una volta cotte le verdure, ho frullato con il minipimer aggiungendo ancora tanto latte quanto necessario a raggiungere la consistenza di una crema abbastanza densa. Ho servito in una ciotola con un filo d'olio, una bella macinata di pepe nero e i carciofi, sistemati in un bel mucchietto centrale. Provate anche voi, vi garantisco che non ve ne pentirete.</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-81838930168986610302014-08-25T00:04:00.003+02:002014-08-26T09:04:17.674+02:00Agosto, vacanza mia non ti conosco<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirmSiymkjnexPJaaZfhGIzFeE_eyL5QaWngj-8OejvdFWpZeGreramT8I416iWAssQif_xjO1Lgvq1mXDB80ayVaVRKMd7T-tEyDP9_e0kjxJFmZ9VeWocy358S2wrSw561t3-j2TGqG0A/s1600/agosto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirmSiymkjnexPJaaZfhGIzFeE_eyL5QaWngj-8OejvdFWpZeGreramT8I416iWAssQif_xjO1Lgvq1mXDB80ayVaVRKMd7T-tEyDP9_e0kjxJFmZ9VeWocy358S2wrSw561t3-j2TGqG0A/s1600/agosto.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quest'anno è andata così. Niente mare, niente montagna, niente mete esotiche, niente capitali europee. Perfino la piscina della Mostra d'Oltremare, in genere da me molto frequentata, quest'anno non mi ha visto fare neanche una cauta immersione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quest'anno il mio posto è stato qui, alla scrivania.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Va bene, per carità. Di questi tempi non è che ci si possa lamentare perché si ha del lavoro da fare, e quindi io non mi lamenterò. </div>
<div style="text-align: justify;">
Io.</div>
<div style="text-align: justify;">
Perché il consorte invece si è lamentato moltissimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Giustamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non che io non ci abbia provato a mandarlo in vacanza, sia chiaro. Ma lui si sentiva in colpa a godersi il relax sapendomi sola a casa a sceneggiare, e perciò è rimasto con me. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Va be', ma in fondo non è poi così male 'sta cosa di rimanere in città.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho argomentato provando a indorargli la pillola. </div>
<div style="text-align: justify;">
- Andremo controcorrente. </div>
<div style="text-align: justify;">
- Come i salmoni? </div>
<div style="text-align: justify;">
Ha chiesto il consorte un po' interdetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
- No. Come quelli che fanno le vacanze intelligenti. Ad agosto, mentre gli altri si accalcano su spiagge talmente affollate che per vedere il mare devi sbirciare le foto su facebook, ci godiamo la città finalmente silenziosa, e a settembre, quando tutti gli altri sono tornati a casa, ci deliziamo su una spiaggia deserta.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, dopo averlo attrezzato con Il conte di Montecristo e un phon industriale per aiutarlo a occupare il troppo tempo libero, e avergli ripetuto più volte la solfa delle vacanze intelligenti, anche il problema consorte deluso è stato risolto.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lui legge e svernicia la porta d'ingresso bisognosa di un restauro, e io sceneggio nel mio studio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto sarebbe andato per il meglio, perché la città, o perlomeno la nostra zona, è effettivamente deserta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tranne i venti metri quadrati di suolo pubblico antistanti la finestra della nostra camera da letto, dove invece, almeno una volta al giorno, passa chiunque si trovi a Napoli in questo momento.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si comincia all'alba, quando veniamo felicemente risvegliati dai gruppetti di cingalesi che si riuniscono sotto la nostra finestra prima di andare al lavoro. Il consorte bofonchia, io cerco di rabbonirlo. Parlano una lingua così musicale... sembra di sentire un'orchestra composta esclusivamente di triangoli, vibrafoni, e <a href="https://www.youtube.com/watch?v=96pPhG50LbI">hang</a>. Il consorte mi guarda con l'aria di chi sta valutando un TSO, quindi decide che sono una causa persa, si tira il cuscino sulla testa e si rimette a dormire. O almeno ci prova.<br />
<br />
Un paio d'ore dopo è il turno delle ucraine, e allora sono io ad andare in ansia. Perché il loro tono è talmente aggressivo e autoritario, perfino quando si tratta di amabili chiacchiere con le amiche, che a me viene istintivo buttarmi giù dal letto, mettermi sull'attenti e andare a preparare la colazione marciando al passo dell'oca.<br />
<br />
Seguono ameni intermezzi gentilmente offerti da quei pochi, pochissimi, che non sono partiti ma sono in procinto di farlo, o che sono appena tornati, e che - sempre e comunque - invece di intrattenersi nelle aree limitrofe alle loro abitazioni, preferiscono farlo qui davanti.<br />
<br />
Se ne ricavano alcune chicche che, devo riconoscerlo, a metà giornata ci strappano qualche sorriso.<br />
Si va da...<br />
- Uanema Titi', che c'hai messo dentro a 'sta valigia, un corpo umano?<br />
A...<br />
- Quello sapete che mi dice? Io i 240 cavalli della macchina li voglio sentire tutti! Intanto a casa nostra tenimmo cchiù fotografie 'e l'autovelox che d'o matrimonio!<br />
<br />
Poi c'è la sezione "turisti", che ha orari imprevedibili, ma non manca mai. Sono spagnoli, francesi, inglesi, americani, giapponesi, tedeschi e tutti, dico tutti, si fermano sotto la nostra finestra a chiedere informazioni.<br />
<br />
Ora si sa, il napoletano è naturalmente disponibile e generalmente si dà molto da fare per rendersi utile, anche quando è più che evidente che non ne ha la capacità. Quindi in genere lo scenario è questo: due ragazzi fermano uno sporadico passante che, inutile dirlo, pur essendo sporadico non sta né un metro prima né un metro dopo la nostra finestra, e gli chiedono informazioni in un francese, inglese, o tedesco, appena punteggiato di qualche parola in italiano.<br />
<br />
Il passante non capisce un accidenti, ma non si dà per vinto. Così, mentre i turisti assistono attoniti, si affretta a citofonare o a telefonare o semplicemente a mettersi in contatto gridando a gran voce con un suo amico che in teoria conosce benissimo le lingue, ma in pratica ne sa meno di lui.<br />
<br />
Queste conversazioni fra sordi, per quanto a volte irresistibili, indispettiscono a morte il consorte (a me succede lo stesso con i film demenziali) che, quando proprio non ne può più, si avvicina alla persiana chiusa e urla ai turisti le informazioni richieste. Quelli rischiano l'infarto, non lo nego, ma almeno capiscono dove andare (a quel paese, suggerirebbe il consorte) e salpano verso altri lidi.<br />
<br />
Finalmente scende la notte. Il consorte ed io ci infiliamo sotto le lenzuola, lui prende Il conte di Montecristo, io faccio le parole crociate. La città dorme, non passa neanche un'automobile. Spegniamo la luce e ci accingiamo a scivolare dolcemente nel sonno, quando dalla finestra arrivano le voci sommesse, ma chiarissime, di tre uomini.<br />
<br />
Io mugugno al consorte di affacciarsi e chiedere ai tre di tacere, ma lui si mette il dito indice davanti alle labbra, facendomi capire chiaramente che quella che deve star zitta sono io, quindi si predispone all'ascolto, interessatissimo. Apprende così che i tre sono soci, anche se non si capisce di cosa, ma che uno di loro si è mangiato una discreta cifretta, sottratta dal conto societario, <i>pe' anna' a se diverti' cu 'na zoccola.</i> Seguono insulti, minacce e ipotesi più o meno fantasiose su come il giovane virgulto, irretito dalla profumiera, debba fare per per restituire il maltolto. Il consorte si appassiona come non gli ho visto fare neanche quando guardavamo Sherlock e c'era da capire chi fosse il colpevole, si siede sul davanzale e si gode lo spettacolo per una buona mezz'oretta.<br />
<br />
Alla fine sono esausta. Brontolo contro l'estate, il caldo che ci costringe a tenere la finestra aperta, il condominio che non ci permette di installare un condizionatore, l'ubicazione della casa, e il fatto che siamo dovuti restare in città.<br />
Il consorte mi guarda divertito.<br />
- Bene, e che fine ha fatto la tua teoria dell'andare controcorrente come i salmoni?<br />
- I salmoni mi hanno stufato, caro mio. Dall'anno prossimo ci spostiamo in banco. Come i tonni.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVYFXJT93N-iVJejnTfchv-MokQCzbbiWLH1GoKxNf0eMWeHElhNU7km_gSsRzK07MGkHA8yBkF4uy9IT5gNSu-jUCCEmBVPM4gy3oA4A8YHjlY1mNSlYIx5EDbnoDxwM-B8SJ2YRjTE0x/s1600/polpettone+di+tonno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVYFXJT93N-iVJejnTfchv-MokQCzbbiWLH1GoKxNf0eMWeHElhNU7km_gSsRzK07MGkHA8yBkF4uy9IT5gNSu-jUCCEmBVPM4gy3oA4A8YHjlY1mNSlYIx5EDbnoDxwM-B8SJ2YRjTE0x/s1600/polpettone+di+tonno.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
Polpettone di tonno<br />
per 4 o 5 persone<br />
(non lo dico io, lo dice <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ada_Boni">Ada Boni</a>)<br />
<br />
200 g di tonno sott'olio<br />
3 cucchiai di pane grattato finissimo<br />
3 cucchiai di parmigiano grattugiato<br />
1 uovo<br />
1 chiara d'uovo (usate il tuorlo per fare una bella maionese)<br />
<br />
Ecco qua, già immagino le vostre obiezioni. E che fine hanno fatto le patate? Perché non sono nell'elenco degli ingredienti? Le patate non sono contemplate, signori miei.<br />
<br />
C'è chi dice che il mondo si divida in quelli che amano i Beatles e quelli che amano i Rolling Stones, chi sostiene che si divida in quelli che trovano che M. Butterfly sia il film migliore di Cronenberg e quelli convinti che sia il peggiore, quelli che hanno amato il finale di Lost e quelli che lo hanno detestato, quelli che parteggiavano per la Callas e quelli che invece le preferivano la Tebaldi.<br />
<br />
Per me il mondo si divide in quelli che per polpettone di tonno intendono quel cataplasma di tonno e patate dalla consistenza sospetta, e quelli che invece sono cresciuti in una casa fornita di Talismano della felicità e quindi sanno che l'unico, vero, inimitabile polpettone di tonno è quello ritratto nella foto sopra.<br />
<br />
Questo, oltre a essere il piatto della mia infanzia, un vero e proprio comfort food, è anche uno di quei piatti che ti risolvono la serata quando, per esempio, sul calar della sera ti telefonano due amici e si auto invitano a cena, e tu hai staccato la spina del frigo perché tanto è talmente vuoto che almeno risparmi corrente.<br />
<br />
Prepararlo, inutile dirlo, è di una semplicità disarmante. Scolate l'olio, e mettete il tonno in una ciotola, quindi armatevi di forchetta e cominciate a sminuzzarlo. Lavoratelo per almeno un paio di minuti, in modo da ottenere una consistenza abbastanza omogenea. Aggiungete il pane grattato e il parmigiano, e continuate a lavorare con la forchetta. Quando i tre ingredienti si saranno amalgamati, aggiungete l'uovo e la chiara. Continuate a mescolare bene. Ne otterrete una massa umida, facilmente modellabile. A questo punto prendete un pezzo di carta argentata, rovesciatevi sopra l'impasto e lavoratelo dandogli la forma di un cilindretto. Avvolgetelo poi nell'alluminio e chiudetene bene le estremità. Mettetelo in una pentola che lo contenga agevolmente, copritelo di acqua fredda, e fatelo cuocere per un'ora dal bollore. Passato questo tempo scolatelo, attendete che si sia raffreddato, quindi liberatelo dell'alluminio e tagliatelo in fettine di mezzo centimetro di spessore. Servitelo accompagnato da una maionese preparata con il tuorlo avanzato.<br />
<br />
In ogni caso, se proprio volete il rigore filologico, ecco la foto della ricetta così come compare nel Talismano appartenuto alla Titta.<br />
Come sempre, fatemi sapere.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN-9fF-Xx3Qv7KVqt_F1f53gspAo-t36DEu9WqVVGDjF4A7UdhVw2Vn8IqHC9_Gm7A3-lnRh9FerKWjK8iivDG3cEiiwRiUiGxdj5sGO20Fkdxw2MxPrN8vHmCJn47gonBM_uAPBu04gWY/s1600/talismano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN-9fF-Xx3Qv7KVqt_F1f53gspAo-t36DEu9WqVVGDjF4A7UdhVw2Vn8IqHC9_Gm7A3-lnRh9FerKWjK8iivDG3cEiiwRiUiGxdj5sGO20Fkdxw2MxPrN8vHmCJn47gonBM_uAPBu04gWY/s1600/talismano.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<br /></div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-27892884872325149162014-07-23T08:14:00.001+02:002014-07-23T09:13:55.929+02:00Le avventure della Gastronomica al volante<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjFqqzlowsm8NHZDJ3fKw58LvZYkJQlGL9TDZHyhD5ocCvqs3LIS-aSz-Psi3Kp5MJGsCrmrIfcoe8ThHLFW7H_jFj5eFDJDO1jwZGS1u9-rpeCmoCCtL5ftUV1re53rrBTa_wHmgRIUXu/s1600/500.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjFqqzlowsm8NHZDJ3fKw58LvZYkJQlGL9TDZHyhD5ocCvqs3LIS-aSz-Psi3Kp5MJGsCrmrIfcoe8ThHLFW7H_jFj5eFDJDO1jwZGS1u9-rpeCmoCCtL5ftUV1re53rrBTa_wHmgRIUXu/s1600/500.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se ami la buona cucina e la tua idea di vita sociale contempla l'andare a cena fuori almeno una volta alla settimana, ma hai sposato un uomo che ha con la bilancia una relazione più intensa di quanto non l'abbia con te, hai solo due alternative possibili: o ti rassegni a struggerti di desiderio leggendo le recensioni dei ristoranti in cui vorresti andare, oppure ti trovi un compagno di scappatelle culinarie da consumarsi rigorosamente lontano dagli occhi, e soprattutto dal girovita, del consorte.<br />
<br />
Inutile dire che ho optato per la seconda, anche se, devo ammetterlo, ho commesso un grave errore tattico e ho scelto il mio compagno di banchetto in quel di Torino, più o meno a novecento chilometri di distanza da casa mia. Che devo farci, in questi casi è questione di affinità elettive, e il sodalizio con Erre dura ormai da vent'anni, vale a dire da quando ero una giovane emigrante nostalgica della genovese e del ragù di mammà, e lui mi consolava portandomi in giro per ristoranti a scoprire le gioie della cucina piemontese.<br />
<br />
Adesso fra noi funziona più o meno così: una volta ogni paio di mesi ricevo da Erre una telefonata con la quale mi comunica che sarà a Napoli il giorno dopo (mai che si annunci con un po' più di anticipo) e mi chiede con trepidazione dove lo porterò a cena.<br />
<br />
L'ultima volta Erre mi ha chiamato nella tarda mattinata del primo maggio, quando già era salito sul treno per Napoli.<br />
- Arrivo in serata. Dove mi porti?<br />
- Erre, ma è il primo maggio... fra ristoranti chiusi e quelli già tutti pieni sarà complicato trovare un posto. Almeno fammici pensare un momento!<br />
Così medito a lungo perché, anche se Erre non lo sa, gli sfizi prima di farli togliere a lui devo togliermeli io, e alla fine telefono a <a href="http://www.pietroparisi.it/">Pietro Parisi</a>, chef e patron di Era ora, ristorante in quel di Palma Campania.<br />
<br />
Io e Pietro ci siamo conosciuti un paio d'anni fa, sul web. È da allora che propongo al consorte di andare a cena nel suo ristorante, ma lui si rifiuta categoricamente. Non ci pensa proprio a farsi un'ora di auto all'andata e una al ritorno solo per andare a mangiare! (Però quando va a lavorare in provincia succede che spesso sulla via del ritorno si perda e, guarda caso, vada a finire proprio a Palma Campania e mi faccia delle telefonate importune nelle quali mi chiede con una vocina dispettosa "indovina dove sono?")<br />
<br />
Così mi accordo con Pietro e prenoto un tavolo per le nove, contando sul fatto che Erre arriverà a Napoli alle sette. Poi però succede che Erre perda la coincidenza e accumuli un'ora di ritardo, che la mia auto decida di morire dopo aver fatto venti metri, che l'auto di mio padre, presa in prestito in extremis, abbia il navigatore rotto, che improvvisamente tutti i napoletani abbiano deciso di dover mettersi in auto e, guarda caso, fare proprio lo stesso percorso che devo fare io per arrivare all'albergo di Erre. Così, ancora prima di incontrarci e lasciare Napoli, io e Erre abbiamo la consapevolezza che, ahimé, non saremo da Pietro prima delle dieci.<br />
<br />
Recupero Erre al volo e, senza neanche perdere tempo a salutarlo, gli schiaffo in mano il mio iPhone dicendogli che non ho idea di dove andare e imponendogli di fare da navigatore, sfruttando l'app del mio cellulare. Ma purtroppo Erre non è un nativo digitale e quindi non sa neanche da dove cominciare, come mi ripete più volte credendo di suscitare la mia comprensione e ottenendo invece di rendermi sempre più insofferente.<br />
<br />
Insomma, finisce che neanche abbiamo imboccato l'autostrada e già ci siamo persi. Fra me che da brava miope/presbite/astigmatica/fotofobica leggevo un cartello stradale sì e tre no, Erre che continuava a maneggiare il mio telefono come fosse un ordigno nucleare, il buio e le chiacchiere, dopo un po' scopriamo non solo di essere diretti a Bari, ma di esserci anche quasi arrivati.<br />
<br />
Dopo tre telefonate a Pietro per spostare la prenotazione ("non vi preoccupate, quando arrivate arrivate", ha risposto l'ultima volta), una conversione a U che neanche San Paolo sulla strada di Damasco, un momento di sconforto nella solitudine dell'aperta campagna, la richiesta di informazioni a due distinte signorine semi ignude che quando hanno capito che non eravamo interessati a del simpatico sesso di gruppo a pagamento ci hanno mandati a quel paese, non so neanche io come, siamo arrivati al ristorante.<br />
<br />
E finalmente ci siamo rilassati.<br />
<br />
Andare a cena da Pietro Parisi è come entrare in una macchina del tempo in cui presente e passato, nuove scoperte e vecchi ricordi, esistono contemporaneamente. Questo accade perché la cucina di Pietro è caratterizzata da un lavoro certosino di riscoperta di ingredienti della tradizione contadina ormai dimenticati - per esempio le erbe selvatiche come il silene o la portulaca - utilizzati però con tecniche moderne.<br />
<br />
Pietro è forse la persona più tenace e integra che io abbia mai conosciuto. È un uomo che si è dato degli obiettivi e, in modo lento ma inarrestabile, li ha raggiunti tutti, senza per questo perdere l'umiltà che è tipica di chi è davvero intelligente. Perciò, ancor più della cena - durante la quale molti piatti sono stati una piccola epifania - io ed Erre ci siamo goduti il dopo cena, con Pietro seduto al nostro tavolo che ci parlava di sé, della sua famiglia - a partire dalla nonna Nannina, maestra di cucina e di vita, per finire alla nipotina Carmen e alla figlia Antonia, che non ha ancora compiuto un anno - della sua formazione in giro per il mondo e della scelta di tornare poi a casa, aprendo un ristorante in un territorio difficile, ma che Pietro ama ed è determinato a valorizzare.<br />
<br />
Così, fra un bicchiere di vino e l'altro, Pietro ci ha raccontato della pizza a lievito fujuto, impastata usando il siero della mozzarella, dei seccamienti, un antico metodo di conservazione delle verdure estive che usa regolarmente, e dei VOLTI, vale a dire i piccoli coltivatori e allevatori locali da cui Pietro si rifornisce e le cui facce belle e antiche sono immortalate sul menu/magazine di Era Ora.<br />
<br />
Salutiamo Pietro che ormai l'una di notte è passata già da un po', e ci mettiamo in macchina con quell'allegria indolente che segue le esperienze felici. Addirittura azzardiamo una canzone di Mina, visto che lo stereo dell'auto di mio padre si è acceso autonomamente e non riusciamo a spegnerlo. Stavolta Erre ha preso confidenza con l'iPhone e quindi procediamo sicuri verso la meta, fin quando non vediamo all'orizzonte una pattuglia dei carabinieri.<br />
<br />
- Adesso ci fermano, boia faus!<br />
- Erre, non secciare!<br />
- Ci fermano e ci fanno l'etilometro!<br />
- Erre, smettila!<br />
- E ci ritirano la patente, e ci sequestrano anche l'auto!<br />
- Erre, ti ricordo che sei un semplice passeggero. Rilassati!<br />
<br />
Naturalmente ci fermano, in virtù di quella regola non scritta per cui se devi fermare un tot di auto durante un turno di notte nell'hinterland napoletano, meglio che il conducente e il passeggero abbiano l'aria paciosa e affidabile.<br />
<br />
Erre suda freddo, convinto com'è che solo una manciata di minuti ci separi dall'inevitabile arresto, e rischia la sincope quando il carabiniere, oltre ai miei documenti, richiede anche i suoi. Il controllo che segue è talmente lungo, e la situazione talmente ridicola, che a me viene la ridarella. Erre mi sibila di smetterla. Si accorgeranno che sono ubriaca e mi faranno l'etilometro! Inutile ripetergli che dei due l'unico brillo è lui, né che quello dei carabinieri è un controllo di routine, Erre si rilassa soltanto quando il carabiniere ci restituisce i documenti e ci dice che possiamo andare, non prima però di averlo redarguito. Lui che è un giornalista torinese non scriva male dei carabinieri napoletani!<br />
