Dopo aver trascorso un devastante agosto in cui l'unica cosa che mi sono fatta mancare è l'invasione delle cavallette (ma dopotutto mancano ancora due giorni a settembre e tutto può succedere), ho deciso che per compensare c'era bisogno di un gesto catartico che allontanasse le influenze nefaste e mi procurasse un talismano per affrontare l'autunno senza il perenne timore di una catastrofe incombente. Che fare? Scartata la possibilità di mettermi in ginocchio sui ceci secchi, quella di camminare sui carboni ardenti e quella di fare (seppur momentaneamente) voto di castità, ho deciso di optare per qualcosa che fosse un po' più proficuo e meno punitivo (povera ingenua, se avessi saputo quanto mi sbagliavo!): la marmellata di bacche di rosa rugosa.
Tutto è cominciato quando, per sincerarmi che i miei genitori non stessero tentando di passare a miglior vita facendo, che so, parapendio senza paracadute, ho deciso di andarli a trovare a Roccaraso. In realtà già prima di partire avevo in mente le meravigliose piante di sambuco che crescono ai margini della pedonale, nella piana che separa Roccaraso da Rivisondoli, e una mezza, insanissima idea di coglierne le drupe per trasformarle in marmellata. La sorte però mi è stata per l'ennesima volta avversa perché, arrivata in loco, ho scoperto che le piante erano momentaneamente inservibili dato che i fiori erano ormai appassiti (ci avrei fatto una marmellata di arance e fiori di sambuco su modello bottega svedese dell'ikea) e le bacche ancora troppo acerbe. A quel punto avrei potuto (e forse dovuto) semplicemente desistere, ma poi che ne sarebbe stato del mio gesto catartico?
Testarda più che mai, mi sono ricordata delle decine di piante di rosa rugosa che crescono sul viale che porta a casa di mia zia e in breve la decisione è stata presa. Armata di forbici, guanti, cestino di vimini e mamma al seguito, ho proceduto alla raccolta ottenendo un bottino di circa un chilo di cinorrodi (mi do un tono, ma non sono altro che le bacche delle rose). Ah, se solo avessi saputo a cosa andavo incontro! Per carità, che fare le marmellate non fosse una cosa sbrigativa lo sapevo già. Si lava la frutta (nel mio caso le bacche), la si sbuccia (le bacche no), si tolgono i nòccioli... appunto! Avete idea di quanti semi ci sono all'interno di ogni singola bacca? Beh, guardate, guardate...
Tirare via i semini e i peletti neri urticanti che se ingeriti avrebbero provocato spiacevolissimi effetti collaterali (per farvi capire quali, vi dico solo che il loro nome gergale è grattaculi), è stata un'impresa titanica che ha richiesto circa quattro ore di lavoro che però sarebbero state di sicuro ventiquattro, se non avessi avuto la brillantissima idea di servirmi, per scavare le bacche, di un cucchiaino per il sale che fa parte di un meraviglioso set di posate da picnic appartenuto al mio trisavolo. Piccolo, sottile e appuntito, mi ha praticamente salvato la vita (eccolo immortalato insieme al passaverdura di cui vi parlerò a breve).
Pulite le bacche, il più è fatto.
Bisogna lavarle nuovamente, pesarle (le mie erano diventate 820gr) e metterle in una pentola dal fondo spesso insieme a un paio di bicchieri d'acqua. Dopo averle fatte bollire per una ventina di minuti, cioè fino a quando la buccia esterna avrà cominciato a staccarsi, si tolgono dal fuoco e si riducono in lucente purea con l'ausilio del passaverdura. Anche in questo caso - e in barba alla tecnologia - io avevo un utensile davvero niente male, comprato a maggio del 1994 da un rigattiere di Torino in occasione del mio primo pellegrinaggio al Salone del libro in un Lingotto non ancora del tutto ultimato. Trattasi del POTENTE MACINA LEGUMI RAPIDO BREVETTATO! (come da foto si può verificare)
Nonostante il gentile consorte abbia provato più volte a farmi desistere e a farmi gettare tutto nella spazzatura (compresi gli utensili da cucina d'antiquarito), il potente macina legumi ha svolto egregiamente il proprio ruolo producendo una purea di bacche che sembrava velluto rosso.
A questo punto la catarsi è quasi completa dato che il resto del cammino è tutto in discesa. Basta unire alla purea lo zucchero e qualche spezia a scelta, far cuocere rimestando per una mezz'oretta, invasare a caldo in barattoli precedentemente sterilizzati (basta bollirli un quarto d'ora e farli asciugare capovolti su un canovaccio pulito), sterilizzare nuovamente, e lasciare raffreddare i barattoli a testa in giù.
Con buona pace di Pirsig (che non ho mai letto nonostante il titolo del post sia a lui ispirato) e di mio marito (che si arrovella da mesi cercando di mettere a punto il motore dell'honda four 400 sport che gli ho regalato per i suoi 40 anni), credo che preparare questa marmellata abbia richiesto molta più pazienza e autocontrollo di quanto ne richieda manutenere una motocicletta e dubito che mi lancerò nuovamente in questa avventura che, udite udite, mi ha vista - dopo due giorni di estenuante lavoro - produrre ben 6 barattolini da 125gr di marmellata di bacche di rosa rugosa.
Unica consolazione, la speranza che questa marmellata sia davvero la panacea contro tutti i mali visto l'altissimissimo contenuto di vitamina C (da 2200 a 7000 mg per 100 g di polpa, mentre l’arancia ne contiene soltanto 50 mg per 100 g di polpa.), e che il mio inverno, lungi dall'essere ancora una volta quello del mio scontento, sia luminoso e pieno di belle sorprese.