<br />
Erre promette solennemente, e così ci rimettiamo finalmente in viaggio, ma quando al primo bivio gli chiedo indicazioni, mi confessa timidamente che durante la nostra sosta forzata ha dimenticato di spegnere il navigatore dell'iPhone, che ora è irrimediabilmente scarico.<br />
<br />
Propongo di tornare indietro e chiedere indicazioni ai carabinieri, ma Erre comincia a tremare alla sola idea e mi chiede invece di fidarmi del suo proverbiale senso dell'orientamento. È sicuro che riuscirà a trovare la strada di casa! Ora, ricordo perfettamente che una volta io ed Erre ci siamo perduti nel centro di Torino, sua città natale, ma decido di dargli fiducia e faccio bene perché, grazie a lui, nelle successive due ore di pellegrinaggi alla cieca, scopro zone della provincia, ma anche di Napoli, che mai avrei sospettato esistessero e che mai saprei ritrovare.<br />
<br />
Arriviamo al suo albergo, dopo un rocambolesco senso vietato, che ormai è l'alba. Lui ripartirà dopo poche ore, giusto il tempo di farsi una doccia, vedere una mostra, e poi sarà di nuovo sul treno. Mi saluta con un paio di quei baci pudici dei torinesi, e poi mi fa un'ultima domanda:<br />
<br />
- La prossima volta mi porti a cena da Annamaria Varriale?<br />
<br />
No caro Erre, non ti ci porto. Da Annamaria Varriale non ci andremo fin quando non avrai capito che quella che tu credi si chiami Annamaria Varriale è in realtà <a href="http://www.sudristorante.it/">Marianna Vitale</a>.<br />
<br />
E comunque, non prima che io abbia comprato una vecchia, cara, affidabile cartina stradale.<br />
<br />
La prossima volta meglio andare sul sicuro.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_GYWo3sAOQ7TsARbJ8YD5t1OOnGnVDUZwg7FmBSxLEbeVorgOEp1w_Wo6ICf_wu_kZ2AnbWoXlSXxRCijLxVmj8lH8o38G84oUqGO8aCyVp0iJlSNxOB9Kwma4dmWJONpOwXDdV3IcPuU/s1600/parmigiana+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_GYWo3sAOQ7TsARbJ8YD5t1OOnGnVDUZwg7FmBSxLEbeVorgOEp1w_Wo6ICf_wu_kZ2AnbWoXlSXxRCijLxVmj8lH8o38G84oUqGO8aCyVp0iJlSNxOB9Kwma4dmWJONpOwXDdV3IcPuU/s1600/parmigiana+2.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La parmigiana di melanzane nel boccacciello di Pietro Parisi</div>
<div style="text-align: justify;">
per 1 persona </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1 barattolo con la guarnizione da 500 ml</div>
<div style="text-align: justify;">
3 melanzane lunghe</div>
<div style="text-align: justify;">
70 g di fiordilatte tagliato a listarelle molto sottili</div>
<div style="text-align: justify;">
150 g di salsa di pomodori San Marzano</div>
<div style="text-align: justify;">
parmigiano grattugiato</div>
<div style="text-align: justify;">
basilico </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
Quando ancora non ci conoscevamo, Pietro un giorno venne
alla RAI e mi lasciò in portineria due di questi boccaccielli. Tornare a casa,
ravvivarli (poi vi spiego come), aprirli e aspirarne a pieni polmoni il
profumo, fu un'esperienza mistica. Assaggiarne il contenuto, paradisiaco. <o:p></o:p></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Preparare questa meraviglia cremosa e avvolgente è molto più semplice di quanto
si possa immaginare. Per prima cosa si mette a cuocere la salsa usando dei normalissimi
pelati San Marzano, un filo d'olio, uno spicchio d'aglio, basilico, sale e
pepe. Quando la salsa è pronta, bisogna passarla, quindi pesarne 150 g e tenerla
da parte. Intanto si tagliano le melanzane in fette che abbiano 3 mm di
spessore e una lunghezza tale da poter essere agevolmente infilate nel
barattolo. Le melanzane andranno cotte al vapore per 5 minuti, giusto il tempo
di ammorbidirle e fare in modo che perdano un po' di amaro. A questo punto si prende il vasetto precedentemente sterilizzato (vi basta lavarlo bene,
asciugarlo e poi infilarlo nel forno freddo che porterete a 130° e nel quale lo
lascerete per venti minuti dal raggiungimento della temperatura), e si comincia a riempirlo partendo da un cucchiaio
di salsa di pomodoro a cui seguiranno un po' di fiordilatte, un po' di basilico, un po' di parmigiano e le melanzane. Si comprime bene il tutto (le melanzane in cottura perdono molto volume, se non le pressate rischiate di ritrovarvi con un boccacciello pieno solo a metà) e si ricomincia. Una volta arrivati alla sommità del barattolo, si finisce con salsa, fiordilatte, basilico e parmigiano. Si chiude il boccacciello e si procede quindi alla cottura, che può avvenire in tre modi: in forno a vapore a 85° per tre ore; in forno statico, in una placca colma d'acqua, a 85° per tre ore; sul fuoco, immerso in una pentola d'acqua che sobbolle appena, per 2 ore.<o:p></o:p></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Trascorso questo tempo, il boccacciello può essere consumato subito, oppure lasciato raffreddare e conservato in frigo fino a 50 giorni (insomma, li preparate all'inizio di settembre e li mangiate a fine ottobre, quando di melanzane buone davvero non ce n'è più traccia). Se avete optato per la seconda possibilità e volete gustare un boccacciello comme il faut, vi basta tirarlo fuori dal frigo, aspettare che torni a temperatura ambiente, quindi immergerlo per venti minuti, a fuoco spento, in una pentola d'acqua che abbia appena raggiunto il bollore e che coprirete con un coperchio.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Qui in casa Gastronomica siamo diventati addicted.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Scommetto lo diventerete anche voi.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoLC392rmBbExtO6Hs0F_fOY2RRjC3gtssE5E2LquDJZ3OrgkI9EQj-ANud-DpOMbvJozazCDyHMwqwjcB-pOeHV4cUKC0tipT0YHHJAxhCi7v2tH7Lv8k8anEsZY2m1Lvc6SuTDAGKUm4/s1600/parmigiana.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoLC392rmBbExtO6Hs0F_fOY2RRjC3gtssE5E2LquDJZ3OrgkI9EQj-ANud-DpOMbvJozazCDyHMwqwjcB-pOeHV4cUKC0tipT0YHHJAxhCi7v2tH7Lv8k8anEsZY2m1Lvc6SuTDAGKUm4/s1600/parmigiana.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
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Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-54793409524855330632014-02-13T17:35:00.000+01:002014-02-13T19:02:50.701+01:00Che pizza!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuZwYF8qwuSy1v8nr1XJxXq-i5OLZjPso0sEdPnYSTxm93MKaK4PIh_ui2ED6vOt2uwJsdJHFj7v-1HhiXu8CTwkxRAqcnn6IH2VGGmpga8OSEZypSLKnxAYGER_iqTg-irWUgUSoB3I5a/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+296.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuZwYF8qwuSy1v8nr1XJxXq-i5OLZjPso0sEdPnYSTxm93MKaK4PIh_ui2ED6vOt2uwJsdJHFj7v-1HhiXu8CTwkxRAqcnn6IH2VGGmpga8OSEZypSLKnxAYGER_iqTg-irWUgUSoB3I5a/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+296.JPG" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
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</div>
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Sono una napoletana anomala, l'ho detto tante volte. Chiedimi di chiudere gli occhi e pensare a cosa vorrei mangiare prima di cominciare una dieta severa che si protragga nel tempo, e io ti chiederò un uovo in cocotte con una dose generosa di tartufo nero di Norcia, o una bella porzione di canederli allo speck.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Vivo tranquillamente senza ragù, sono capace di non mangiare la genovese per anni e, lo confesso, nutro una sincera antipatia per la pizza fin da quando ero bambina.</div>
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<br /></div>
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Quella base gommosa, quel pomodoro acido e sempre troppo liquido, quel fior di latte che finiva con l'annacquare ulteriormente la salsa e rendere la pizza ancora più molliccia, sono stati l'incubo della mia infanzia. Ogni volta che un'amichetta voleva festeggiare il proprio compleanno in pizzeria, a me veniva l'ansia già dalla settimana precedente e puntualmente fingevo di sentirmi male per non partecipare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, chi l'avrebbe mai detto che poi - giunta ormai nel mezzo del cammin di nostra vita - fra me e la pizza sarebbe scoppiato l'amore?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non credo di essere cambiata io, quella che è davvero cambiata è lei e il merito di questa metamorfosi va a una generazione di pizzaioli che ha puntato sull'altissima qualità delle materie prime, su uno studio attento dell'impasto, e una cura particolare per la lievitazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Uno di questi è Ciro Salvo, fanatico delle farine e delle lunghe lievitazioni, da oggi a Napoli, in piazza Sannazaro, alla guida della pizzeria 50 kalò.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così oggi a ora di pranzo ho lasciato che i miei colleghi si avviassero mestamente verso la mensa mentre io invece salivo in vespa e puntavo verso piazza Sannazzaro, decisa a godermi un assaggio di quella che, ne sono certa, diventerà la pizza di riferimento per chi abita fra Chiaia e Posillipo, la pietra di paragone con cui misurare tutte le altre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivo che in tavola c'è un ripieno bianco e ne assaggio un pezzetto ormai tiepido ma, meraviglia assoluta, l'impasto è ancora morbido, cedevole. Avvolge il palato con un sapore rotondo che ben si sposa con il velluto della ricotta.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjRCk6KKvR3-MRKF1doxHeKYuzkYkkmDPwgq06ipzsQc3mTonsFY5wfAijEeHrqhmf1j9iL0-YEiMd_Gaau7sNMbxCtZagXfO5Qv1H4keDnIl4pgiYacAjVDiEhE6I2RgtPvfJHXh1V9aq/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+298.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjRCk6KKvR3-MRKF1doxHeKYuzkYkkmDPwgq06ipzsQc3mTonsFY5wfAijEeHrqhmf1j9iL0-YEiMd_Gaau7sNMbxCtZagXfO5Qv1H4keDnIl4pgiYacAjVDiEhE6I2RgtPvfJHXh1V9aq/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+298.JPG" height="400" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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A seguire arriva la Pizza dell'Alleanza, in cui il fior di latte di Agerola si fonde con i sapori ben netti del lardo di Colonnata, del conciato romano, della cipolla ramata di Montoro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Pasquale, uno dei camerieri di 50 kalò, tutti sorridenti, solerti e così veloci da dare l'impressione di volare fra i tavoli, mi chiede cos'altro voglia assaggiare. Facciamo un rapido referendum e optiamo per una marinara, una pizza con pomodori del piennolo e provola, e una classica margherita.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIVVz4TjJuFf1wnhSkcAGRMU8Ip4n8J1wglG0_1tbTbO787TCJyPlfvVZpNxHsK3XWyIUdHcTO9IXu5csSi8pyNFC8MLWQ2GIhNSVcp2nPDGpSQFDOf9tJ2VZ0RU79ror5AntvJi4fw6JG/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+303.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIVVz4TjJuFf1wnhSkcAGRMU8Ip4n8J1wglG0_1tbTbO787TCJyPlfvVZpNxHsK3XWyIUdHcTO9IXu5csSi8pyNFC8MLWQ2GIhNSVcp2nPDGpSQFDOf9tJ2VZ0RU79ror5AntvJi4fw6JG/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+303.JPG" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
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<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSsqPjcmZF_lfal06iHN-TXCDTFTDhKu9n47qDaGBJ2ZkCO0ieMDKsxc6sSaW9BC55JKWnnWNLVIrCPCgROrO26Fz1pu6GOBb1tW0aJOtllbiSz9d1i6cBUYxOJkYNNSFFqRPQt9TyK_Mk/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+312.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSsqPjcmZF_lfal06iHN-TXCDTFTDhKu9n47qDaGBJ2ZkCO0ieMDKsxc6sSaW9BC55JKWnnWNLVIrCPCgROrO26Fz1pu6GOBb1tW0aJOtllbiSz9d1i6cBUYxOJkYNNSFFqRPQt9TyK_Mk/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+312.JPG" height="400" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi rimetto in vespa per tornare al lavoro e penso a mia madre, che da anni ormai esprime il desiderio di mangiare una pizza che sia buona, ma buona davvero. Domani la porto a pranzo da Ciro al 50 kalò, perché, incredibile a dirsi, la pizza buona davvero adesso ce l'ha a 500 metri da casa. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Anzi, una pizza più che buona.</div>
<div style="text-align: justify;">
La migliore che io abbia mai mangiato.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE1NlhOIjc1Uk4qHWukI8mRi05xz4dg1HkgJi4P2unMpuxoAPdJtSgj5HV90DUGjmmvEN16fEd3tss7Rk0s-eyYdMp0zUP0qMIY4dUFFAE67-ukAtz_bG_3YT15qFOSKUslEEalaN4kVb3/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+316.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE1NlhOIjc1Uk4qHWukI8mRi05xz4dg1HkgJi4P2unMpuxoAPdJtSgj5HV90DUGjmmvEN16fEd3tss7Rk0s-eyYdMp0zUP0qMIY4dUFFAE67-ukAtz_bG_3YT15qFOSKUslEEalaN4kVb3/s1600/fine+gennaio+inizio+febbraio+2014+316.JPG" height="400" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>50 kalò</i><br />
<i>Piazza Sannazzaro, 201/B</i><br />
<i>Napoli</i><br />
<i>Tel. 081 19204667</i></div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-83193625221810969612014-01-06T10:12:00.000+01:002014-01-07T21:44:04.451+01:00L'epifania che tutte le feste (finalmente) si porta via<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrCICPSkZMswG4Cq7yP27krp-7OEIO6vFSCmW-ae2TC7KHOekCHemZsNvAd17KB01tAewgy4KkHbdyTiPmyhyphenhyphendr_8PG2nWaOUK9KWkWS1yz-x9FB1mF78fp_5zY7kGbEhVNdyAwMaG8Z1M/s1600/ghirlanda.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrCICPSkZMswG4Cq7yP27krp-7OEIO6vFSCmW-ae2TC7KHOekCHemZsNvAd17KB01tAewgy4KkHbdyTiPmyhyphenhyphendr_8PG2nWaOUK9KWkWS1yz-x9FB1mF78fp_5zY7kGbEhVNdyAwMaG8Z1M/s400/ghirlanda.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ce l'abbiamo fatta, anche quest'anno siamo sopravvissuti al mese di delirio che comincia l'otto dicembre con la decorazione della casa e finisce il sei gennaio, con il ritrovamento fortuito della calza preparata dal befanesco consorte.<br />
<br />
Che non sarebbe stato facile l'avevo capito fin dall'Immacolata, quando il consorte, con il fare vago che lo contraddistingue, mi ha chiesto che tipo di decorazione pensassi di mettere sulla porta.<br />
<br />
- Ma nessuna, come al solito. - Ho risposto mentre continuavo ad appendere campanelle all'albero (nelle questioni natalizie ho subìto l'imprinting di <a href="http://www.youtube.com/watch?v=vk09cb2uwUs">La vita è meravigliosa</a>).<br />
- Però sarebbe carino metterci una ghirlanda. - Ha insistito lui.<br />
- Senti, la ghirlanda non è prevista. Non ce l'ho la ghirlanda. Ma poi com'è che all'improvviso ti è venuta 'sta voglia di ghirlanda?<br />
- No... è che prima sono uscito sul pianerottolo e ho visto che tutti i vicini ne hanno messa una sulla porta. Va be', ma non preoccuparti... domani ne compro una io dai cinesi.<br />
<br />
Ecco, la pressione sociale da una parte, e il terrore dei possibili acquisti asiatici consortili dall'altra, hanno fatto sì che io trascorressi la notte fra l'otto e il nove dicembre in versione elfo di Babbo Natale ricombinato geneticamente con <a href="http://www.designsponge.com/about">Grace Bonney</a>, per produrre la ghirlanda che vedete ritratta in foto, realizzata con la forza della disperazione, una gruccia di ferro da lavanderia, un po' di feltro, qualche nastro conservato dai natali precedenti e le mie formidabili forbici con le lame a zigzag.<br />
<br />
E questo è stato solo l'inizio. Anche se devo ammettere che tutto ciò che è accaduto dopo l'ho voluto io e soltanto io.<br />
<br />
- Senti, ti ricordi che il mese scorso volevo fare la cena del Thanksgiving?<br />
- Ma poi fortunatamente siamo andati a Roma. Sì, lo ricordo.<br />
- Beh, stavo pensando di trasformarla in una festa pre-natalizia.<br />
- Mmmm...<br />
- Aspettiamo che gli amici che vivono fuori tornino a Napoli, e poi li convochiamo tutti. Il ventidue dicembre sarebbe l'ideale.<br />
- E scommetto che hai già fatto una lista degli invitati...<br />
- Siamo una trentina di adulti... e poi ci sono i bambini.<br />
- I bambini!?<br />
- Certo, non è Natale senza bambini.<br />
- E quanti sarebbero questi bambini?<br />
- Mah... credo una ventina...<br />
- Una ventina!?<br />
- ...<br />
- Bene, ti ricordo che in casa nostra ci sono esattamente venti posti a sedere, e ho contato anche lo scaletto a due gradini che sta in cucina. Dove le facciamo sedere una cinquantina di persone?<br />
- Beh, magari organizziamo una rotazione...<br />
<br />
Così ho cucinato come se non ci fosse un domani tutto ciò che pensavo potesse piacere a dei bambini di età compresa fra i cinque e i quattordici anni, tutto ciò che pensavo potesse intrigare degli adulti per accompagnare un cocktail, e tutto ciò che potesse andare bene a entrambi per un pasto completo, perché l'invito era a partire dalle 18.30, per un aperitivo che poi sarebbe naturalmente evoluto in cena.<br />
<br />
Ora, probabilmente il fatto che tutte le mie amiche al momento dell'invito rimanessero sconcertate nell'apprendere che fossero inclusi anche i bambini avrebbe dovuto insospettirmi, ma se fra di voi c'è qualcuno che, come me, ha molto desiderato dei figli senza però riuscire ad averne, potrà capire quanto mi entusiasmasse l'idea di avere per una volta la casa piena di bambini, perciò sono andata dritta per la mia strada... verso l'abisso!<br />
<br />
Alle 18.30 del ventidue dicembre fremevo in attesa dell'arrivo degli ospiti. Alle 19.30 mi compiacevo di quanto fossero belli i figli dei miei amici, di come fossimo belli tutti, grandi e piccoli, ancora insieme, ancora con lo stesso piacere, dai tempi del liceo. Alle 20.00 dalla stanza di cui si erano impossessati i bambini proveniva un frastuono terribile che impediva agli adulti di chiacchierare a un volume accettabile. Alle 20.30 l'occhio sinistro del consorte cominciava a chiudersi e aprirsi ritmicamente come quello <a href="http://www.youtube.com/watch?v=LGhLXc5VRDg">dell'ispettore Dreyfus</a>, mentre, restando sulla soglia della stanza invasa dai bambini, mi indicava una frugoletta con un maglioncino a righe, delle adorabili treccine bionde e grandi occhi azzurri.<br />
<br />
- Quella, quella lì! Come si chiama?<br />
- Emma...<br />
- È una <i>caporione! </i>Li sta scatenando tutti!<br />
- Amore, non esagerare...<br />
- La guerra con i gusci delle noccioline americane l'ha fatta scoppiare lei!<br />
- Ma...<br />
- E anche l'aranciata sul divano l'ha rovesciata lei!<br />
- Non l'ha mica fatto volutamente...<br />
- Sì invece! E lo vedi quel solco nel muro, quella specie di voragine?<br />
- Sì...<br />
- L'hanno fatta lei e quelle altre due pesti (due bambine belle da togliere il fiato, ndr) sbattendo le poltroncine del cinema contro la parete!<br />
- Su, abbi un po' di pazienza...<br />
- Ma che pazienza! Io voglio un Negroni e un tranquillante!<br />
<br />
Così quando verso mezzanotte la casa si è svuotata e abbiamo cominciato a mettere in ordine, a raccogliere i cocci, a ripulire il sangue dei feriti (non è una metafora, i feriti ci sono stati davvero), a constatare che il piede del tavolino del soggiorno era irrimediabilmente rotto, che la copertura del divano andava mandata in lavanderia, la parete stuccata, il telecomando del televisore sostituito perché immerso in una caraffa di aranciata, ho ripensato a uno degli aneddoti cardine della mia infanzia che riguarda Di Grazia, un tappezziere molto celebre e bravo, i cui lavori, fra la fine degli anni '60 e la fine degli anni '70, sono stati collocati in quasi ogni casa della Napoli bene.<br />
<br />
Era il dicembre del 1971 e finalmente ci eravamo trasferiti nella casa nuova, i cui lavori di ristrutturazione erano durati quasi due anni. La casa era ormai perfetta ed era perciò stato convocato Di Grazia per portare i mobili e montare tende e mantovane. Nella lunga giornata di lavoro, che il tappezziere, da uomo meticoloso qual era, trascorreva curando ogni minimo particolare fino a rendere tutto perfetto, ci furono una serie inenarrabile di incidenti di percorso, causati tutti da mio fratello, che all'epoca aveva sedici mesi ma si era già guadagnato il soprannome di Peste Bubbonica.<br />
<br />