Ricapitolando:
MARMELLATA DI BACCHE DI ROSA RUGOSA
Il procedimento credo sia abbastanza chiaro visto che ne ho parlato per tutto il post, perciò mi limiterò ad aggiungere le dosi.
820 g di bacche di rosa già pulite
350 g di zucchero semolato
150 g di zucchero di canna
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
la buccia grattugiata di 1 limone
1 bel pizzico di lemon pepper (che secondo me dà alla marmellata una bella spinta in più)
Prima di assaggiarla, credevo che questa marmellata si sarebbe accompagnata egregiamente ai formaggi ma mi sbagliavo. La sua natura è irrimediabilmente quella di una romantica donna inglese e quindi è perfetta per l'ora del tè, magari spalmata su uno scone fragrante.
Non vedo l'ora che arrivi il freddo.
fantastico!!!!
RispondiEliminavoglio assaggiare subito!!!
le foto sono stupende....le immagini seducenti, eleganti, accattivanti ancor più dei precedenti post, se è possibile!!!
P.S. scusa l'ignoranza...ma che sono le drupe??? di certo non le mogli di drupy....
carla
beh visto che ti sei allenata sei pronta per affrontare anche la crema di castagne tra un paio di mesi.
RispondiEliminascaldata col rum e versata sul gelato alla vaniglia garantisce consolazione per tutto l'inverno.
però è una fatica assurda. l'ho fatta giusto quando ero in maternità e avevo tempo da buttare....
buon appetito da un totem reader
RispondiEliminasaluti e salute
http://imaginesvolantscriptamanent.blogspot.com/
tonino
@Caroline: le drupe, lungi dall'essere le mogli di un Drupy divenuto mormone, sono le bacche del sambuco (e prima o poi le becco, a costo di andare appositamente a Roccaraso).
RispondiElimina@Anonimo: ormai non mi spaventa più niente. Mi terrò allenata facendo sollevamento mestoli per i prossimi due mesi dopodiché passami la ricetta che mi metto all'opera (ma soprattutto rivelati ché non so chi sei :-))
@TT: saluti e salute anche a te.
beh il tocco di classe sono le etichette , diciamolo...! ricetta dei tuoi scones che io li ho fatti una volta ma non sono venuti un granchè.
RispondiEliminaQui le bacche son mature...
Reggeranno fino al tempo che verrà per il povero researcher?
RispondiEliminaIo un frollino lo porto sempre meco...
@researcher: mi paleserò quando meno te l'aspetti con un cestino di muffin tiepidi in puro stile Bree Van de Kamp (che sono disperata si sa...) così, giusto per manifestare la mia ostilità...
RispondiEliminaUNA BELLISSIMA ESPERIENZA...
RispondiEliminaGrazie
(Totem Reader)
brava, le foto sono sempre più belle.. rendono bene il racconto!
RispondiEliminaAdoro le conserve...e da questo momento anche il tuo passalegumi! :)))
RispondiEliminaMi piace il tuo racconto...foto e ricetta interessanti! :)))
Ciao a presto!
@Totem reader: ma figurati, grazie a te (chi sei?)
RispondiElimina@Sugar: grazie, le foto sono sempre un colpo di fortuna visto che le faccio con l'iPhone usando Hipstamatic... insomma, poca spesa molta resa!
@kitchenqb: i tuoi complimenti valgono doppio! Grazie.
Interassantissima marmellata...io ho iniziato a farle quest'anno e mi stanno appassionanado molto! Tra le tue ricette ho provato le braciolette sul pane ed il rebel rebel tabulét e sono venuti entrambe fantastici!!! Grazie, un saluto Lys
RispondiEliminaA me piacciono l'autunno e l'inverno (e normalmente dicono, per essere soft, che non sto bene....) anche perché adoro the, tisane e infusi che nomino genericamente "brode"
RispondiEliminaPoi sono una persona molto curiosa e non conosco gli scones
Poi ho a casa un sacco di sassi....... (anche io come te frequentemente amo togliermi quelli più piccoli dalle scarpe)......
@Lys: ma che bello sapere che qualcuno fa le mie ricette! Ho dato un rapido sguardo al tuo blog che mi sembra delizioso, poi ti prometto che me lo leggo con calma ben bene perché mi ha colpito molto (ho una lunga storia familiare legata a Maratea). Grazie a te e un bacio
RispondiElimina@Anna: tu sai benissimo che anch'io, essendo una napoletana anomala con ascendenze nordicissime, mi trovo a mio agio solo quando c'è il freddo. Quando mi inviti a casa tua per farmi dono dei sassi?
Il mio blog ringrazia per il complimento e arrossisce un po' ... Spero di provare presto anche il tuo Pispili, mi incuriosisce molto, a presto=) Lys
RispondiEliminaio e adriana in questo momento ci siamo riprese dalle risate prodotte dalla lettura del tuo blog. non credo che farò mai una marmellata vista la tua esperienza e la mia poca pazienza. come soluzione catartica mi accontenterò di friggere quintali di melanzane,degno compito della donna padella.
RispondiEliminaserena e adriana
p.s. sei grande! da adri
@Serena e Adriana: con tutto il rispetto per gli altri lettori, i complimenti della mia amata signorina Bobobò sono i più graditi :-)
RispondiEliminaBrava Benedetta !Fino ad ora mi ero limitato a costruirmi una solida reputazione tra gli amici,realizzando decine di cotognate che di solito regalo nel periodo natalizio.Mi hai solleticato con le tue rose rugose.Dalle mie parti non mancano.Ti rivelo un mio trucco:non uso il passalegumi ma un frullatore ad immersione direttamente in pentola.Non occorre infatti eliminare nulla avendo già tolto dai frutti buccia e semi, prima della cottura.
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