Prima s'incantò a guardare a bocca aperta il tappezziere all'opera, e sbavò sul bracciolo del divano rivestito di seta di San Leucio provocando al poveretto un attacco isterico e svariate ore di lavoro in più per rimediare al danno, poi lanciò giù dal balcone la radiolina a transistor che Di Grazia possedeva da più di vent'anni e teneva accesa per avere un po' di compagnia durante il lavoro, quindi si appese a corpo morto a una tenda appena montata strappandone la parte superiore, e infine lanciò attraverso la stanza una tavoletta di compensato che il pover'uomo usava come supporto al ferro da stiro, colpendo il tappezziere giusto in fronte con conseguente taglio e bitorzolo.<br />
<br />
Quando a fine giornata mia madre, mortificata, si scusò ripetutamente per tutto ciò che aveva fatto mio fratello, Di Grazia le disse di non preoccuparsi e le confessò invece di esserle grato.<br />
<br />
- Vedete signora, io e mia moglie siamo sposati da dieci anni ma non abbiamo avuto figli. Io tutte le sere torno a casa e prego il Padreterno di farcene avere uno, invece stasera torno a casa e ringrazio il Padreterno per averci risparmiati!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ_MIJ7XqEZ_dd6O_LHft1fQ-uFVTYV-aFtLXI9NaP5PAZ1kaflF8JyLL1v5dwSbJ-n1TCzW0PxCALj6aJmf36qunADIKtg0xMMz8hF5vSzDQ7wM7P2L6HPPMwIw5Keg-qYLJRdbVH2hV-/s1600/ottobre+2013+056.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ_MIJ7XqEZ_dd6O_LHft1fQ-uFVTYV-aFtLXI9NaP5PAZ1kaflF8JyLL1v5dwSbJ-n1TCzW0PxCALj6aJmf36qunADIKtg0xMMz8hF5vSzDQ7wM7P2L6HPPMwIw5Keg-qYLJRdbVH2hV-/s1600/ottobre+2013+056.JPG" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
Polpette di friarielli<br />
(per un aperitivo rigorosamente SENZA bambini)<br />
<br />
Friarielli<br />
Pane raffermo<br />
Parmigiano<br />
Uova<br />
Aglio<br />
Peperoncino<br />
Pangrattato<br />
Sale<br />
Olio EVO<br />
Olio di arachidi<br />
<br />
Signori miei, mi dispiace ma qui di dosi non ce ne sono e bisogna necessariamente andare a occhio come fate, credo e spero, ogni volta che preparate qualsiasi tipo di polpetta. In questo caso si comincia pulendo per bene i friarielli di modo che non sopravviva nessun gambo (ma potete usare anche i broccoli, va bene lo stesso), lavandoli e quindi mettendoli a soffriggere, ancora ben umidi d'acqua, in un tegame con l'olio, l'aglio e il peperoncino. Salate, coprite con un coperchio in modo che i friarielli tirino fuori l'acqua di vegetazione e continuate così per una decina di minuti, quindi scoprite, alzate la fiamma e portate a cottura rosolando la verdura.<br />
<br />
Una volta freddi, tritate finemente i friarielli e miscelateli con il pane precedentemente messo in ammollo nell'acqua fredda e strizzato.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDPapy-CLOU5HmSaEruql3ga-cEMQfkZfQlPg1jMDdNceQHHOWYOnDQpN_8lfUGnPMjlzGj5kIW1YaS2uCMGrDZMAx4D69nAwuYTXuEBk_b1PXXvAA7SDXk4Nc82foP3E-zz5KBcAnGbxQ/s1600/ottobre+2013+049.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDPapy-CLOU5HmSaEruql3ga-cEMQfkZfQlPg1jMDdNceQHHOWYOnDQpN_8lfUGnPMjlzGj5kIW1YaS2uCMGrDZMAx4D69nAwuYTXuEBk_b1PXXvAA7SDXk4Nc82foP3E-zz5KBcAnGbxQ/s1600/ottobre+2013+049.JPG" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Aggiungete l'uovo (o le uova), il parmigiano grattugiato, e lavorate con le mani fino a ottenere un composto omogeneo. Formate quindi delle polpettine regolari - io per porzionarle uso un dosatore da gelato - e passatele nel pangrattato.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgllO-4vB_2KX54yNcNXqvnW_3tN8h-rn9MgJFLsRlt0JQPheYB2DITg9fvsdTuFPpmRAr93cTItUg8jolVfFeJIdxRDwmAOrelUA86BrLQZMlkFfpIonpvL-Lc7ZoMaG-bdHBejk-8zPGS/s1600/ottobre+2013+053.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgllO-4vB_2KX54yNcNXqvnW_3tN8h-rn9MgJFLsRlt0JQPheYB2DITg9fvsdTuFPpmRAr93cTItUg8jolVfFeJIdxRDwmAOrelUA86BrLQZMlkFfpIonpvL-Lc7ZoMaG-bdHBejk-8zPGS/s1600/ottobre+2013+053.JPG" height="400" width="400" /></a></div>
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A questo punto potete friggere le polpette in olio d'arachidi fin quando non saranno ben dorate, oppure disporle su una teglia, irrorarle con un filo d'olio, e cuocerle al forno preriscaldato a 180° per una mezz'oretta.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSDEyAWg84h27lXCmyNZ6rZzx1Opa2Y_obeZLhJnNSiFOi9oGOQsDOY4u2-K6sFr6JV4qfh-YHP46I7RftDvcV-3mOX4U8H1kGb-QEiJRLRzjqc4VsVXWq06A9wCiGuUOIaVyMxMOvXAbU/s1600/395893_329905117060441_1138544897_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSDEyAWg84h27lXCmyNZ6rZzx1Opa2Y_obeZLhJnNSiFOi9oGOQsDOY4u2-K6sFr6JV4qfh-YHP46I7RftDvcV-3mOX4U8H1kGb-QEiJRLRzjqc4VsVXWq06A9wCiGuUOIaVyMxMOvXAbU/s1600/395893_329905117060441_1138544897_n.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
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NOTE A MARGINE<br />
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Un po' di tempo fa mi hanno chiesto di scrivere delle favole per un libro della collana Save The Parents, edita da Feltrinelli, che si chiama "100 storie per quando è veramente troppo tardi". Mi sono divertita molto a farlo, anche se continuavo a chiedermi che senso avessero quei libri. Ho sempre pensato che a dover essere salvati fossero i bambini, non certo i genitori. Beh, dopo la festa del 22 dicembre ho cambiato idea, perciò oggi che è la Befana e sicuramente avrete inondato i vostri pargoli di doni, andate in libreria e il regalo fatelo a voi stessi comprando tutti i libri della collana. Sono sicura che saranno un bel salvavita!<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRPoCQ4YlsSQ2cQ8t6_mp2p4OPLmkaVzHncGNCCWadaoso8Ts4T7FW2nv_EOLV8-ppn-uoKTcLQi0vxqM0toaJfRExjlw4CkWV0GBr1VCkCnCi2Dp67BJBJJG444zt0SCD3A1R1HhumAWP/s1600/100+storie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRPoCQ4YlsSQ2cQ8t6_mp2p4OPLmkaVzHncGNCCWadaoso8Ts4T7FW2nv_EOLV8-ppn-uoKTcLQi0vxqM0toaJfRExjlw4CkWV0GBr1VCkCnCi2Dp67BJBJJG444zt0SCD3A1R1HhumAWP/s1600/100+storie.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
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Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-73058501064508019792013-12-14T12:20:00.000+01:002013-12-17T11:20:55.806+01:00Un ca-popò-popò-popò-lavoro!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKUPYoF60f2Xy80K1lOIQK135nfEDu1RCGV7M2f_AQMSx0q5WGT_wUmItdhlAcxzQrg7m5_3J1lxVmqibN6kDEexv6ONVZUaQyNj5USJOM3Qo2qOfuNWIEDhPmTsIl4qK_kXkL8mNymQ_n/s1600/il+mattino+ha+l'oro+in+bocca.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKUPYoF60f2Xy80K1lOIQK135nfEDu1RCGV7M2f_AQMSx0q5WGT_wUmItdhlAcxzQrg7m5_3J1lxVmqibN6kDEexv6ONVZUaQyNj5USJOM3Qo2qOfuNWIEDhPmTsIl4qK_kXkL8mNymQ_n/s400/il+mattino+ha+l'oro+in+bocca.JPG" width="400" /></a></div>
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Ho visto cose, in tv, che voi umani non potreste neanche immaginare (o che forse, purtroppo, immaginate benissimo). Ho visto talent-show per aspiranti cuochi che negli anni si sono moltiplicati diventando sempre più specifici: dalla cucina in generale alla pasticceria, poi ai dolci da forno, ai cupcake, alla cucina etnica, perfino ai prodotti confezionati da vendere nei supermercati.</div>
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Ho visto talent per cantanti, ballerini e saltimbanchi, per parrucchieri, per toelettatori per cani, per tatuatori, per stilisti, per truccatori, per impresari edili, per pretese top model, per stylist, per decoratori, per arredatori d'interni.</div>
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Ho visto talmente tanti programmi, spesso talmente tanto brutti, da avere ormai il pelo sullo stomaco. O almeno così pensavo prima di imbattermi in Masterpiece.</div>
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Se non sapete di cosa stia parlando vado subito a illuminarvi. <a href="http://www.masterpiece.rai.it/dl/portali/site/page/Page-461957fc-5f28-4ee2-a0aa-1da517c79b78.html">Masterpiece</a> è il nuovo talent firmato RAI3, che vede una serie di aspiranti scrittori impegnati a gareggiare fra loro per ottenere un contratto con la Bompiani, che prevede la pubblicazione del capolavoro vincente in una tiratura di 100.000 copie.</div>
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A giudicare i testi c'è una giuria composta da Giancarlo De Cataldo, Taye Selasi e Andrea De Carlo, mentre un coach, Massimo Coppola, intrattiene i concorrenti prima che incontrino i giudici e li accompagna nelle prove esterne.</div>
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Per il momento sono state trasmesse tre puntate (la prossima andrà in onda domenica 15 dicembre alle 22.50) e siamo ancora nella prima fase del programma, quella legata alla selezione dei concorrenti che poi parteciperanno alla competizione vera e propria. Per capirci diciamo che siamo alle eliminatorie, va'.</div>
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In ogni puntata vengono quindi presentati dieci aspiranti scrittori che abbiano già un romanzo nel cassetto, viene chiesto loro di leggerne un brano significativo, segue poi breve colloquio con la giuria, et voilà, su queste basi vengono eliminati i primi sei concorrenti. </div>
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I quattro che rimangono partecipano a questo punto a quella che viene chiamata <i>prova immersiva</i>. Fondamentalmente si tratta di un'esterna che li vede coinvolti in un evento - che sia un tipico (!) matrimonio napoletano, una partita di calcio fra non vedenti, il soggiorno in un convento di clausura o un concorso per culturisti - di cui dovranno poi scrivere una volta tornati in studio, tirandone fuori un racconto in mezz'ora di tempo.</div>
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I due che superano questa prova accedono al test finale, ovvero <i>l'elevator pitch</i>. Ogni concorrente ha cinquantanove secondi, il tempo che l'ascensore della Mole Antonelliana raggiunga la sommità della cupola, per raccontare in modo esaustivo e accattivante il suo romanzo a uno scrittore famoso, guest star della puntata.</div>
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Il concorrente che supera tutte le prove passa alla fase successiva del programma, di cui al momento nulla è dato di sapere.</div>
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Si potrebbe pensare che io sia prevenuta per quella sorta di snobismo che contraddistingue la maggior parte dei lettori accaniti o, ancor di più, coloro che della scrittura hanno fatto una professione, ma vi garantisco che non è così. </div>
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Sono convinta che si possa imparare a scrivere al punto che io stessa ho frequentato - ormai vent'anni fa - il master in tecniche della narrazione della Scuola Holden, a Torino. La scrittura, come ogni altra disciplina artistica e non, ha delle sue regole ben precise, dei trucchi del mestiere, che vengono agevolmente insegnati e facilmente imparati, sempre che si sia poi portati per la materia, che si abbia una predisposizione naturale. Non si può fare uno scrittore di chi non abbia un minimo di vocazione così come non si può fare un cantante di chi sia completamente stonato.</div>
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Allora qual è il problema di Masterpiece? Ci arrivo subito. Masterpiece è inesorabilmente noioso. Che questo rischio ci fosse devono averlo intuito anche gli autori che infatti cercano di distogliere l'attenzione dai romanzi proposti spostandola piuttosto sui concorrenti, scelti con gli stessi criteri di qualsiasi altro talent.</div>
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Ci sono perciò il tipo strambo, la signora âgée, il presuntuoso, e naturalmente quello con le stigmate del vincitore, immediatamente riconoscibile. Ci si sofferma molto sui confessionali, sui commenti frustrati dei concorrenti che non passano la selezione, sugli apprezzamenti - francamente irritanti - che i partecipanti del sesso forte fanno sulla bellezza di Taye Selasi.</div>
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Dei romanzi si capisce poco o niente, a stento se ne comprende il tema, perché quello che viene mostrato del primo colloquio con i giudici è un montaggio frammentario e gioco forza parziale, in cui prevalgono i momenti di tensione, i commenti sprezzanti della giuria, quelli risentiti dei concorrenti. </div>
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Il tutto si conclude con la formula ormai logora con cui si procede all'eliminazione dei concorrenti in ogni talent: tizio, mi dispiace ma il tuo percorso a Masterpiece termina qui. Possibile che in un talent incentrato proprio sulla parola scritta non si sia stati capaci di scegliere parole diverse, di inventare una chiosa nuova?</div>
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Le prove immersive sono poi grottesche, una sorta di docu-fiction girata male, e vengono vissute dai concorrenti come se fossero esperienze illuminanti, cosa che annoia e irrita ancora di più. Ma il momento più clamoroso della trasmissione, quello che rivela fino in fondo quanto sia debole e poco televisiva l'idea che sottende l'intero format, è quello della prova scritta. </div>
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Mezz'ora che viene condensata in pochi minuti scanditi da una musica incalzante in cui i quattro concorrenti siedono a quattro postazioni dotate di un computer sul cui schermo le parole si formano con caratteri enormi, per dar modo al telespettatore di leggere qualcosa, di sentirsi almeno in parte coinvolto.</div>
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Insomma, diciamo la verità, non c'è nulla di spettacolare nella scrittura. Ci hanno provato, si sono anche messi di impegno per movimentare il programma, ma vedere uno che se ne sta seduto al computer, che magari si trastulla con un videogioco in attesa che gli venga un'idea, che batte furiosamente sui tasti per poi cancellare tutto, non è la stessa cosa di vedere uno che non riesce a montare una meringa, si dispera, ma poi ci riprova e fa una pavlova perfetta, o un altro che in mezza giornata confeziona un abito da sera. </div>
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E adesso scappo perché il consorte mi reclama a gran voce.</div>
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- Bene, ma stai ancora davanti a 'sto computer? E che palle!</div>
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Ecco, che vi avevo detto?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv3QLfw0yIvUZbvVS8odJKFtqUTY-h_iOSnhI3vMYQOt1q5xyVAg-6aQAUPSFBvebZnZICAd-owh34M_dZGJy8NHmYAZqZ3oIaAxfcCFbMvxnZpfcwuawFL0tSSD016XEDrHSMFlD1Rw1Z/s1600/madeleine+017.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv3QLfw0yIvUZbvVS8odJKFtqUTY-h_iOSnhI3vMYQOt1q5xyVAg-6aQAUPSFBvebZnZICAd-owh34M_dZGJy8NHmYAZqZ3oIaAxfcCFbMvxnZpfcwuawFL0tSSD016XEDrHSMFlD1Rw1Z/s400/madeleine+017.JPG" width="400" /></a></div>
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Madeleine</div>
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per uno stampo da 12</div>
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2 uova codice 0</div>
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110 g di zucchero</div>
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un pizzico di sale</div>
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100 g di burro sciolto a bagnomaria</div>
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la buccia grattugiata di un limone</div>
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120 g di farina 0</div>
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mezzo cucchiaino da caffè di lievito per dolci</div>
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Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera. </div>
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Così Natalia Ginzburg traduce uno degli incipit più famosi della storia della letteratura, quello de La strada di Swann, primo dei sette volumi che compongono Alla ricerca del tempo perduto, l'opera più famosa di Marcel Proust. Non si può parlare di scrittura senza pensare alla monumentale opera di Proust, così come non si può parlare di Proust senza pensare alle madeleine.</div>
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Prepararle è più semplice di quanto si possa pensare, anche grazie alla ricetta perfettamente collaudata di <a href="http://cookingbreakdown.blogspot.it/2010/12/madeleines-mica-pesche-ripiene.html">Daniela Acquadro</a>. </div>
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Con l'ausilio di una frusta elettrica, montate le uova con lo zucchero e il pizzico di sale. Quando saranno diventate gonfie e chiare, unite il burro fuso (ma a temperatura ambiente) a filo, come se volesse fare una maionese. Una volta inglobato tutto il burro, unite la buccia di limone grattugiata (o, se volete, dell'essenza di mandorla amara), la farina e il lievito (setacciati, mi raccomando), mescolando dal basso verso l'alto.</div>
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Imburrate bene lo stampo da madeleine, sistemateci il composto in modo che sia a filo con il bordo e mettete tutto in frigo per una notte intera. Il giorno dopo preriscaldate il forno alla massima temperatura scegliendo l'opzione per la cottura statica, infornate le madeleine per cinque minuti, quindi abbassate a 180° e cuocete altri cinque minuti. </div>
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Sfornate le madeleine e fatele raffreddare su una gratella, quindi assaporatele lentamente, magari leggendo un bel libro.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTzKFI-eUOGvMVOmTNjsneEKpBp1nCF7KOT6aZ8bvKCztiN_AtzC__qoHc0sLpRe3JYSTdVdZW1fJ0nrS08M95KRwdevYx0TUyXrbpoLv61g1Qyo40fhZR5TTfQ47Y32IMkJSzOwf3ciO0/s1600/1468802_524533570976202_1859289180_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTzKFI-eUOGvMVOmTNjsneEKpBp1nCF7KOT6aZ8bvKCztiN_AtzC__qoHc0sLpRe3JYSTdVdZW1fJ0nrS08M95KRwdevYx0TUyXrbpoLv61g1Qyo40fhZR5TTfQ47Y32IMkJSzOwf3ciO0/s400/1468802_524533570976202_1859289180_n.jpg" width="400" /></a></div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-74346267124429844852013-11-28T21:13:00.002+01:002013-12-17T11:21:15.832+01:00So Many Thanks <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR4qUxwsxRDjcHdWYDsGoA5K0Cc8Mdw7pTtuyZ2NqgqgiuYHyE-aous_yWunCGm2qGWflM2vRPSmlrpQYtIQ9S5g3M2TQ5icbApotGH6BXEQonfjUPvaAa9BitKp9C5E5dmGB-qIWu8r7j/s1600/novembre+2012+089.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR4qUxwsxRDjcHdWYDsGoA5K0Cc8Mdw7pTtuyZ2NqgqgiuYHyE-aous_yWunCGm2qGWflM2vRPSmlrpQYtIQ9S5g3M2TQ5icbApotGH6BXEQonfjUPvaAa9BitKp9C5E5dmGB-qIWu8r7j/s400/novembre+2012+089.JPG" width="400" /></a></div>
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Lettori adorati de La gastronomica volante Stanislavskij, spero mi perdoniate se, per una volta, invece di trastullarvi con aneddoti surreali sulla mia vita improbabile, o con recensioni appassionate dei libri e delle serie tv che mi piacciono, faccio del blog un uso squisitamente personale e dedico questo post ai miei amici più cari.</div>
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<br /></div>
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Se domani mattina non avessi dovuto mettermi in viaggio per Roma per partecipare alla <a href="http://foodiegeekdinner.it/">Foodie Geek Dinner</a>, stasera li avrei voluti tutti a cena qui. Avrei preparato un enorme tacchino ripieno emulando <a href="http://www.marthastewart.com/">Martha Stewart</a> (ma evitando di emularla anche nel beccarmi la salmonella, come - a furia di preparar pollame - accadde a lei l'anno scorso), avrei cotto il cornbread, schiacciato le patate dolci per il purè e avrei fatto saltare in padella le verdure.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Avremmo cenato con calma, chiacchierando e ridendo e io - proprio oggi che è il Thanksgiving - guardandoli avrei pensato che ho davvero tantissimo per cui ringraziare, perché se ho superato quest'anno in cui tutte le certezze sono venute meno, lo devo soltanto a loro.</div>
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<br /></div>
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Perciò ringrazio Anna, che si precipitò a casa mia quel 23 novembre 2012 in cui di colpo tutto cambiò, e non mi ha più lasciata. Che mi ha sostenuta, incoraggiata, nutrita. Che ha messo in secondo piano tutto e tutti per prendersi cura di me. Ringrazio Anna per avermi infuso autostima via endovena, per avermi mostrato le cose da un altro punto di vista, per avermi convinta - con pazienza e amore - che se anche la situazione non fosse mai più cambiata, la mia vita sarebbe andata avanti in modo appagante. Ringrazio Anna - la mia amatissima Anna -, perché senza di lei non ce l'avrei mai fatta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio Alì per avermi fatta sentire giovane. La ringrazio per le volte che mi ha convinta a uscire, ad andare con lei a bere una cosa come se avessimo ancora vent'anni. La ringrazio per quelle chiacchiere fitte fitte al bancone di un bar, per quel raccontarci la vita, anche quella che avevamo dimenticato. La ringrazio per i ritorni a casa in vespa, per le canzoni cantate a squarciagola, per la sorpresa di ricordarne ancora le parole, nonostante fossero passati trent'anni dai tempi del liceo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio Serena perché il suo anno è stato sicuramente peggiore del mio, ma l'ha affrontato con un tale coraggio, con una tale dignità, da riuscire a dare forza anche a me. La ringrazio perché nonostante avrei dovuto essere io a incoraggiarla e darle appoggio, è stata presente con telefonate e sorrisi. La ringrazio perché il momento più bello di quest'anno me lo ha fatto vivere lei, una sera che eravamo tutte nella cucina di casa sua e lei aveva gli occhi che le brillavano per la felicità, mentre i nostri erano lucidi per l'emozione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Ringrazio Federica, perché mi bastava accendere il computer per trovare un suo messaggio su Skype e sentirmi meglio. La ringrazio per il suo essere ecumenica, per il suo riuscire a vedere il buono - e a farmelo vedere - anche dove io proprio non riuscivo a trovarlo. La ringrazio per tutte le volte che ha ricaricato il cellulare solo per consentire al suo meraviglioso figlio di mandarmi messaggi d'amore e corteggiarmi come solo un bambino di otto anni sa fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio Chiara per aver mormorato complimenti a fior di labbra, fra sé e sé, credendo che non la sentissi, ogni volta che mi vedeva. La ringrazio perché sapendo che lei mi trovava bella, e amabile, mi sono sentita davvero bella e amabile in un momento in cui invece avrei voluto coprire tutti gli specchi di casa, pur di non guardarmi. La ringrazio per il suo carattere forte e deciso, per il suo sapere sempre prendere in mano la situazione, anche quando si tratta semplicemente di decidere che si è fatto tardi e quindi basta, tutti a letto che domani si lavora.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio Roberto che, inutile girarci intorno, è il pilastro della mia vita. Lo ringrazio per la sua solidità, per la sua pacatezza, per il suo sapermi placare anche quando sono in preda al panico. Lo ringrazio per l'ironia, per il suo essere dissacrante. Lo ringrazio per il suo sapersi prendere cura di me, farmi sentire che finché c'è lui sarò sempre protetta e non sarò mai sola. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio Stefano, che mi ha portata al cinema, esattamente come fece la prima volta che uscimmo insieme, nel 1986, e andammo a vedere La mia Africa al cinema Vittoria. Lo ringrazio per avermi parlato di sé e avermi fatto parlare di me. Ma soprattutto lo ringrazio per avermi dimostrato che siamo ancora i due ragazzi che eravamo, capaci di rimanere a chiacchierare in auto tutta la notte e stupirci che all'improvviso spunti il sole. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio Fabio per essere venuto a prendermi a casa, la sera del 24 dicembre, e avermi trascinato di forza a cena a casa sua. Lo ringrazio per avermi saputo far ridere anche quando non ne avevo nessuna voglia, per avermi fatto sentire che attorno avevo una famiglia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio Gerardo perché mi conosce come nessuno. E né i chilometri, né il tempo, gli hanno fatto dimenticare chi sono. Lo ringrazio per avermelo ricordato. Con tre parole, quelle giuste.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio tutti perché nonostante fossi sola nel periodo delle feste natalizie, quello in cui essere soli diventa un'esperienza strappalacrime da fiaba di Andersen, non sono stata sola neanche un momento. Li ringrazio per avermi accolta la vigilia, il giorno di Natale, Santo Stefano, l'ultimo dell'anno, il primo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio le mie amiche per aver fatto irruzione a casa mia il giorno del mio compleanno, per tutti i brindisi al futuro e tutto il vino che abbiamo bevuto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Che immensa ricchezza, avervi nella mia vita!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6EoGE6zzTkCCVvAoTowoofujLv4cz9Q6ZGYpT7OeIqqHjKzihUA1sbv8EQba2rMS_J-RZ5zEkyMz5YT9sZt8AYi4UtXeOk-3j6mh4k99By2umwawMtfcUNUinKdYWu7H2SZnusPVkhRp6/s1600/il+tempo+%C3%A8+un+bastardo+076.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6EoGE6zzTkCCVvAoTowoofujLv4cz9Q6ZGYpT7OeIqqHjKzihUA1sbv8EQba2rMS_J-RZ5zEkyMz5YT9sZt8AYi4UtXeOk-3j6mh4k99By2umwawMtfcUNUinKdYWu7H2SZnusPVkhRp6/s400/il+tempo+%C3%A8+un+bastardo+076.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Tortine di zucca e mandorle</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
per 8 tortine</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
150 g di zucca butternut pesata al netto</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
150 g di farina di mandorle</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
150 g di zucchero</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
50 g di farina 0</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
2 uova bio</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
1/2 bustina di lievito</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
la buccia di 1/2 limone grattugiata</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
un pizzico di zucchero </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
un pizzico di cannella </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
un pizzico di noce moscata</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
zucchero a velo qb</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
In assenza di tacchino, di cornbread e patate dolci, per me sono queste tortine a rappresentare l'autunno e l'America.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Per prepararle, cominciate grattugiando la zucca e mettendola da parte. Usando le fruste, montate poi i tuorli e lo zucchero fino a ottenere una massa chiara e spumosa. A questo punto unitevi la zucca, la farina, la farina di mandorle, le spezie, il limone grattugiato, il pizzico di sale e il lievito. Montate infine a neve gli albumi e uniteli al composto mescolando dal basso verso l'alto in modo da non farlo sgonfiare. Versate in otto stampini da muffin imburrati e infarinati, e cuocete in forno preriscaldato a 180° per un quarto d'ora o fino a quando infilandovi uno stecco di legno ne uscirà asciutto. Servite le tortine dopo averle cosparse di zucchero a velo. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioK__4nIUdBE2hoCSwZHNPhl846s0es_OpDUf57Un4nMYRRVnZZzEodgLcREWVEOy91_wwZV344NTIEOw_gyTJyNhwXwkgkA4_LASin5bn_nui_1pDhMK_c8bQWk-sY1xJap4EtPTHmnJR/s1600/il+tempo+%25C3%25A8+un+bastardo+082.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioK__4nIUdBE2hoCSwZHNPhl846s0es_OpDUf57Un4nMYRRVnZZzEodgLcREWVEOy91_wwZV344NTIEOw_gyTJyNhwXwkgkA4_LASin5bn_nui_1pDhMK_c8bQWk-sY1xJap4EtPTHmnJR/s400/il+tempo+%25C3%25A8+un+bastardo+082.JPG" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E voi di cosa siete grati?</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-36819811453436003102013-11-18T09:32:00.000+01:002013-12-17T11:21:44.963+01:00Le cose cambiano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgax_IUCOnvmG6djjcOAWQs9srOF6yMr4eZ_UYhO0TRDI8O14X6JKp8gltqdt3e9MIcph6vYLPB_iXccIegKQ_gBk_PNrNmakum2XX8xD4gs24N4Thr4FcYpaFzZKIqbmBT4ZqwdVjee6ZH/s1600/novembre+2013+213.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgax_IUCOnvmG6djjcOAWQs9srOF6yMr4eZ_UYhO0TRDI8O14X6JKp8gltqdt3e9MIcph6vYLPB_iXccIegKQ_gBk_PNrNmakum2XX8xD4gs24N4Thr4FcYpaFzZKIqbmBT4ZqwdVjee6ZH/s400/novembre+2013+213.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È sabato mattina, diluvia, ho la febbre e devo pagare l'iva. In una situazione normale tutto ciò sarebbe già ampiamente sufficiente a rovinarmi il fine settimana, ma queste cose improvvisamente diventano quisquilie quando capisco che quella che mi accingo ad affrontare non è una situazione normale. Quella che mi accingo ad affrontare è la giornata del cambio di stagione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo so, lo so. Non sono la sola. Il cambio di stagione è uno di quei mali che affliggono chiunque non possegga una capiente cabina armadio (è il caso del <a href="http://gastronomicavolante.blogspot.it/2012/03/tutti-in-cabina.html">signor Bobobò</a>), o non abbia al suo servizio una cameriera personale in stile <a href="http://www.itv.com/downtonabbey/">Downton Abbey</a>, ma vi garantisco che nel mio caso si tratta di un vero e proprio cataclisma, che ci travolge e stravolge per almeno due o tre giorni.<br />
<br />
In casa Gastronomica, il luogo deputato alla conservazione degli abiti - ma anche alla conservazione di tutto ciò che non trova altra collocazione in casa: la mia collezione di macchine per scrivere, i pezzi di ricambio dell'Honda four del consorte, l'albero di Natale, il catino di zinco che riempiamo di ghiaccio e bottiglie di birra quando facciamo le feste - è il micro soppalco in legno del mio micro studio di 1,80 x 1,60 cm.<br />
<br />
Anche solo per raggiungere il suddetto soppalco, bisogna avere una preparazione atletica che io, seppure mi allenassi quotidianamente da qui alla fine dei miei giorni, non potrei mai avere. Bisogna issarsi su uno scaletto, tenersi in equilibrio sull'esile sbarra di legno che ne unisce le sommità, ben oltre la minuscola piattaforma finale, e poi spiccare un salto alla <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Javier_Sotomayor">Sotomayor</a> per scavalcare la ringhiera del soppalco la cui apertura, ovviamente, non si trova in corrispondenza dell'unico punto in cui si può posizionare la scala.<br />
<br />
Pertanto ad arrampicarsi sul soppalco, novello spiderman, è il prestante consorte che, un po' rattrappito a causa della distanza esigua fra pavimento e soffitto, cerca di farsi largo a colpi di machete in quella selva oscura di scarpe, vestiti, valigie e chi più ne ha più ne metta.<br />
<br />
Fortunatamente con gli anni la tecnologia ci è venuta in soccorso così, mentre prima si perdevano decine di minuti preziosi in spiegazioni incomprensibili su ciò che si cercava e su ciò che invece si trovava, con conseguenti liti feroci e accuse reciproche, adesso il consorte fotografa con il cellulare il marasma del soppalco, mi manda la foto su whatsapp, io la guardo, individuo ciò che mi serve, ingrandisco il dettaglio con instagram, e invio la nuova immagine al consorte, sempre su whatsapp.<br />
<br />
Quando poi la parte 2.0 del nostro cambio di stagione è ultimata, cominciano le fatiche vere. Il consorte svuota il soppalco passandomi le grucce con i vestiti, che io prelevo con un bastone uncinato da armadio, e le scatole delle scarpe in enormi borsoni Ikea, che poi mi cala con una corda. Io spargo tutto amenamente in giro per la casa, poi si procede all'inverso: io svuoto gli armadi mentre lui attende sul soppalco, e poi gli mando su con il bastone le grucce dei vestiti e le altre cose.<br />
<br />
Insomma, un lavoraccio. Quest'anno poi il consorte ha deciso che non se ne poteva più, che qualcosa bisognava gettare via, e ha quindi svuotato interamente il soppalco - stabilendo anche che non è affatto piccolo e che se decidessimo di utilizzare il garage di casa di mia madre per il cambio di stagione, lui sul soppalco potrebbe farci un piccolo studio per sé -, invaso la casa con l'impossibile e l'improbabile, per poi concludere che no, purtroppo non c'era nulla da buttare.<br />
<br />
Mentre fuori infuriava la pioggia, ma anche il giorno dopo, quando invece fuori brillava il sole, la nostra casa versava in questo stato...<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div style="text-align: center;">
il famigerato soppalco</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgG8R3eowrU-WMfny9DIDdUUiWuO_WxAsuumiW6Y6B5YIYkSKG7hGNjQANBzc93gXbx0YEc5qWMAJi9fz98fvPN90-0J09kVhTMCEzDEjqW_rhZ99H4O_F7Rj-dtBWn_fGPhmEo0HDZWP4b/s1600/novembre+2013+247.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgG8R3eowrU-WMfny9DIDdUUiWuO_WxAsuumiW6Y6B5YIYkSKG7hGNjQANBzc93gXbx0YEc5qWMAJi9fz98fvPN90-0J09kVhTMCEzDEjqW_rhZ99H4O_F7Rj-dtBWn_fGPhmEo0HDZWP4b/s400/novembre+2013+247.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
comincia l'invasione del mio studio</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkl5PCGmR3pXP2LVmEDloZIjnfBS2JsDYn8WfAPrrILIBdek4JRlbyN9r-Gai9uHy7cXoKNGGEZS26bbtUPZkMZdHTwTTFwZ_-06H0kYdsAe-0V-oc2iWZhxzwc6eWAoU-0cGO1zp1d8PF/s1600/novembre+2013+254.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkl5PCGmR3pXP2LVmEDloZIjnfBS2JsDYn8WfAPrrILIBdek4JRlbyN9r-Gai9uHy7cXoKNGGEZS26bbtUPZkMZdHTwTTFwZ_-06H0kYdsAe-0V-oc2iWZhxzwc6eWAoU-0cGO1zp1d8PF/s400/novembre+2013+254.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
poi viene invaso anche il soggiorno</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaVvlH4dy8vXOzJVlZP86e_h8_YJ2Iin882R1EFg-1ZSoBIhsyMKZyxvp600bLsdoE9tGperOZukJ8wHKamKQK8qDVf29dEVeM3LJtTjjwE8sNo6oXxmUQtRnTA96OWbw9-xBSvFVU-Ads/s1600/cambio+001.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaVvlH4dy8vXOzJVlZP86e_h8_YJ2Iin882R1EFg-1ZSoBIhsyMKZyxvp600bLsdoE9tGperOZukJ8wHKamKQK8qDVf29dEVeM3LJtTjjwE8sNo6oXxmUQtRnTA96OWbw9-xBSvFVU-Ads/s400/cambio+001.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
la jungla nella quale il consorte si fa largo a colpi di machete</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid4OxUT5DcimL0tCNSlbbbavCCtIaY0kQudz7yEUAXRf9j24r-8kJolfvckpFc42GFvgxHpXQ7nzOvx3jn4tHKFqZyhTo3Q6WRyXfwxcumhxNwhwnuNOZhFWUWGxZOBrHl7wTQgJuuLM1b/s1600/cambio+003.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid4OxUT5DcimL0tCNSlbbbavCCtIaY0kQudz7yEUAXRf9j24r-8kJolfvckpFc42GFvgxHpXQ7nzOvx3jn4tHKFqZyhTo3Q6WRyXfwxcumhxNwhwnuNOZhFWUWGxZOBrHl7wTQgJuuLM1b/s400/cambio+003.JPG" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
il comodo accesso al soppalco</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Va da sé che in una situazione del genere quello di cui si ha più bisogno è qualcosa che ci dia un po' di conforto, e per me, in tema di comfort food, non c'è nulla, ma proprio nulla, che funzioni meglio di una sana, profumata, deliziosa torta di mele.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQeDP5JY5p9VJ_75s9Rs4JqyY7607h1MIXj-urVnqlrFanngu5HGzytJvHLRKmYSgHouW7oPyvrDx9c7CdMi7OIZd1QnG5UYux8ih277lHqypppilkuU7pZ_ppNTyxTkY7szmfMcU6HlMI/s1600/cambio+004.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQeDP5JY5p9VJ_75s9Rs4JqyY7607h1MIXj-urVnqlrFanngu5HGzytJvHLRKmYSgHouW7oPyvrDx9c7CdMi7OIZd1QnG5UYux8ih277lHqypppilkuU7pZ_ppNTyxTkY7szmfMcU6HlMI/s400/cambio+004.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Torta di mele<br />
per una teglia di 22 cm di diametro<br />
<br />
150 g di farina 0<br />
150 g di zucchero<br />
1 uovo e 1 tuorlo<br />
100 ml di latte intero<br />
125 g di yougurt bianco naturale<br />
1 bustina di lievito per dolci<br />
1 pizzico di cannella<br />
1 pizzico di sale<br />
la buccia grattugiata di un limone e il suo succo<br />
600 g di mele private della buccia e del torsolo<br />
50 g di uva sultanina<br />
50 g di pinoli<br />
50 g di zucchero di canna<br />
olio e pan grattato qb<br />
<br />
Sono pronta a scommettere che più o meno in ogni famiglia si tramandi la ricetta di una torta di mele come questa. Fatta con poco, veloce da preparare, con quell'aspetto rustico dei dolci di casa, ma che porti con sé anche la dolcezza di un sapore che ci è noto da sempre e che si mescola, nella memoria, al ricordo di una nonna (nel mio caso di una bisnonna) che profumava di colonia Roger & Gallet.<br />
<br />
Per molti di voi quindi non starò rivelando nulla di nuovo, ma per quei pochissimi che invece non hanno una torta di mele fra i tesori gastronomici di famiglia, vi assicuro che questa sarà la svolta.<br />
<br />
Procedete così: accendete il forno a 180°, rivestite il fondo di una teglia a cerniera con la carta forno, spennellatene i bordi con l'olio e cospargeteli di pangrattato. Tagliate poi le mele in fettine molto sottili, cospargetele con il succo di limone per non farle annerire, e mettete in ammollo l'uvetta. In una ciotola capiente, mescolate prima tutti gli ingredienti secchi (escluso lo zucchero di canna), quindi aggiungete il latte, lo yogurt e le uova sbattute. Aggiungete le mele dalle quali avrete eliminato il succo di limone in eccesso, l'uvetta strizzata, i pinoli, mescolate bene e sistemate tutto nella teglia. Livellate e cospargete la superficie con lo zucchero di canna. Cuocete per una quarantina di minuti e poi pazientate: questa torta è deliziosa se mangiata tiepida o, ancora meglio, fredda, magari il giorno dopo a colazione.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjkWGD4d6m9-8UCPTfKResjDQtZLC91wWjBWjj0PEHfG9LWjIP26adDPEFYwCPo2MZUnylX5Xu4YiT5DAJX3GJefaPoGPYUvk-nHDL_ERIQJHlbQEhNFRSN0LT3wRiqHfVYfD_ytYJyTSG/s1600/novembre+2013+274.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjkWGD4d6m9-8UCPTfKResjDQtZLC91wWjBWjj0PEHfG9LWjIP26adDPEFYwCPo2MZUnylX5Xu4YiT5DAJX3GJefaPoGPYUvk-nHDL_ERIQJHlbQEhNFRSN0LT3wRiqHfVYfD_ytYJyTSG/s400/novembre+2013+274.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
NOTE A MARGINE: Ieri c'era il sole, faceva un caldo estivo, e io sono uscita con una gonna di cotone dimenticata in un cassetto, un paio di sandali e un maglioncino di filo. Non ho parole.</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-57209443620319929442013-10-17T15:37:00.000+02:002013-12-17T11:22:13.642+01:00Il vangelo secondo la Titta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEmODLcF0KSs0npe6EZCmcx4Rw2_2yxQ5NREWZBFDWV6v9W7VZScrH4o9v3dxIwqhaMKYf7jPqDxvQFe0QxkSHjEMGAEvygv38EX0QyHln8Cq55o0Q5wGcxrAEDT9z90rMOag3uPgZhiqm/s1600/titina+003.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEmODLcF0KSs0npe6EZCmcx4Rw2_2yxQ5NREWZBFDWV6v9W7VZScrH4o9v3dxIwqhaMKYf7jPqDxvQFe0QxkSHjEMGAEvygv38EX0QyHln8Cq55o0Q5wGcxrAEDT9z90rMOag3uPgZhiqm/s400/titina+003.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La storia familiare narra che una delle grandi tragedie della vita della <a href="http://gastronomicavolante.blogspot.it/2011/11/casalinghitudine.html">Titta</a> avvenne una domenica mattina del 1934, quando Clara - la cuoca - si tolse il grembiule, lo piazzò fra le mani riluttanti della mia bisnonna, e si licenziò, abbandonando sul fornello il ragù ancora in cottura.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sempre secondo i racconti, la Titta si prese la testa fra le mani con un gesto che anch'io le ho visto fare tante volte, e cominciò a disperarsi ripetendo affranta "E adesso come si fa? E adesso chi lo capisce quand'è che il ragù è cotto? E adesso chi lo sa quanta pasta si deve menare?".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bisogna capirla, povera donna. La mamma della Titta, la nonna Elena, si era appassionata alla gastronomia in un'epoca in cui per una signorina bene entrare in cucina era considerato un sacrilegio e, vincendo le resistenze paterne, era diventata una cuoca eccezionale e intransigente. Competere con un tale modello di perfezione era impossibile per la Titta, che perciò aveva preferito disinteressarsi alla cucina e trincerarsi dietro un serafico "io per i fornelli non sono portata".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quella domenica mattina però, fra lacrime e momenti di angoscia, con il ragù che borbottava ostile nella pentola e sembrava pronto a emulare il Vesuvio - che all'epoca fumava ancora -, decise che era giunto il momento che le cose cambiassero. Così il giorno dopo si vestì e uscì di buonora per poi tornare a casa trionfante, con quella che considerava la soluzione definitiva a tutti i suoi problemi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La Titta affrontò la lettura del Talismano con piglio caparbio, sembrava quasi che avesse finalmente lanciato il guanto di sfida a caccavelle, mestoli e tielle, e in pochi mesi Ada Boni divenne la sua migliore amica. All'inizio timidamente, poi con fare sempre più sicuro, la Titta cominciò a sperimentare le ricette del libro e in pochi anni divenne una cuoca forse meno creativa, ma sicuramente degna di competere con la madre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando nacqui io, 35 anni dopo, l'epoca dei maldestri tentavi culinari della Titta era ormai morta e sepolta. A differenza di sua madre - che era stata gelosa delle proprie ricette e parca di consigli - la Titta aveva spalancato le porte della sua cucina a figlia, nuora e nipoti, inaugurando la tradizione delle grandi corvée familiari fra i fornelli, che si ripetevano in modo puntuale in occasione di ogni festività. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Anche dopo decenni però, se aveva un dubbio, se non ricordava bene un tempo di cottura o quanto burro ci volesse in una ricetta, filava dritta alla libreria per consultare "i sacri testi" perché, com'era solita ripetere, "quello che dice Ada Boni è vangelo!". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nei 79 anni che sono trascorsi da quel remoto 1934, il Vangelo della Titta è passato di mano in mano, tramandato di generazione in generazione. Ha abitato la cucina di mia nonna, quella di mia madre, e alla fine è approdato alla mia, alla quale è giunto, meschinello, in queste condizioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Fortunatamente non sono una donna che si perde d'animo e, convinta da sempre che con un po' di buonsenso e un po' di buonavolontà si possa fare qualsiasi cosa, ho studiato in rete come fare a rilegarlo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Complici un ferro da stiro (le pagine rattrappite in qualche modo devono pur essere spianate, no?), le morse da falegname del consorte, un pezzo di tela da scenografia con la quale avevo fatto delle vecchie tende, una stoffa deliziosa comprata a Singapore e tanta tanta colla vinilica, il Talismano è diventato prima così...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
poi così... <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
così...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
e infine così.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Credo che la Titta sarebbe fiera di me.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non appena il Talismano è stato nuovamente sfogliabile, mi sono messa alla ricerca di una ricetta da preparare. Doveva essere una ricetta della memoria, una di quelle che preparava la Titta. Pensando alle cose che non mangiavo ormai da anni, mi è venuta così in mente la pizza rustica, che la Titta chiamava "la pizza della spiaggia".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho cercato, consultato indice generale e indice tematico, sfogliato gran parte delle quasi ottocento pagine del libro, ma non c'è stato nulla da fare, la pizza rustica non c'è. Ce ne sono altre, è naturale, ma non c'è quella tipicamente napoletana che preparava la Titta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così, un po' delusa e ormai in preda alla smania, ho chiamato mia nonna al telefono e le ho chiesto la ragione di quell'anomalia. Com'è che la Titta conosceva una ricetta che non era inclusa nel Talismano? "Perché una grande cuoca non si accontenta di un libro solo" - mi ha risposto la nonna, prima di darmi la ricetta, deliziosa, che la Titta le ha tramandato e che ancora, alla bell'età di 97 anni, conosce a memoria.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqruQaNAdj12xr-70YW5r3X0hNO-8HhELiwcYiY9H2Eb3H2fDp4bwOOmXvZx2v5OtoR3ePnYoSgdBR5rPkakTGXp_uTD61GRs7oX9a3lcb1Dw-PGRj-5hbxZC-15Aq1nsjJwtlsj6oXTws/s1600/ottobre+2013+077.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqruQaNAdj12xr-70YW5r3X0hNO-8HhELiwcYiY9H2Eb3H2fDp4bwOOmXvZx2v5OtoR3ePnYoSgdBR5rPkakTGXp_uTD61GRs7oX9a3lcb1Dw-PGRj-5hbxZC-15Aq1nsjJwtlsj6oXTws/s400/ottobre+2013+077.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
PIZZA DELLA SPIAGGIA</div>
<div style="text-align: justify;">
dosi per uno stampo da pastiera di 26 cm di diametro</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
per la frolla:</div>
<div style="text-align: justify;">
500 g di farina</div>
<div style="text-align: justify;">
250 g di burro</div>
<div style="text-align: justify;">
200 g di zucchero</div>
<div style="text-align: justify;">
5 tuorli d'uovo</div>
<div style="text-align: justify;">
1 bel pizzico di sale</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
per il ripieno:</div>
<div style="text-align: justify;">
350 g di ricotta</div>
<div style="text-align: justify;">
300 g di fiordilatte</div>
<div style="text-align: justify;">
100 g di prosciutto cotto in un'unica fetta</div>
<div style="text-align: justify;">
100 g di parmigiano grattugiato</div>
<div style="text-align: justify;">
3 uova</div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
1 pizzico di sale</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Preparate la frolla mescolando la farina con lo zucchero e il sale, disponendo il tutto a fontana, mettendo al centro i tuorli e il burro a pezzetti, e lavorando gli ingredienti velocemente, con la punta delle dita, fin quando non si amalgameranno bene e non formeranno una massa compatta. Oppure, dato che sono passati 79 anni dai tempi in cui la Titta imparò a cucinare, schiaffate tutto nel mixer e lavorate a bassa velocità gli ingredienti fin quando non formeranno una bella palla.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Avvolgete l'impasto nella pellicola e mettetelo in frigo per mezz'ora. Nel frattempo tagliate a dadini il prosciutto e il fiordilatte (meglio se comprato il giorno prima e tenuto in frigo), quindi mettete la ricotta in una terrina, lavoratela con una spatola per renderla setosa e aggiungete le uova una alla volta, unendo la successiva quando la precedente sarà ben amalgamata. Aggiungete il sale, il parmigiano, i dadini di prosciutto e quelli di fiordilatte, e mescolate il tutto fin quando non avrete ottenuto una miscela omogenea.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Prendeta la frolla dal frigo, tagliatela in due pezzi in modo da ottenerne uno un po' più grande dell'altro, e stendete la quantita maggiore, con la quale rivestirete il fondo della teglia (non c'è bisogno di imburrarla). Disponete all'interno il ripieno, livellatelo bene, stendete il resto della frolla e quindi ricoprite la pizza sigillando bene i bordi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cuocete per un'ora in forno già riscaldato a 180°, lasciate intiepidire, sformate la pizza, fatela raffreddare bene, una volta fredda, sistematela in frigorifero per almeno un paio d'ore. È questo il vero segreto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Oggi c'è un gran bel sole.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Io quasi quasi vado a mare a farmi un ultimo bagno.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
In fondo questa è o non è la pizza della spiaggia?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
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Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-63199702731485519792013-10-03T19:51:00.000+02:002013-12-17T11:22:26.696+01:00Essa, Iddu e 'o malamente<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT0i6OXuUEgEDi0VtkcnEgPq17Z_JN8qOnGc2l2Ry9DwKaFfI9PPgdIOF0nuBT6LWc4xJl7FbODOGfLq-hBi4F-Wmz2jfzNfVgXawdxQpEpQ29ecm9BJosC_j3rMZpHYyrvYixKTPl7_sQ/s1600/partono+i+bastimenti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT0i6OXuUEgEDi0VtkcnEgPq17Z_JN8qOnGc2l2Ry9DwKaFfI9PPgdIOF0nuBT6LWc4xJl7FbODOGfLq-hBi4F-Wmz2jfzNfVgXawdxQpEpQ29ecm9BJosC_j3rMZpHYyrvYixKTPl7_sQ/s400/partono+i+bastimenti.jpg" width="400" /> </a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Nel luglio del 2009 giunsi alla consapevolezza che, ahimé, per quanto ci si impegnasse, il consorte non avrebbe mai davvero amato la montagna. Ogni volta che io pregustavo con sguardo sognante i giorni che avremmo trascorso a Roccaraso, il suo sguardo diventava un po' più triste, le labbra si piegavano impercettibilmente in una smorfia amara, mentre con tono appena sarcastico commentava che anche lui non vedeva l'ora. Insomma, la situazione era più grave di quanto avessi pensato e compresi che per evitare una temibile depressione consortile bisognava correre ai ripari e cedere - almeno una volta - al suo desiderio di mare, mare e ancora mare.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Così, in modo anche abbastanza naturale, la scelta della destinazione cadde su Stromboli, isola assiduamente frequentata da tanti dei nostri amici e dove anch'io, una ventina di anni prima, mi ero distinta per alcune simpatiche performance, che molti ancora ricordano (tipo catapultarmi sulla terraferma ancor prima che la nave attraccasse al piccolo molo, spiccando un salto in lungo in stile Fiona May che nessuno - e tantomeno io - mi avrebbe ritenuta in grado di effettuare, perché ero talmente estenuata dalla mareggiata notturna da non resistere un secondo di più sul traghetto senza dare di stomaco).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
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<div class="separator" style="text-align: justify;">
A meno che non ci si metta in
auto e non si punti dritto a Roccaraso, dove la magione è già equipaggiata di
tutto il necessario, in casa Gastronomica organizzare una partenza non è mai
cosa semplice. C'è da preparare la mia valigia, quella del consorte, quella dei
cani - che comprende ciotole, asciugamani, medicine, crocchette, umido e giochi
- e quella della biancheria. Poi ci sono la borsa della tecnologia, quella dei
libri, quella delle vettovaglie. Insomma, da noi non si parte, si emigra.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Fu così anche quella fatidica
estate del 2009, in cui ci ritrovammo sulla nave diretta alle Eolie con tre
cani, quattro valigie, una cesta da picnic, la mia migliore amica al seguito
(con relativa valigia), una cabina di seconda classe senza bagno e un posto
ponte.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Anche solo issare a bordo il nostro piccolo zoo e tutti gli orpelli che ci trascinavamo dietro fu una fatica immane, ma quando finalmente il consorte e Carla riuscirono a infilare tutti i bagagli in cabina - mentre io aspettavo con i cani sul ponte, in una sospetta versione punkabbestia di me stessa -, cominciammo finalmente a rilassarci. </div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Sistemati sull'ultimo ponte della nave, il più ventilato (e, ahimé, anche il più umido, come scoprii più tardi), consumammo la cena di compleanno del consorte - da me preparata in precedenza e sistemata in un'elegantissima cesta di vimini - che innaffiammo con una bottiglia di champagne gelato destando lo stupore di chiunque ci osservasse, per l'evidente contrasto fra il nostro aspetto un po' lercio e stazzonato, e la chiccheria della cena a base di finger food di deliziosa fattura. "Stanno pensando che questa cena l'hai rubata", sentenziò il consorte spostandosi all'altra estremità della panca, lontano da me, per evitare di essere accusato di complicità nel misfatto.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Due ore dopo eravamo pronti per andare a dormire. E cominciarono le discussioni per chi dovesse sistemarsi in cabina e chi dovesse rimanere sul ponte, con i cani.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Ora, credo che tante fra voi, gentili signore, condivideranno il mio pensiero: molto meglio dormire scomodi, o non dormire affatto, badare ai cani e prendere l'umido, che doversi sorbire per tutta la vacanza le lamentele del consorte che in un impeto di galanteria si era offerto di restare all'addiaccio, ma avrebbe di sicuro poi accusato raffreddori, nevriti, dolori reumatici e forse anche il gomito del tennista e il ginocchio della lavandaia.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Così, affidati a lui tutti i mei beni e ottenuti in cambio un materassino e una coperta presa in prestito dalla cabina, lo spedii a dormire con Carla e mi sistemai sul ponte, circondata dai cani, a cui avevamo già somministrato un tranquillante alle erbe a scopo cautelativo, ma che tenevo comunque al guinzaglio.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Mi accingevo a raggomitolarmi sotto la coperta e sprofondare quantomeno in una sorta di dormiveglia, quando da un sacco a pelo sistemato su una panca poco distante emerse un ragazzotto sui vent'anni.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: left;">
- Signora, lo sa che qui i cani non ci possono stare?</div>
<div class="separator" style="text-align: left;">
- Guardi, i cani non possono stare nelle aree all'interno, ma qui è consentito tenerli.</div>
<div class="separator" style="text-align: left;">
- Però dovrebbero avere le museruole.</div>
<div class="separator" style="text-align: left;">
- Ha ragione. Però vede, i miei cani sono anziani, sono buonissimi, sono stati sedati e li tengo anche al guinzaglio. Le assicuro che non ha nulla da temere.</div>
<div class="separator" style="text-align: left;">
- Signora, io invece temo. E se lei si addormenta, rilassa le articolazioni, i guinzagli le sfuggono di mano, i cani scappano e vengono a mordermi?</div>
<div class="separator" style="text-align: left;">
- La vedo difficile dato che ho infilato i guinzagli intorno al polso. E comunque ho il sonno leggerissimo, mi sveglierei.</div>
<div class="separator" style="text-align: left;">
- E se invece non dovesse svegliarsi? Lei deve andasene da qui, si cerchi un altro posto.</div>
<div class="separator" style="text-align: left;">
- Io non mi cerco un bel niente. È lei che ha paura, si sposti lei.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Nel frattempo intorno a noi si era formata una piccola folla che seguiva il dibattito voltando la testa a destra e sinistra neanche stesse assistendo a una partita di tennis sul campo centrale di Wimbledon, e la cosa finì con l'attirare l'attenzione di un ufficiale di bordo, che venne a chiedere cosa stesse succedendo.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Il ragazzotto espose il caso con una dovizia di particolari degna di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/La_Settimana_Enigmistica">Se voi foste il giudice</a>, e finì col convincere l'ufficiale a farmi sloggiare. Questi mi si rivolse con garbo, spiegandomi che effettivamente i cani non avevano la museruola e visto che il signore aveva paura... </div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Io però non lo lascia finire e, infervorandomi, chiarii che le museruole c'erano, ma erano nel bagaglio che avevo affidato a mio marito, che era in una cabina di cui ignoravo il numero, in compagnia della mia migliore amica. Io invece ero lì, costretta a dormire a terra per badare ai cani - di cui una afflitta da sindrome abbandonica, uno epilettico e l'altra cieca -, troppo malridotti per essere sistemati nelle gabbie in stiva. Quello che potevo fare per rendere più sereno il giovanotto, era legarmi i guinzagli dei cani alla cinta della gonna, di modo da non correre il rischio che si allontanassero, ma di spostarmi non ne avevo alcuna intenzione, anche perché - rivelai scansando la coperta con un gesto a effetto - ero una grande obesa e, anche solo per alzarmi, avrei fatto una faticaccia che poteva rivelarsi fatale.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
L'ufficiale, che aveva accompagnato ogni mia singola frase con un "ah-ah" fra lo stupito e l'indignato, mi guardò per un attimo senza parlare, poi se dette una bella scossa e si rivolse al mio vicino con fare risoluto. </div>
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- Giovanotto, se proprio non sopporta queste tre bestiole mansuete, prenda la sua roba e vada da un'altra parte. Mi sembra che con il marito e le amiche che si ritrova, la signora abbia già sofferto abbastanza!</div>
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Dato che il buongiorno si vede dal mattino, non vi sorprenderà sapere che quella vacanza non solo si rivelò disastrosa, ma ebbe anche il deleterio effetto collaterale di provocare nel consorte un violentissimo innamoramento per Stromboli, che da allora considera suo buen retiro, tanto che - in solitudine - ci è andato nel 2010, nel 2011 e anche nel 2012.</div>
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Quest'estate però si è imposto, e mi ha costretto a seguirlo, stavolta senza cani, senza ceste da picnic, con solo un bagaglio minuscolo di facile trasporto e soprattutto dopo essersi assicurato una cabina di prima classe con bagno. </div>
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Devo ammettere che la vacanza è andata molto meglio di quella precedente, e riconosco che Stromboli - con Iddu che ti ricorda costantemente la sua presenza con brontolii e getti di lava, con il nero delle rive che contrasta con il blu profondo del mare, con le sue bouganville multicolore, i suoi ibiscus, gli innumerevoli fichi che ombreggiano i viottoli e dai cui rami puoi cogliere senza sforzo i frutti e gustarli tiepidi mentre vai a mare - continua ad avere un grande fascino. Ma purtroppo ormai è molto diversa dall'isola della mia adolescenza, o forse sono molto diversa io.</div>
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Perciò se non ci siete mai stati e volete andarci, andateci ora. </div>
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Andateci ora che il caldo non è più insopportabile, che le spiagge non sono affollate, che l'acqua è cristallina e senza meduse, che non è invasa dai napoletani, che non è tanto cara da farvi compromettere il conto in banca, che potrete godervi il silenzio e i tramonti con lo Strombolicchio che si tinge di rosa. </div>
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Per quanto mi riguarda, dopo essermi ustionata i piedi sulla sabbia rovente, essere stata urticata dalle meduse, aver fatto da esca a tutte le zanzare dell'isola, e aver passato la maggior parte del tempo a tergermi il sudore, ho deciso che l'anno prossimo andremo sulle Dolomiti.</div>
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Il consorte dovrà farsene una ragione.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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L'ultima foto immortala le mitiche melanzane a scarponciello dell'altrettanto mitica zia Pia (che non è mia zia ma è come se lo fosse) che - vai a capire perché - hanno fatto venire al consorte la smania per le melanzane sott'olio.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
- Bene, da quanti anni non me le fai?</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
- Perché sono un po' scoccianti.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
- Non possono essere più scoccianti della marmellata di limoni.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
- Mmmmm</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
- E nemmeno del nocillo.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
- Non ne sono convinta.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
- Bene, se hai fatto la marmellata di rosa canina puoi fare pure le melanzane sott'olio!</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
- ... </div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinUahlLsIq65Q5Xpswlj8gitx07qp6xfjDUUvoSHE02xZXh6SyfhAe9Ql5cDujb72HdWLcIBNaTt8MP6ZBMcPWECqd7BMjHEoa_COVOgt6EtCb8H8xBy7F4YmqPdjY6uMH7TapMyvwbV5Q/s1600/settembre+2013+074.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinUahlLsIq65Q5Xpswlj8gitx07qp6xfjDUUvoSHE02xZXh6SyfhAe9Ql5cDujb72HdWLcIBNaTt8MP6ZBMcPWECqd7BMjHEoa_COVOgt6EtCb8H8xBy7F4YmqPdjY6uMH7TapMyvwbV5Q/s400/settembre+2013+074.JPG" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
MELANZANE SOTT'OLIO</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Melanzane</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Aceto</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Olio</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Aglio</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Origano</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Peperoncino</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Sale</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Confesso di aver fatto un po' la difficile, perché fare le melanzane sott'olio in fondo non è poi questa gran seccatura e il consorte ha ragione quando sostiene che mi sono cimentata in imprese ben più complicate. In realtà bastano qualche piccolo accorgimento e qualche trucco per cavarsela senza grande sforzo.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Naturalmente è inutile dare dosi precise ma, giusto per darvi un'idea, io con 6 chili di melanzane ho riempito due barattoli da un litro e questo barattolo piccolo, che avrà sì e no 250 ml di capacità.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWRhO10p4rD3IzRbkUXnRaaH2eOMYZHT5viUX6r4C_BZoEJXnINWlY6kK45XuI2mmONrroj7UpXa2OSvE55r9kYqpHN8UFw9Emoxdj2-eg08hUjd5o5_4u3kHlpETXrNnvMtWu8x6ZJp__/s1600/settembre+2013+069.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWRhO10p4rD3IzRbkUXnRaaH2eOMYZHT5viUX6r4C_BZoEJXnINWlY6kK45XuI2mmONrroj7UpXa2OSvE55r9kYqpHN8UFw9Emoxdj2-eg08hUjd5o5_4u3kHlpETXrNnvMtWu8x6ZJp__/s400/settembre+2013+069.JPG" width="400" /></a></div>
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Si procede così: si sbucciano le melanzane, si tagliano a fette doppie un paio di centimetri e quindi a strisce di un paio di centimetri di larghezza. Man mano che le tagliate, sistemate le melanzane in uno scolapasta, salatele e poi copritele con un piatto che contenga dei pesi, in modo che siano ben pressate.</div>
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Trascorse ventiquattr'ore, togliete i pesi, munitevi di uno schiacciapatate, infilateci le melanzane - poche per volta, c'è bisogno di dirlo? - e pressatele bene per privarle dell'acqua di vegetazione. Intanto in una pentola capiente mettete a bollire acqua e aceto bianco in ugual quantità. Quando l'acqua sarà arrivata a bollore, gettateci le melanzane (occhio, devono avere spazio perciò magari ripetete l'operazione più volte ma non comprimetele), fatele bollire per un minuto, quindi scolatele con una schiumarola e via di nuovo nello schiacciapatate per una nuova strizzatina e una nuova perdita di liquidi.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
A questo punto mettete le melanzane ad asciugare ben stese su un canovaccio pulito, sterilizzate i barattoli (potete bollirli o sterilizzarli per 30 minuti in forno a 130°), quindi disponete le melanzane nei vasi facendo un primo strato di verdura, unendo peperoncino, aglio e origano secondo il vostro gusto e poi coprendo con olio, per poi ricominciare con lo strato successivo (in questo modo eviterete che si formino le bolle d'aria).</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Quando avrete riempito tutto il barattolo, potrete finalmente pressare le melanzane e, nel caso avanzasse spazio, aggiungerne delle altre. Fermatevi a un paio di centimetri dalla strozzatura del barattolo, e assicuratevi che le melanzane siano coperte da un bel dito d'olio.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
Procedete quindi a una seconda sterilizzazione, mettendo i barattoli in acqua fredda, avvolti in un canovaccio, portando poi ad ebollizione e tenendoli sul fuoco per 30 minuti e facendoli poi raffreddare nell'acqua.</div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Come avete visto il procedimento è abbastanza semplice - sempre a patto che si possegga un salvifico schiacciapatate.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="text-align: justify;">
La cosa ben più complicata è invece armarsi di santa pazienza e aspettare che trascorrano i canonici quindici giorni per poterle finalmente assaggiare.</div>
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Come il consorte ben sa. </div>
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Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-85709628943592741332013-09-11T10:27:00.000+02:002013-12-17T11:22:50.872+01:00Un uomo per tutti gli sport<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDcduD8JLYlEmmkmg7tRfWErLgiT517zqy58wQ3HxegoS9GJCb0f6bGWQwzDl_6FnX3nDI2lIynELLlQvmD336CxBd-8-eZX2N0z-GUPA5fjx1e50498U-7sSkTmYnZPBXtroF84wnCjsr/s1600/foto.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDcduD8JLYlEmmkmg7tRfWErLgiT517zqy58wQ3HxegoS9GJCb0f6bGWQwzDl_6FnX3nDI2lIynELLlQvmD336CxBd-8-eZX2N0z-GUPA5fjx1e50498U-7sSkTmYnZPBXtroF84wnCjsr/s400/foto.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
Mio padre da giovane è stato un atleta.<br />
<br />
Lo so, detta così non sembra una rivelazione fondamentale, di quelle che ti cambiano la vita. Eppure a me la vita l'ha cambiata, perché mio padre ha praticato un numero incredibile di sport, ha eccelso quasi in tutti, e ha desiderato più di ogni altra cosa che noi figli seguissimo il suo esempio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Papà è stato nuotatore, pallanuotista, canottiere, velista, ciclista, sciatore. Ha giocato a calcio, a tennis, a pallavolo, a golf. E sono sicura che, nonostante il lungo elenco, sto dimenticando qualcosa.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mio padre ha passato la vita ad allenarsi. Ogni luogo e ogni momento erano buoni per fare un po' di preparazione atletica in vista di una gara. Nella primavera del 1971, dopo poco più di tre anni di matrimonio e con due figli piccoli, di cui uno praticamente in fasce, i miei andarono vicinissimi al divorzio perché mio padre aveva preso l'abitudine di allenarsi per gli europei di vela tenendo in braccio mio fratello, e usandolo come zavorra mentre faceva i piegamenti sulle gambe.<br />
<br />
Quando papà partì, mamma scoprì che non c'era verso di far addormentare il pargolo cullandolo amorevolmente fra le braccia, e dovette affrontare quindici giorni di pianti disperati del suddetto, nonché tremendi dolori muscolari dovuti all'improvvisa ginnastica a cui suo malgrado era stata costretta pur di placarlo (conditi da solenni improperi rivolti a mio padre).<br />
<br />
Per papà l'importante non è mai stato partecipare. L'unica cosa che davvero conta per lui è vincere, e avrebbe voluto che per noi fosse altrettanto. Volete sapere qual è uno dei ricordi più traumatici della mia infanzia? La gara che concludeva il corso di sci con il quale - credo a sette anni - avevo conseguito la seconda stellina d'argento.<br />
<br />
Al cancelletto di partenza improvvisato, mentre aspettavamo che il bambino precedente finisse la discesa, papà mi fece un discorso motivazionale al cui confronto quello di un allenatore della Germania Est sarebbe sembrato incredibilmente sdolcinato. Dopodiché pretese che mi levassi il piumino, che a suo dire mi avrebbe rallentata perché troppo poco aerodinamico, e al suono del fischietto mi incitò con un rabbioso "Spacca tuttoooo!".<br />
<br />
Inutile dire che ero talmente terrorizzata che l'unica cosa che riuscii a spaccare fu la mia fronte. A metà gara infatti infilai con lo sci uno dei paletti dello slalom, che mi andò a sbattere in faccia procurandomi un bel taglio, caddi, e siccome ero senza giacca a vento (non vi dico che beneficio ne aveva tratto l'aerodinamica!) m'inzuppai completamente il maglione e mi beccai una bella febbre.<br />
<br />
Sempre costretta da mio padre, nel mio piccolo anch'io ho nuotato, sciato, giocato a tennis e a pallavolo. Ma l'ho fatto con un'ansia da prestazione così smisurata che, nonostante i miei sforzi, non sono riuscita a portare a casa neanche un premio di consolazione.<br />
<br />
Insomma, grazie alle smanie agonistiche di mio padre, ancora oggi, a quarantaquattro anni suonati, mi ritrovo ad avere una tale paura di vincere e una tale convinzione che per quanti sforzi io faccia finirò col perdere proprio allo scadere della gara, da essere arrivata a pensare che la cosa migliore sia sottrarsi alla competizione, e risparmiare la fatica.<br />
<br />
Rimango una donna competitiva, quello sì, ma sono competitiva sulle cose stupide, quelle di cui non m'importa veramente, che so, le partire a Ruzzle, le sfide a Trivial femmine contro maschi, o il burraco.<br />
<br />
Per il resto passo la mano, dopotutto mio padre ha vinto così tanto che di trofei in casa bastano i suoi.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJDep7gluAfxo6EBwH5V-yMitHwxYXlMwURLxNaOTZgbWmUn8HRZ3rbOPHARLPQHPwn7mUBnalcOsrynxt65SGy0TbWJqdcPIaqVf4_Ym_M08YvnuwNvu2VFsJxTRX3TX4Ond47UsNAfbB/s1600/foto(7).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJDep7gluAfxo6EBwH5V-yMitHwxYXlMwURLxNaOTZgbWmUn8HRZ3rbOPHARLPQHPwn7mUBnalcOsrynxt65SGy0TbWJqdcPIaqVf4_Ym_M08YvnuwNvu2VFsJxTRX3TX4Ond47UsNAfbB/s400/foto(7).JPG" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
VELLUTATA DI PANE DI MATERA CON POLIPO ARROSTO, POMODORI CARAMELLATI E CECI NERI DI POMARICO FRITTI </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per 4 persone</div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
200 g di pane di Matera</div>
<div style="text-align: justify;">
Un polipo da 1 kg</div>
<div style="text-align: justify;">
Un pugnetto di ceci neri di Pomarico</div>
<div style="text-align: justify;">
12 pomodori datterino</div>
<div style="text-align: justify;">
Una costa di sedano</div>
<div style="text-align: justify;">
Una carota</div>
<div style="text-align: justify;">
Una cipolla</div>
<div style="text-align: justify;">
2 spicchi d'aglio</div>
<div style="text-align: justify;">
Un peperoncino</div>
<div style="text-align: justify;">
Un pizzico di peperoncino in polvere </div>
<div style="text-align: justify;">
La scorza si 1 limone</div>
<div style="text-align: justify;">
Qualche rametto di timo limone </div>
<div style="text-align: justify;">
Sale</div>
<div style="text-align: justify;">
Zucchero</div>
<div style="text-align: justify;">
Olio di arachidi</div>
<div style="text-align: justify;">
Olio EVO bio Tenute Zagarella</div>
<br />
Questa lunga premessa sui miei traumi infantili, serviva solo a spiegare per quale motivo io non abbia mai partecipato ad alcuno dei tanti contest di cui pure pullula la blogosfera. Ma siccome ogni regola ha un'eccezione, il mio fermo proposito è andato a farsi benedire davanti a IoChef, concorso sulla cucina lucana organizzato nell'ambito del XVII Congresso Nazionale della Federazione Italiana Cuochi in collaborazione con Teresa De Masi, che con il suo blog Scatti Golosi è partner dell'evento, e di cui potete leggere tutti i particolari cliccando sul banner qui di seguito. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.scattigolosi.com/2013/08/Iochef.html"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpmelK348js56Cti-oZD3t8NwkieAryMAxMBqzuIC5RAablJRVNZ6bkDxrN023lO080aPj_IRW-FZ2drtSPrDGs4woIl8i9YBfOU9mnG3KCIel_vQp-baov3r7zQFsbhHKwlhKwJmQC8yr/s1600/iochef.jpg" /></a></div>
<br />
E ora veniamo alla ricetta.<br />
<br />
Si parte dal giorno prima mettendo a bagno per 24 ore i ceci neri di Pomarico in una ciotola con abbondante acqua tiepida che cambierete almeno quattro volte. Dopo aver compiuto questa operazione, scolate i ceci e metteteli ad asciugare su un canovaccio pulito, meglio se al sole.<br />
<br />
A questo punto riempite d'acqua una pentola abbastanza grande da contenere agevolemente il polipo (che avrete sfibrato a dovere percuotendolo ripetutamente), aggiungeteci la costa di sedano, la carota e la cipolla, e portate a bollore.<br />
<br />
Quando il brodo avrà bollito per qualche minuto, immergetevi il polipo tenendolo per la testa e tuffandolo cinque o sei volte nell'acqua in modo da far arricciare bene i tentacoli, quindi mettetelo definitivamente nella pentola e lasciatelo cuocere fin quando non sarà della consistenza giusta - né troppo morbido, né troppo calloso - quindi lasciatelo raffreddare nel suo stesso brodo, che poi terrete da parte.<br />
<br />
Quando il polipo si sarà intiepidito, tagliate i tentacoli (usate il resto per preparare un'insalata), metteli in una ciotola, regolateli di sale e conditeli con olio evo, peperoncino, la scorza del limone tagliata a julienne, e lasciate riposare.<br />
<br />
Nel frattempo tagliate in due i pomodori datterino, salatene la parte interna e metteteli in uno scolapasta in modo che perdano parte dell'acqua di vegetazione.<br />
<br />
Passiamo ai ceci la cui cottura, vi avviso, richiede ESTREMA CAUTELA! I ceci vanno infatti fritti in olio di arachidi profondo, meglio se in un pentolino dai bordi alti. Nonostante questo, quando i miei erano in cottura da poco meno di un minuto, hanno cominciato a schizzare via dalla pentola neanche fossero popcorn. Vi consiglio perciò vivamente di usare un coperchio, o un paraschizzi, e di tenere a portata di mano un rimedio per le ustioni (io alla fine ero ricoperta di chiazze di dentifricio a tal punto da sembrare un quadro di Jackson Pollock). Dopo circa cinque minuti di cottura, scolate i ceci, lasciateli asciugare su un foglio di carta paglia e conditeli con sale e un pizzico di peperoncino in polvere.<br />
<br />
Per la vellutata di pane, tagliate il pane a cubetti e fatelo rosolare in 3 cucchiai d'olio insieme agli spicchi d'aglio. Quando il tutto sarà ben dorato, aggiungete un litro di brodo di polipo, portate a piccolo bollore, fate cuocere per 20 minuti, quindi omogeneizzate con un frullatore a immersione e regolate di sale.<br />
<br />
Condite i pomodori con un filo d'olio, spolverizzatene la parte del taglio con dello zucchero, grigliateli velocemente su una piastra e teneteli da parte.<br />
<br />
Su un'altra piastra, rovente, grigliate i tentacoli del polipo bagnandoli spesso con l'olio contenuto nella ciotola in cui li avete conditi.<br />
<br />
Servite la vellutata impiattandola come nella foto, usando qualche fogliolina di timo limone e le zeste del limone come piccola guarnizione e aggiungendo un filo d'olio a crudo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCDhqVOlNwtnXJ3KcZidflWoxBWR8gwPhmG_B4al1SrM_UcXDmtcrTb1b9ptLxHsxCXbpi6BM5yyO_uGXPkLInO9dZQo5LKNywfLo1FMpcMHaTGlVpSBqkKpCC7uxFAnZaJimLeseaoSMx/s1600/foto(2).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCDhqVOlNwtnXJ3KcZidflWoxBWR8gwPhmG_B4al1SrM_UcXDmtcrTb1b9ptLxHsxCXbpi6BM5yyO_uGXPkLInO9dZQo5LKNywfLo1FMpcMHaTGlVpSBqkKpCC7uxFAnZaJimLeseaoSMx/s400/foto(2).JPG" width="400" /></a></div>
<br />
Per chi si fosse impietosito a causa delle angherie (esagero) a cui mi sottoponeva mio padre, sappiate che qualche anno dopo ebbi la mia vendetta.<br />
<br />
Pur di non ricevere da lui alcun suggerimento in materia, m'iscrissi a un corso di pattinaggio artistico, sport che non aveva mai praticato. La cosa fece nascere in papà un tale desiderio di emulazione, pur di primeggiare anche in quella disciplina, che mi chiese di dargli qualche lezione privata di modo da mettersi alla prova - tanto era talmente versato per lo sport che avrebbe padroneggiato i pattini a rotelle in men che non si dica - prima di iscriversi a propria volta al corso.<br />
<br />
Ovviamente voleva che il tutto accadesse lontano da occhi indiscreti per cui la prima lezione avvenne nell'enorme garage della casa di Roccaraso.<br />
<br />
Ebbene, con mia somma soddisfazione, mentre io volteggiavo disinvolta, papà passò più tempo a cadere e a rialzarsi, che a pattinare, e alla fine dovette arrendersi anche se, ancora oggi, attribuisce quella clamorosa <span class="st">débâcle a un difetto dei pattini, non certo a se stesso. </span><br />
<br />
<span class="st">Perché lui - lo sanno tutti - è un uomo che eccelle in tutti gli sport!</span></div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-1169726697884950022013-06-21T20:34:00.001+02:002013-12-17T11:23:13.502+01:00Moio per la libertà<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK_6g_4Awn4ljgCa6a0dIkRBtja2QLHQ0fmyLihhzLHgqcXiOJrCs07vTYhIZFgfovSPLk0qfGTqCmWZhCQab5YnyQTmQ7nwkeAD40DyWgTkxj8pFn7qo7emzCrP6CR7jQIzioZ7Nb7B5H/s1600/giugno+027.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK_6g_4Awn4ljgCa6a0dIkRBtja2QLHQ0fmyLihhzLHgqcXiOJrCs07vTYhIZFgfovSPLk0qfGTqCmWZhCQab5YnyQTmQ7nwkeAD40DyWgTkxj8pFn7qo7emzCrP6CR7jQIzioZ7Nb7B5H/s400/giugno+027.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A casa della nonna c'era una enorme libreria, appartenuta un tempo al mio bisnonno. Mi piaceva da morire quella libreria. Era incassata nel muro del salotto buono e la cornice di mogano formava un decoro delicato sul crema delle pareti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Molti libri avevano il dorso bianco e dei nomi per me all'epoca abbastanza arcani: nefrologia, anatomia generale, cardiologia. Altri, la maggior parte in realtà, avevano il dorso rosso ed erano sistemati sugli scaffali più bassi, che riuscivo a raggiungere stando in piedi sul divano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo ancora la sequenza dei primi titoli: I misteri di Parigi, I miserabili, Teresa Raquin, Cirano de Bergerac, Il circolo Pickwick, Ventimila leghe sotto i mari.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Molto spesso chiedevo alla nonna di giocare a nascondino e insistevo perché fosse lei a cercarmi. Allora, mentre lei contava, correvo a sfilare un volume dalla libreria e poi mi nascondevo sotto il lettone grande a sfogliarne le pagine.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Trascorso un tempo ragionevole, che non fosse troppo breve, affinché avessi modo di leggere almeno un paragrafo, ma non fosse neanche troppo lungo, di modo che la nonna non si spazientisse, abbandonavo il libro sotto al letto e correvo a fare tana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, per quanto furbo, un bambino non riesce a imbrogliare un adulto molto a lungo e così un giorno, mentre me ne stavo rintanata nel mio nascondiglio, la nonna si inginocchiò affianco al letto e mi chiese cosa stessi leggendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Risposi, pronunciandolo com'era scritto, che si trattava di Teresa Raquin e mi preparai a ricevere una di quelle ramanzine per cui la nonna - che pure mi adorava e continua ad adorarmi - era celebre, ma invece, sorprendendomi non poco, lei si limitò a chiedermi se mi piacesse.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fui costretta ad ammettere che non lo sapevo. Avevo letto faticosamente solo qualche pagina e in realtà non avevo capito granché. Lei mi sorrise e mi disse che di sicuro avrei capito molto di più una decina di anni dopo, quando avrei avuto l'età giusta per leggerlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma intanto, nell'attesa, aveva qualcos'altro da propormi ed era certa che l'avrei gradito molto di più. Così mi portò in quella che chiamava <i>la camera delle ragazze</i>, la stanza in cui mia madre e mia zia avevano dormito fino al giorno dei rispettivi matrimoni, e aprì l'armadio che era appartenuto a entrambe.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
All'interno, invece dei vestiti, c'erano decine e decine di libri consunti che emanavano un delizioso odore di carta. Nel tempo detti fondo a quel tesoro di cui ignoravo l'esistenza, e lessi l'uno dopo l'altro Gran Premio (sulla copertina c'erano disegnati una Liz Taylor bambina e un Mickey Rooney di poco più grande), Piccole Donne, Piccoli Uomini, Penna bianca, Robinson Crusoe, I viaggi di Gulliver, Pel di carota (che odiai) e molti altri, ma il libro che per primo mi capitò fra le mani quel giorno, quello che per primo decisi di leggere, aveva una copertina di tela verde con una scritta al centro. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E fu amore a prima vista.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEyQTEcAhB7iPdN8VS5TCSG3MGDmHxaVclmjXrxDBQlLFhjr4WhiasCGfl-_xR3g3vfmj6EO9gZnu7sFb2GZsYPEWdTaR8T_zIVDWoyFf1p2DFeM62xVcDTOTxQr3Bd0LXHCMdJ9dXU1Ig/s1600/giugno+026.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEyQTEcAhB7iPdN8VS5TCSG3MGDmHxaVclmjXrxDBQlLFhjr4WhiasCGfl-_xR3g3vfmj6EO9gZnu7sFb2GZsYPEWdTaR8T_zIVDWoyFf1p2DFeM62xVcDTOTxQr3Bd0LXHCMdJ9dXU1Ig/s400/giugno+026.JPG" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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L'edizione che ho fotografato risale al 1946 e il libro è quello appartenuto alla mia mamma. All'epoca lo lessi e lo rilessi tante di quelle volte che a un certo punto le pagine cominciarono a staccarsi. Allora chiesi alla nonna di comprarmene un altro, e lei mi accontentò. Era il 1976.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poche settimane fa, un amico mi ha detto di non aver mai letto Il giornalino di Gian Burrasca e a me è venuta una gran voglia di sfogliarlo ancora una volta. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così sono andata a casa di mamma, ho scartabellato fra le mille cose che ho lasciato da lei e sono tornata trionfante dal consorte con entrambe le copie, salvo scoprire che lui ignorava perfino l'esistenza di quella che invece per me è una pietra miliare della mia formazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bene, ma Gian Burrasca non l'ha inventato Rita Pavone? Scusa, La Mondaini inventò Sbirulino e la Pavone Gian Burrasca, no? - mi ha chiesto con un candore disarmante.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Beh, io lo invidio. Lo invidio perché lui adesso sta leggendo Il giornalino (la copia del 1976, quella del 1946 la tocco solo io, e con i guanti bianchi) per la prima volta e ride come un pazzo per la zia Bettina e il suo dittamo, per il dottor Collalto, per il socialista Maralli, il professor Muscolo (tutti fermi, tutti zitti), Cecchino Bellucci, Ada, Virginia, Luisa, la cameriera Caterina, il signor Venanzio, la signora Geltrude, il signor Stanislao, Gigino Balestra.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E naturalmente vuole la pappa col pomodoro.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH57eFNp6L6A-4BesII65RfgI_cp25t4m60iJ6A2yndtUlW0NbtT-CkjkwzPa-PcMK1qr_H4NkVw9ppxwIDVbC1Kfx13CQ2FHx5pZ8X5TYuBGO4P_LFe2GPJWCTpDI29c1n7GDKGDgDQYB/s1600/foto(1).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH57eFNp6L6A-4BesII65RfgI_cp25t4m60iJ6A2yndtUlW0NbtT-CkjkwzPa-PcMK1qr_H4NkVw9ppxwIDVbC1Kfx13CQ2FHx5pZ8X5TYuBGO4P_LFe2GPJWCTpDI29c1n7GDKGDgDQYB/s400/foto(1).JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
ZUPPA DI POMODORO</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per 4 persone</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
600 g di pomodori San Marzano ben maturi</div>
<div style="text-align: justify;">
1 patata grandicella</div>
<div style="text-align: justify;">
1 carota</div>
<div style="text-align: justify;">
1 gambo di sedano </div>
<div style="text-align: justify;">
1 cipolla media (molto meglio se novella)</div>
<div style="text-align: justify;">
1 spicchio d'aglio (novello anche lui, ora che è di stagione)</div>
<div style="text-align: justify;">
2 cucchiai di olio EVO</div>
<div style="text-align: justify;">
2 cucchiai di panna</div>
<div style="text-align: justify;">
750 ml di brodo vegetale</div>
<div style="text-align: justify;">
1 mazzetto di basilico</div>
<div style="text-align: justify;">
qualche rametto di timo</div>
<div style="text-align: justify;">
1 bel pizzico di paprika dolce</div>
<div style="text-align: justify;">
1 cucchiaino di zucchero</div>
<div style="text-align: justify;">
pepe nero</div>
<div style="text-align: justify;">
sale</div>
<div style="text-align: justify;">
2 fette di pane raffermo</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mettiamo subito in chiaro una cosa: preparare un piatto così profondamente legato alla tradizione come la pappa col pomodoro, senza avere a disposizione il pane toscano, l'olio toscano e una vista ispiratrice sulla campagna toscana, sarebbe come commettere un sacrilegio che neanche l'amore per il consorte può autorizzare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il suddetto si è perciò dovuto accontentare di questa più banale zuppa, d'ispirazione warholiana, che se da una parte gli ha fatto passare la voglia di pappa col pomodoro, dall'altra gli ha fatto venire quella - economicamente molto più preoccupante - di tornare a New York. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se siete disposti a farvi prendere dalla stessa struggente nostalgia per il suolo americano, non vi resta che mettervi ai fornelli cominciando a tritare cipolla, aglio, carota e sedano e a farli rosolare con l'olio in una pentola dai bordi piuttosto alti. Trascorsi una decina di minuti, aggiungete la patata tagliata a fettine sottili, i pomodori a pezzi, il basilico, il timo, la paprika e lo zucchero, e coprite con il brodo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Portate a bollore e cuocete per una ventina di minuti, o fin quando le patate non si saranno quasi dissolte, quindi frullate con il minipimer e passate al setaccio. Rimettere la zuppa nella pentola, aggiungete la panna, regolate di sale e pepe e servite accompagnando con le fette di pane unte con un filo d'olio e tostate nel forno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mangiando questa zuppa deliziosa, il consorte si è sentito Gian Burrasca e io ho avuto invece l'illusione di essere a cena al The Butcher's Hook, a Londra. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E voi? </div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8Gf2GYxmBDraki10j6I5ezmwzp2qqh8xRbfAVCnh3iPOw28YQNOFugHOqDfUyvk_ovNiZN8p_qVGJ_ZYTtUnVxuQEjSpjfyhnEjHNUaPo6lFxvxXNfrKavWCe9BQjwgn6Ba9ZwAwCsRU4/s1600/foto%25284%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8Gf2GYxmBDraki10j6I5ezmwzp2qqh8xRbfAVCnh3iPOw28YQNOFugHOqDfUyvk_ovNiZN8p_qVGJ_ZYTtUnVxuQEjSpjfyhnEjHNUaPo6lFxvxXNfrKavWCe9BQjwgn6Ba9ZwAwCsRU4/s400/foto%25284%2529.JPG" width="400" /> </a></div>
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<br /></div>
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NOTE A MARGINE</div>
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<br /></div>
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Oggi questo blog compie due anni, di cui uno meraviglioso e uno da dimenticare.</div>
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Se ripenso alla festa di compleanno dell'anno scorso, a quanto fu entusiasmante, emozionante e travolgente, mi rendo conto che è stata anche l'ultima volta in cui mi sono sentita pienamente felice.</div>
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Da allora la mia scrittura sul blog è stata ondivaga, e me ne dispiace molto. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Ma finalmente mi lascio quest'anno alle spalle.</div>
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Sono sicura che il prossimo sarà migliore. </div>
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<br /></div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com19tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-88512329492671732952013-04-02T18:08:00.000+02:002013-12-17T11:23:51.935+01:00Praticamente Emma<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDkl4aM2d1Wsjw8Hfw382_6qNaHorFKj2dSGdo26RM677odEO5hCA4GkIbuoH4nJhqMJ37DZR0tXT_6SYjxVfKk4dA-iUdwEVX_pqDWPAv-pcTdQGSEWqYfKajQmdI7Df8eQDS_NP1X4-1/s1600/gaffe.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDkl4aM2d1Wsjw8Hfw382_6qNaHorFKj2dSGdo26RM677odEO5hCA4GkIbuoH4nJhqMJ37DZR0tXT_6SYjxVfKk4dA-iUdwEVX_pqDWPAv-pcTdQGSEWqYfKajQmdI7Df8eQDS_NP1X4-1/s400/gaffe.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Conosco Emma La Pratica dalla notte dei tempi. Da molto prima che perdesse per strada il proprio nome e, in una serata di quelle che poi ci si ricorda per anni, venisse ribattezzata Emma La Pratica.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Emma incarna, contrariamente a quanto il suo finto cognome lascerebbe presumere, la quintessenza dell'essere svampiti. Con la sua parlantina venata da un accento che, nonostante viva a Napoli da più di trent'anni, conserva ancora una eco lontana dell'infanzia vissuta a Lecce, Emma - per affetto, disponibilità e altruismo - ha la straordinaria capacità di complicare ciò che è semplice, di rendere disorganizzato ciò che, senza il suo provvidenziale intervento, sarebbe scivolato via pigramente, seguendo il naturale corso delle cose.<br />
<br />
Emma organizza picnic in giardino in cui, chissà come mai, ci si ritrova ad aver preparato quattro primi e tre dolci, ma mancano bevande, secondi o verdure; coordina andate al cinema mettendo a punto un sistema di passaggi in auto che prevedono - immancabilmente - che si facciano i giri più lunghi nelle zone più trafficate, perché le logiche con cui Emma stabilisce chi passerà a prendere chi, si basano sulle affinità elettive più che sulla contiguità geografica. O almeno questa è la spiegazione che noi amici ci siamo dati.<br />
<br />
Il candore di Emma fa sì inoltre che solo con estrema cautela le si possano fare delle confidenze. Emma non sa cosa significhi serbare un segreto e ha il dono di svelare anche quelli più intimi nei momenti più inappropriati, alle persone meno indicate. Ma lo fa, bisogna ammetterlo, con una tale innocenza, una tale ironia innata e una tale leggerezza, che mai nessuno se n'è avuto a male e tutt'al più la cosa si è risolta con un avvampare improvviso delle gote, grandi risate e il constatare quanto già noto: se vuoi che una cosa non si sappia, non raccontarla a Emma. <br />
<br />
Ma il motivo principale per cui Emma gode di una fama che non ha eguali fra i miei amici, è la sua incredibile abitudine di ingarbugliarsi fra le parole, dando vita a svarioni che sono diventati le pietre miliari della nostra lunga amicizia.<br />
<br />
Conversando con Emma, non è raro sentirle fare affermazioni come: "Quel film lì... quello con Robert De Niro... quello in cui giocavano alla roulotte russa". Oppure: "No, lì non ci si può andare in bicicletta... la strada è tutta disossata." C'era poi un suo amico che aveva una meravigliosa collezione di gulash napoletane del '700, o ancora un altro con cui aveva appuntamento a Piazza San Gesù, anzi veramente lì vicino, al Chioschetto di Santa Chiara. Ricordo ancora la sera che, al telefono, mi leggeva i titoli dei film in programmazione al cinema, per poi concludere che secondo lei il migliore era un thriller appena uscito: Il profumo del mostro selvatico.<br />
<br />
Se la pressione dell'acqua è poca, Emma accende l'autoclava; se deve servire delle melanzane, ti chiede una spelonca in cui metterle (si riferisce, per chi non è napoletano, alla sperlunga, ovvero un piatto da portata di forma ovale e leggermente concavo). Del suo viaggio a Dominica, le è rimasta impressa Fatima Churchill che, ben lungi dall'essere una discendente di Winston, è semplicemente una chiesa dedicata alla madonna di Fatima e, da sempre, ha un debole per Yves Saint Montand - nome con cui presumo si riferisca all'attore piuttosto che allo stilista, perché in fatto di moda Emma non è mai andata molto oltre i jeans e le camper ultra flat.<br />
<br />
Bisogna dire comunque che c'è chi fa di peggio: in una memorabile conversazione, mio fratello mi disse che per ottenere i biglietti per il concerto che avremmo ascoltato quella sera, aveva dovuto combattere a sparatrappo, dopodiché mi diede appuntamento a più tardi.<br />
Mi avrebbe aspettato nel foie gras del teatro.<br />
Ma di questo, magari, vi racconterò un'altra volta.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisw9xO7St1ohUS95R44s6OodCDo1PwnisY0vmPQ60zypad_fUKqE0arHQO8STytU-nYft_nXl8IcigWzQqGgXtQgLN3DpU0n0xIFcrBRLwafidezgtzZTNJ8JpK_wo4bziIwOgxiY42SY6/s1600/r16.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisw9xO7St1ohUS95R44s6OodCDo1PwnisY0vmPQ60zypad_fUKqE0arHQO8STytU-nYft_nXl8IcigWzQqGgXtQgLN3DpU0n0xIFcrBRLwafidezgtzZTNJ8JpK_wo4bziIwOgxiY42SY6/s400/r16.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
RAVIOLI AI FRIARIELLI, PATATE E FIORDILATTE IN GUAZZETTO DI VONGOLE<br />
<br />
Per 4 persone <br />
<br />
Per la sfoglia<br />
300 g di farina 0<br />
2 uova codice 0<br />
40 g di friarielli lessati<br />
sale<br />
<br />
Per il ripieno<br />
250 g di patate<br />
100 g di fiordilatte<br />
un cucchiaio di olio EVO<br />
sale e pepe<br />
<br />
Per il guazzetto<br />
500 g di vongole<br />
4 pomodorini<br />
200 g di friarielli<br />
2 spicchi d'aglio<br />
mezzo bicchiere di vino bianco<br />
olio EVO<br />
sale e pepe <br />
<br />
Ora, credo conveniate con me che a un post dedicato a Emma La Pratica fosse impensabile non abbinare una ricetta con le vongole visto che, come scherzosamente le ripeto spesso, ogni volta che apre bocca ne viene fuori un sauté. Impensabile anche abbinarvi una ricetta di quelle facili e veloci, da neofita dei fornelli, vista la sua propensione a complicare il complicabile. La scelta è caduta allora su questi ravioli di innegabile matrice partenopea, che sono elaborati quanto basta da dedicarvi una mattinata, ma ripagano ampiamente tempo e fatica, tanto sono buoni, sorprendenti e insoliti, proprio come la mia Emma.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9SJyZ4xxMCuH5Vt5FFrzqmP988MIGOpw4pBeAKxW-aBhFNMblY5R6a7b8837OTktqxnz7p-51Oywt3spC2uBlEwN1tGbH2JFzGWSVkFmLixCZZ6E7H-b5rQ0SrahBA-7aM7x8Lexpi5MY/s1600/r19.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9SJyZ4xxMCuH5Vt5FFrzqmP988MIGOpw4pBeAKxW-aBhFNMblY5R6a7b8837OTktqxnz7p-51Oywt3spC2uBlEwN1tGbH2JFzGWSVkFmLixCZZ6E7H-b5rQ0SrahBA-7aM7x8Lexpi5MY/s400/r19.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
Lavate per bene le patate, asciugatele, avvolgetele nella carta argentata e cuocetele in forno a 160° fin quando non saranno ben morbide. Intanto lessate i friarielli - sia quelli per la sfoglia che quelli per il guazzetto - in acqua bollente salata, quindi scolateli, prendetene 40 gr e frullateli con le uova. Disponete poi la farina a fontana, incorporatevi la miscela di uova e friarielli, e un pizzico di sale. Impastate a lungo, e quando la massa sarà diventata liscia e omogenea continuate a lavorarla per altri 5 minuti, quindi avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare una mezz'oretta.<br />
<br />
Sbucciate le patate e lavoratele in una ciotola con la frusta elettrica, aggiungendo sale, pepe e il cucchiaio d'olio fino a ottenere una sorta di crema ben soda, che si stacchi dalle pareti della ciotola. Unitevi il fiordilatte tritato nel mixer - molto meglio se comprato il giorno prima e tenuto in frigo - e mescolate bene.<br />
<br />
Stendete la sfoglia con l'apposita macchinetta, diminuendo progressivamente lo spessore fino a farla diventare quasi trasparente, quindi formate i ravioli mettendo al centro di ognuno una pallina di composto di patate.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieU4KqmxKUZK1KrgYEtky2xBj4B0NkePz42Drr6oOE6m9pU32zoP_TTBT8Gy5mf7UYaT94ZZrcfS75ResbGvWNeKb9vicJcfAQudJFXyho2Z93zF18r6deXIPCCSL0JEWU8W9G2St6ligS/s1600/r4.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieU4KqmxKUZK1KrgYEtky2xBj4B0NkePz42Drr6oOE6m9pU32zoP_TTBT8Gy5mf7UYaT94ZZrcfS75ResbGvWNeKb9vicJcfAQudJFXyho2Z93zF18r6deXIPCCSL0JEWU8W9G2St6ligS/s400/r4.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9L_Vb-5OQsMjN7OOxKLUSMVK8EdlVLEJrumhf7dRTUnrA_JIjCXa1Xm5Cya02mSw-yWlBL43fejh4smSuoTVjrN24E6bNGHEWIh2nVhYKeaHHUEBbbaUUQrooBphSMC_Xigp5uqmeb0yR/s1600/r5.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9L_Vb-5OQsMjN7OOxKLUSMVK8EdlVLEJrumhf7dRTUnrA_JIjCXa1Xm5Cya02mSw-yWlBL43fejh4smSuoTVjrN24E6bNGHEWIh2nVhYKeaHHUEBbbaUUQrooBphSMC_Xigp5uqmeb0yR/s400/r5.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
In un largo tegame, fate soffriggere l'aglio con l'olio e i pomodorini, quindi aggiungete i friarielli lessati e fateli insaporire per qualche secondo, unite al tutto le vongole, coprite con un coperchio e scuotete con forza e ripetutamente il tegame. Quando le vongole si saranno aperte, sfumatele con del vino bianco.<br />
<br />
Lessate i ravioli in acqua bollente salata, e scolateli con un ragno man mano che vengono a galla. Conditeli ripassandoli un attimo nel tegame delle vongole, in modo che prendano sapore e serviteli disponendo sul fondo del piatto un ciuffetto di friarielli, irrorandoli con il guazzetto e le vongole sgusciate, e infine decorandoli con qualche vongola ancora nel guscio disposta ad arte sul piatto.<br />
<br />
Come sempre, fatemi sapere.</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-8051993613573521952013-03-27T14:12:00.002+01:002013-03-27T14:12:53.114+01:00Risvegli<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGbcxulH-wCrjHBt1sJFSCyIiR8qzqP0AfLGlFvSKjIY_eVv9K3T6dY5x59WxMUCRx4mTtDGFqHm1hMHFtrCNM6EmGZuwmJY_zL393QdSG6IpdXdVcftbxqPo4A6dfP6zgwFucvCciFLbI/s1600/ranuncoli+016.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGbcxulH-wCrjHBt1sJFSCyIiR8qzqP0AfLGlFvSKjIY_eVv9K3T6dY5x59WxMUCRx4mTtDGFqHm1hMHFtrCNM6EmGZuwmJY_zL393QdSG6IpdXdVcftbxqPo4A6dfP6zgwFucvCciFLbI/s400/ranuncoli+016.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Questo è stato un inverno lungo e doloroso, che di colpo mi ha tolto tutte le parole.</div>
<div style="text-align: center;">
Ma la primavera è proprio dietro l'angolo e, con lei, sto tornando anch'io.</div>
<div style="text-align: center;">
Abbiate pazienza.</div>
<div style="text-align: center;">
L'attesa sta per finire.</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-74036623317769719562013-02-01T12:47:00.004+01:002013-12-17T11:24:21.735+01:00Sado-Master(Chef)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbqGKMHlE4QZdIUaAQxlZk9_63hw12J1TWzEosr1r0I9WpeDTtZV0KXUdjOLvRaFj6vOsZIK79W3w2mUHpS-9uRN0MXymvB03Cv0BwYculm5zim7bzGkNRtRW34eJiK-dMWIgPLsbLtwlj/s1600/fruste2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbqGKMHlE4QZdIUaAQxlZk9_63hw12J1TWzEosr1r0I9WpeDTtZV0KXUdjOLvRaFj6vOsZIK79W3w2mUHpS-9uRN0MXymvB03Cv0BwYculm5zim7bzGkNRtRW34eJiK-dMWIgPLsbLtwlj/s400/fruste2.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
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Ultimamente ho scoperto di godere di un certo seguito tra i figli dei miei amici. Fra quelli che leggono il blog (Daria, lo so che ci sei anche tu), quelli con cui discuto di un mio improbabile futuro di pianista, gioco a ruzzle e, se solo avessi trent'anni di meno, mi vorrei fidanzare, quelli abilissimi nel farmi da personal shopper (e sto parlando di un bambino di sette anni che ha, in fatto di borse e scarpe, più competenza e buongusto di uno stylist navigato), quelli soap opera addicted che sono in grado di elaborare le strategie più impensate per carpirmi qualche segreto sui futuri sviluppi delle storie, e quelli con cui - semplicemente - si fa a gara a scambiarsi insulti inverosimili nell'intento di stupire l'altro, mi sorprende di avere ancora il tempo di condurre una vita ordinata e produttiva. </div>
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Sebbene questi ragazzetti abbiano delle peculiarità ben precise che li rendono molto diversi l'uno dall'altro, c'è una cosa che li accomuna tutti: vorrebbero mandarmi in pompa magna a concorrere per il titolo di MasterChef.</div>
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La guardano la trasmissione, i ragazzetti, e confesso che la guardo anch'io, e confesso anche che il venerdì pomeriggio qualche telefonata di commento sugli episodi salienti e sugli eliminati delle puntate mandate in onda la sera prima, ci scappa sempre. Ma sul partecipare... no, cari miei, proprio non se ne parla.</div>
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In genere la mia fermezza li indispettisce. Vorrebbero capire, vorrebbero sapere. Secondo loro per una che cucina con il mio entusiasmo e con la mia regolarità, MasterChef è un approdo naturale. Dopotutto è o non è il più grande cooking show prodotto in Italia?</div>
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Vai a spiegare ai suddetti ragazzetti che invece è proprio il contrario, che la cucina, il saper cucinare, il voler cucinare, non c'entrano niente con MasterChef. Vai a far loro capire, o semplicemente vai a far sì che si rendano conto che mai, neanche una volta, a far viaggiare la loro fantasia è stata una ricetta, la composizione di un piatto o anche un semplice ingrediente. Quello che davvero li colpisce - ahimé - è il modo in cui vengono trattati i concorrenti.<br />
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Non si punta mai sulla loro bravura, in quel di MasterChef, quelli bravi vengono liquidati in fretta. Sono quelli che non brillano, un po' fragili sia tecnicamente che emotivamente, a essere presi di mira. Con loro si può applicare alla letterea il teorema sul quale si basa l'intero programma, la competizione malata, l'essere disposti a tutto - tranne che al necessario - pur di riuscire.<br />
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Così intenerisce Daiana, con i suoi cinquanta e passa anni, con la sua vita piena d'amore (una che riesce a gestire, felicemente, ex marito e nuovo compagno ha tutta la mia ammirazione), con la sua nostalgia per la figlia. Intenerisce il fatto che nel corso delle puntate diventi un po' la chioccia di Suien, mamma di un nugolo di bambini, disoccupata, con un passato e un presente difficili.<br />
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E gli autori ci sguazzano esercitando la crudeltà con grande sapienza, enfatizzando per puntate e puntate l'amicizia fra le due, salvo poi metterle l'una contro l'altra, rivali in uno scontro all'ultimo sangue. Le due si disperano, Daiana vorrebbe quasi sacrificarsi, sottrarsi alla lotta. Ma poi, con un clamoroso gesto di magnanimità scritto in copione, le due vengono risparmiate. Per quella puntata non ci saranno eliminati.<br />
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Viene fatto fuori subito Federico, un po' perché i suoi piatti vengono ritenuti immangiabili - cosa della quale io rimango scettica - molto perché non si lascia umiliare, ironizza. Se anche Bastianich lancia i piatti all'interno dello studio come si farebbe con un frisbee sulla spiaggia, Federico non si scompone e dai suoi occhi, ben lungi dalla contrizione, traspare una scintilla di compassione per ciò che quel povero cristo di Joe si abbassa a fare, pur di restare nel personaggio.<br />
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Ogni gruppo ha poi un capro espiatorio, un elemento contro cui coalizzarsi per sentirsi più forti, complici e sodali. Quest'anno al casting si sono trovati in grande difficoltà perché c'erano ben due concorrenti che potevano ricoprire quel ruolo: Letizia e Tiziana, affini addirittura nel nome. Nell'imbarazzo della scelta le hanno scelte entrambe, lasciando che fossero i concorrenti stessi, in modo naturale e spontaneo, a trovare quella da odiare.<br />
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A trionfare è stata Tiziana, quarantunenne avvocato in carriera, in apparenza coriacea ma in fondo poco avvezza a sporcarsi le mani. Tiziana che, lo si capisce chiaramente, è forte di un'ottima estrazione sociale e di una solida posizione economica, è naturalmente superba.<br />
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Dittatoriale ma non carismatica, poco attraente fisicamente e caratterialmente, con una voce che sortisce lo stesso effetto fastidioso di quando la parte meno friabile del gesso viene passata sulla lavagna, non particolarmente creativa, è geneticamente destinata all'emarginazione all'interno del gruppo ma - e qui mi sbilancio - è anche la candidata ideale alla vittoria, se gli autori vogliono far bene il loro compitino.<br />
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Sta di fatto, e qui si torna a bomba, che i ragazzetti figli dei miei amici, ma in definitiva la gran parte degli spettatori, non sanno o fingono di non sapere che i reality e i talent altro non sono che fiction. Sono pensati a tavolino, scritti con cura, girati e montati ad arte proprio al servizio di quella scrittura. Bastianich è un attore, lo sono Cracco e Barbieri, lo sono i concorrenti.<br />
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A tavolino sono pensate le umiliazioni inflitte ai concorrenti, le denigrazioni, le tensioni esplicite o serpeggianti, il build up to cut down. Tutto il resto si perde, o comunque non conta.<br />
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Non conta avere rispetto per le persone, non conta avere rispetto per il cibo - che viene bistrattato, offeso, sprecato -, non conta avere rispetto per una professione - quella dello chef - che non si improvvisa, che non prevede che si brucino le tappe arrivando a esercitarla senza avere le conoscenze e le competenze necessarie.<br />
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Perciò, ragazzetti miei, io me ne resto a casa mia, a cucinare per gli amici, a fare marmellate e biscotti per voi, a preparare i piatti che mi piacciono davvero.<br />
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Questi giochetti, se permettete, li lascio ad altri.<br />
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BISCOTTI AI DATTERI E SESAMO<br />
per circa 75 biscotti<br />
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250 g di farina 0<br />
160 g di burro<br />
100 g di zucchero demerara<br />
1 uovo categoria A <br />
160 g di datteri freschi pesati senza nòcciolo<br />
50 g di semi di sesamo<br />
i semini di mezzo baccello di vaniglia<br />
1 pizzico di sale <br />
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Nonostante quanto scritto fino ad ora, l'interesse per la cucina dei miei amati ragazzetti va in qualche modo premiato. Perciò oggi si preparano i biscotti, e non i soliti <a href="http://www.gastronomicavolante.blogspot.it/2011/10/la-ragazza-del-millennio.html">chocolate chips cookie</a> la cui preparazione è ormai familiare a molti di loro, ma qualcosa dal sapore un po' più particolare e con quel tocco di esotismo che sicuramente li affascinerà.<br />
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Come sempre, si tratta di una ricetta facile, trovata qualche anno fa su La cucina italiana e poi un po' modificata, almeno per quanto riguarda la preparazione.<br />
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Si comincia montando il burro morbido con lo zucchero, il sale e i semini della vaniglia. Quando questo miscuglio risulterà omogeneo e avrà cambiato colore diventando più chiaro, si aggiungono l'uovo, la farina, e quindi i datteri a pezzetti.<br />
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Ne verrà fuori un impasto quasi immaneggiabile tanto che è appiccicoso. Armati di buona volontà, si dovrà quindi farne una palla che poi, avvolta nel cellophane, bisognerà scordare in frigo per una mezza giornata.<br />
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Trascorso questo tempo, bisognerà dividere l'impasto in due parti e, rotolandone una alla volta su un foglio di carta forno, formare due cilindri di circa 3 cm di diametro. <br />
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Dovrete allora sistemare i semi di sesamo in un vassoio che contenga in lunghezza i cilindretti, passarveli dentro avendo cura che il sesamo si appiccichi all'impasto in modo omogeneo e mettere il tutto nuovamente al freddo, questa volta in freezer per almeno un'ora.<br />
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L'ultimo passaggio è quello che dà maggiore soddisfazione. Estratti i cilindretti dal freezer, basta tagliarli in fette da un centimetro che poi andranno disposte, a un paio di centimetri di distanza le une dalle altre, su una placchetta rivestita di carta forno.<br />
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Cuocere per 25 minuti in forno preriscaldato a 170°, farli raffreddare su una gratella e mangiarli a sazietà (ma solo se siete bambini, avete un metabolismo da veri sportivi o avete un tremendo bisogno di consolazione).<br />
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Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-89062632465865558122012-12-20T19:09:00.001+01:002013-12-17T11:24:35.683+01:00Maya e poi Maya<div style="text-align: center;">
Piccola dichiarazione d'intenti per l'anno a venire, nel caso la profezia non s'avveri</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzJctF5v-V-u7Z5m8edFAO3cbS2kO_NPdRVOHPo6YbOeON2T_Alz0S1UgJEZNWuq3U3gAhyphenhyphenAqN9tcghIfGbaXWf8zRZ2RtVLe6WFE7xSniOmIVT6SStMMONncj463kptrBqgy4tolEX2dt/s1600/20122012+025.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzJctF5v-V-u7Z5m8edFAO3cbS2kO_NPdRVOHPo6YbOeON2T_Alz0S1UgJEZNWuq3U3gAhyphenhyphenAqN9tcghIfGbaXWf8zRZ2RtVLe6WFE7xSniOmIVT6SStMMONncj463kptrBqgy4tolEX2dt/s400/20122012+025.JPG" width="400" /></a></div>
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Confesso che i bilanci di fine anno e i propositi per quello nuovo mi hanno sempre messa a disagio. Nel farli ho spesso provato lo stesso misto di inadeguatezza/speranza/senso di colpa/desiderio di rivalsa che mi sopraffaceva tutte le volte che andavo a controllo dal dietologo e, spogliata perfino degli orecchini pur di non peggiorare ulteriormente la situazione, mi accingevo a salire sulla mia rivale di sempre: la pesapersone.</div>
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Non credo di essere l'unica, in questi frangenti, a guardare al passato con un occhio assai poco indulgente e ad auspicare a un futuro più virtuoso fissando una serie di obiettivi talmente rigorosi da essere irrimediabilmente destinati a fallire, in una sorta di profezia che si auto determina.</div>
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Mmm... nell'arco dell'anno prossimo voglio perdere 50 chili (4 chili al mese mi sembrano un obiettivo ragionevole, sì sì... 4 per 12 fa 48... magari con un po' di esercizio fisico i 50 li portiamo a casa)... voglio mettere da parte un tot al mese per iscrivermi di nuovo all'università e finalmente laurearmi (in fondo soffro d'insonnia, no? Invece di smanettare come un'idiota su facebook potrei mettermi a studiare... forse sarebbe perfino rilassante... beh, speriamo non troppo... non vorrei che mi venisse il sonno!)... voglio finalmente mettere a punto un sistema per la gestione della casa che mi consenta di non dover passare tutti i santi week-end a fare le grandi pulizie (basterebbe che mi svegliassi mezz'ora prima la mattina... che ci vuole... un giorno vado di aspirapolvere, un giorno vado di mocho, un altro lavo i vetri... alla fine si trasformerà in un gioco da ragazzi!).</div>
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Bene, d'ora in poi si cambia musica. L'anno prossimo - sempre Maya permettendo - cercherò di mettere a tacere il senso del dovere e penserò a fare solo ciò che effettivamente mi procura piacere, è questo il mio unico proposito.</div>
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Per prima cosa bandirò dalla mia vita il parrucchiere. Voglio che i miei capelli crescano liberi e ribelli, voglio che si riempiano di doppie punte. Voglio che mi avviluppino le spalle, che mi trasformino in una pitonessa. Voglio che fra le loro ciocche si perdano i fermagli e le matite, voglio che tornino alla loro antica natura preraffaellita.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Voglio leggere senza essere interrotta, staccando il telefono, spegnendo la radio. Voglio leggere acciambellata sul divano, stesa a pancia in giù sul letto sporgendomi quanto basta per voltare le pagine del libro poggiato sul pavimento. Voglio leggere fino a perdermi, fino a dimenticare che il sole tramonta, fermandomi solo quando le parole impresse sulla carta diventano segni indistinti.</div>
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Voglio cantare come quando ero ragazza e ogni luogo che avesse una bella acustica mi spingeva a intonare una melodia. Voglio cantare nella tromba delle scale, voglio cantare con le labbra a pochi centimetri dalle mattonelle della cabina doccia, voglio cantare nel tempio di Mercurio a Baia, nella grotta del giardino segreto a Palazzo Te.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Voglio di nuovo la mia Renault 4. Voglio montare in auto e andare, con quello stesso brivido che a diciotto anni mi faceva pensare di essere libera, di poter raggiungere la mia meta, ma anche di poter proseguire il cammino su strade ignote fin quando avessi avuto abbastanza benzina.</div>
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Voglio il fornello acceso e la porta di casa sempre aperta agli amici. Voglio cene squisite e vino buono, musica a basso volume e chiacchiere fino a notte fonda, poco importa se il giorno dopo bisogna alzarsi presto per andare a lavorare. </div>
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Voglio pensare al futuro come lo pensavo anni fa, quando sembrava che la vita fosse ancora tutta da venire. Voglio fare progetti folli, voglio rischiare, voglio smettere di essere cauta.</div>
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Voglio ridere.</div>
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E voglio un anno strepitoso.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLQasBSXZkkaUIyP31Janig_cHWEE1TIFKenCOFfe8f2e7C35J2iqpFgh4b5-d9Honx1wIClsO80PJQ__ZMg4Ksjya0PezLPQ3txUD-anOdnhk-jQ370q1jV93hBg8bB16sZCB6ZHYNrfv/s1600/la+terra+di+ciauriello+002.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLQasBSXZkkaUIyP31Janig_cHWEE1TIFKenCOFfe8f2e7C35J2iqpFgh4b5-d9Honx1wIClsO80PJQ__ZMg4Ksjya0PezLPQ3txUD-anOdnhk-jQ370q1jV93hBg8bB16sZCB6ZHYNrfv/s400/la+terra+di+ciauriello+002.JPG" width="400" /> </a></div>
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ZUPPETTA DI FAGIOLI E SCAROLE</div>
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per due persone </div>
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2 cespi di scarola liscia</div>
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500 g di fagioli cannellini lessati</div>
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1 spicchio d'aglio</div>
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4 cucchiai d'olio</div>
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sale</div>
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Voglio mangiare almeno una volta alla settimana una cosa che mi piaccia, senza preoccuparmi del fatto che mi faccia male. Ecco, questa è l'ultima cosa che mi ripropongo per l'anno nuovo. L'avete letto, i miei desideri sono semplici e semplice è anche questa ricetta, che tuttavia per la mia colecisti imbizzarrita rappresenta una bella sfida.</div>
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Lavate a lungo la scarola, o almeno lavatela fin quando non sarete certi di aver eliminato tutto il terreno. Private quindi i cespi delle foglie esterne, più verdi e coriacee e - usando esclusivamente le mani - spezzate le foglie chiare in due o tre pezzi. Mettete quindi la scarola, ancora ben umida, in una pentola che la contenga, aggiungete il sale, chiudete con il coperchio e lasciatela cuocere a fuoco dolce avendo cura di girarla di tanto in tanto. Quando la scarola avrà tirato fuori l'acqua di vegetazione e si sarà ammorbidita, aggiungete lo spicchio d'aglio, l'olio, i fagioli lessati e - se necessario - un paio di mestoli della loro acqua di cottura. Lasciate cuocere ancora per una ventina di minuti quindi servite la zuppa accompagnata da una bella fetta di pane per ogni commensale.</div>
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Sono stata una bambina strana. Alle feste dei miei compagni di classe venivo presa dal panico quando le mamme mi propinavano polpettone e patate fritte, che odiavo. Ma quando a casa della nonna venivo accolta dal profumo di fagioli e scarole, sentivo che tutto sarebbe andato a posto.</div>
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<br /></div>
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Ne sono sicura, tutto andrà a posto.</div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-2633294710652367961.post-3577648346856270392012-12-04T18:07:00.000+01:002013-12-17T11:24:57.568+01:00Un uovo di crema<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXFdtdsRTqE7AoZqPqyuxWaOfUE_CGB8oH4V5p4j3ak267GJnx9F_Xk6v7rGWVN7S-sFIquZHk9oqE57JlqoQl4JOJ0WCH6R04hEj3RRXEAqQ42PXeHR-F65XfSDs9m6tmiRjEbC2KvGrm/s1600/31587_355016367927924_364999395_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXFdtdsRTqE7AoZqPqyuxWaOfUE_CGB8oH4V5p4j3ak267GJnx9F_Xk6v7rGWVN7S-sFIquZHk9oqE57JlqoQl4JOJ0WCH6R04hEj3RRXEAqQ42PXeHR-F65XfSDs9m6tmiRjEbC2KvGrm/s400/31587_355016367927924_364999395_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Mio nonno era stato un bambino grasso. Con lui il codice genetico non era stato molto generoso e invece di far prevalere le peculiarità del ramo danese della famiglia - occhi chiari, capelli biondi, figura snella e slanciata - che erano appannaggio esclusivo di sua sorella Camilla, gli aveva riservato tutte le caratteristiche fisiche del ramo partenopeo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Il nonno, che pure era un bell'uomo il cui fascino era accresciuto da un'intelligenza smagliante e un senso dell'umorismo fuori dal comune, aveva occhi e capelli scuri, statura modesta e una decisa tendenza alla pinguedine.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
Non appena si affacciò all'età puberale dimagrire divenne la sua ossessione. Modellò il suo corpo con il canottaggio, la corsa ed estenuanti serie di addominali. Mentre i suoi coetanei entravano in quella fase della vita in cui sembra nulla possa saziarli, lui si dedicava al digiuno con rigore ascetico, e quella disciplina finì col diventare così radicata che mai, per il resto della vita, il nonno commise un passo falso.</div>
<div style="text-align: justify;">
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Ricordo ancora i suoi pranzi a base di un singolo uovo alla coque e di un frutto, le cene con un po' di verdura bollita e qualche fettina di prosciutto crudo, le colazioni inesistenti che cominciavano con il caffè e lì terminavano.</div>
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L'unica cosa che si concedeva, una sola volta all'anno, era una scatola da un chilo di nudi di <a href="http://www.gay-odin.it/">Gay Odin</a>. Se la faceva regalare dalla nonna a Natale, immancabile fra gli altri doni, e la riponeva nel proprio armadio, poggiata sul ripiano della cassettiera accanto alla spazzola per gli abiti e la bottiglia di colonia <a href="http://www.atkinsons.it/site.php?ln=a">English Lavender della Aktinsons</a>.</div>
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I cioccolatini del nonno erano sacri, nessuno doveva toccarli. Lui ne gustava un paio con studiata lentezza quando si svegliava dal riposino pomeridiano, accompagnandoli al caffè, come giusto incentivo per riprendere la giornata di lavoro allo studio. La scatola di nudi durava un mese o poco più, dopodiché ricominciava l'astinenza.</div>
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Ma c'erano sempre, durante i restanti undici mesi, dei languori improvvisi. A volte il nonno veniva preso da una specie di smania, da un'irrequietezza che non si placava da sola e che in qualche modo bisognava domare. </div>
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Era allora che con quel tono gentile ma fermo che gli permetteva di non essere mai contraddetto, chiedeva alla nonna di preparargli l'unico balsamo che osasse concedersi per appagare la gola, ma soprattutto addomesticare il cuore: un uovo di crema.</div>
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CREMA GIALLA DELLA NONNA</div>
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Per una bella ciotolina che porti via la tristezza</div>
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1 tuorlo di un uovo categoria A</div>
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1 bel cucchiaio di zucchero</div>
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1 bel cucchiaio di farina</div>
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250 g di latte intero</div>
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la scorza di mezzo limone</div>
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Tanto vale dirlo subito: questa crema sfugge a tutte le regole e a tutte le dosi e guai a usarla per farcire un dolce. A volerle trovare un uso che non si riveli improprio, la destinerei a interpretare il non facile ruolo di panacea contro ogni male. </div>
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Il conforto di questa crema dal sapore senza tempo è immediato quanto totale. Che sia mangiata calda, tiepida o fredda (cosa che per altro non accade mai, se si viene presi dalla smania delle coccole non è che poi si possa procrastinare a lungo), nel cuore dell'inverno o nella torrida estate, al mattino o al calar delle tenebre, il suo effetto placante è una certezza.</div>
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Ricordo benissimo la nonna in piedi accanto al fornello, ricordo perfino il vecchio pentolino che usava per prepararla, cosa fra l'altro di una semplicità estrema.</div>
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Si scalda il latte con le scorze di limone fino a portarlo quasi a bollore. Intanto in una ciotola si montano con una frusta il tuorlo e lo zucchero. Quando il composto sarà diventato chiaro e spumoso, vi si aggiunge la farina e infine il latte caldo a filo, avendo cura di mescolare bene con la frusta per evitare che si formino dei grumi.</div>
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Si versa quindi nuovamente il tutto nel pentolino e, sempre girando con la frusta, si porta la crema a ebollizione. Non appena la vedete sbuffare dal fondo, spegnete e versate la crema in una ciotolina.</div>
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Se volete guarnite con delle amarene, con delle fragole o delle pesche.</div>
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Ma vi assicuro che va benissimo anche senza.</div>
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Chiudo gli occhi, porto il cucchiaino alle labbra, e torno bambina. </div>
Benedettahttp://www.blogger.com/profile/00266625821004011647noreply@blogger.com24