Confesso che avendo molto amato Il romanzo di Mildred (e con lui una caterva di mélo americani che ho guardato avidamente durante l'adolescenza; giusto per fare qualche titolo: Come le foglie, Lo specchio della vita, Femmina folle...), ho accolto la notizia che l'HBO volesse farne una miniserie con un certo scetticismo. Per carità, io nutro una venerazione per l'HBO che sicuramente, a partire dagli anni novanta, ha prodotto i serial più interessanti e innovativi (Sex & the City, i Soprano, The Wire, Oz, Six Feet Under... e ancora In Treatment, Boardwalk Empire), ma guai a chi mi tocca le icone assolute. Insomma, per capirci, se qualcuno dovesse mai avere l'insana idea di fare un film tratto da Cent'anni di solitudine, andrei di sicuro a sabotare il set.
Con questi presupposti, la primavera scorsa mi sono accinta alla visione della Mildred Pierce HBO, ma mi sono dovuta ricredere fin dai titoli di testa, meravigliosi nella loro austerità, disegnati da Marlene McCarty in stile anni '30. Contrariamente al film di Curtiz, la miniserie diretta da Todd Haynes (che ne ha firmato anche la sceneggiatura con Jon Raymond e Jonathan Raymond, e aveva già dato prova di saperci fare col mélo quando diresse Lontano dal paradiso) è più fedele al romanzo di J. M. Cain sia nell'epilogo che nel suo svolgimento lineare. Infatti mentre il film comincia dalla fine della storia per poi raccontarla tutta in flashback con toni decisamente noir, la miniserie parte proprio dal momento in cui, già nel pieno della grande depressione e quindi ormai quasi sul lastrico, Mildred mette alla porta il marito che la tradisce.
Per farvi capire quanto ho amato questa miniserie, vi basterà sapere che vista la prima puntata ho voluto subito vedere la seconda, e poi la terza, e poi la quarta... insomma, non mi sono data pace fin quando non l'ho finita. Mildred, splendidamente interpretata da una Kate Winslet che con gli anni diventa sempre più brava e bella (beata lei), è una donna di quelle che piacciono a me. Intraprendente, impavida, volitiva, tenace al limite dell'ostinazione. Le avversità non la abbattono, il dolore la fa diventare più forte, l'orgoglio la spinge a non mostrarsi mai vinta, anche quando lo è. Tutte queste caratteristiche, che rendevano algida e distaccata Joan Crawford (l'indimenticabile Mildred Pierce di Curtiz, ruolo per cui vinse l'oscar), ci vengono invece restituite dalla Winslet con un retrogusto dolente che fa della sua Mildred una creatura decisamente più umana, con cui è molto più facile empatizzare.
Sebbene il ritmo della narrazione sia un po' lento (e questa, insieme all'interpretazione del da me detestato Guy Pierce, è l'unica pecca che abbia trovato in questa miniserie), le scenografie, i costumi, il casting, le musiche, la fotografia, sono così accurati da far dimenticare ogni lungaggine. Inevitabilmente, ammaliati da tutto il contesto, ci si appassiona all'epopea di questa donna e io, pur sapendo perfettamente dove si stava andando a parare, facevo quasi il tifo per Mildred sperando che la sua ostinazione - grande forza propulsiva ma anche terribile punto debole - non le fosse fatale.
A questo punto mi fermo, non dirò di più, perché Mildred Pierce andrà in onda a ottobre su Sky cinema e non voglio rovinare a nessuno il piacere di assaporarne ogni singolo fotogramma (fra l'altro sono sicura che domani sera - avendo ben 21 candidature - la miniserie si porterà a casa un bel po' di Emmy). Una cosa però posso anticiparvela, anche perché credo sia nota ai più. Mildred riesce a far fortuna e a cambiare la propria vita cucinando (come vorrei poterlo fare anch'io!) ed è proprio con lei che prepara torte, che comincia la miniserie. Una meravigliosa sequenza d'apertura giocata su un doppio fuoco, che è una goduria per gli occhi, non solo per le ricette, ma anche per gli arredi e gli utensili d'epoca che qualsiasi cuochessa romantica e nostalgica come me, vorrebbe portarsi a casa.
In omaggio a Mildred, oggi si prepara quindi una torta, e più precisamente la Lemon Meringue Pie che lei - ve ne accorgerete anche voi sebbene non la si nomini mai - confeziona fra gli altri dolci nella sequenza d'apertura. Speriamo di essere all'altezza!
LEMON MERINGUE PIE
(nella fantastica versione di Angela Nilsen)
Per la base:
175 g di farina
100 g di burro ben freddo tagliato in piccoli pezzi
1 cucchiaio di zucchero a velo
1 cucchiaio di acqua fredda
1 tuorlo (conservate l'albume per la meringa)
Per la crema di limone:
100 g di zucchero semolato
2 cucchiai rasi di maizena
la buccia grattugiata di due limoni
125 ml di succo di limone
il succo di un'arancia più tanta acqua quanta è necessaria a raggiungere 200 ml
85 g di burro
3 tuorli (come prima, conservate gli albumi per la meringa)
1 uovo intero
Per la meringa
4 albumi
200 g di zucchero semolato
2 cucchiai di maizena
Mettetevi una bel grembiule, rimboccatevi le maniche e avviate la pasta per la base fregandovene bellamente della filologia e ricordandovi che siamo pur sempre nel terzo millennio, ovvero: mettete tutto nel mixer che azionerete a intermittenza fin quando non si sarà formato un composto compatto. Stendete poi con il mattarello l'impasto ottenuto su un bel foglio di cartaforno (sempre per essere pratici) e rivestite una teglia che abbia 23cm di diametro e 2,5 di altezza, molto, moltissimo meglio se è con il fondo removibile. Bucherellate la base con una forchetta e mettetela in frigo a riposare per almeno 30 minuti.
Nel frattempo preriscaldate il forno a 200° e avviate la crema al limone (che poi altro non è che un lemon curd), mescolando in una pentola dal fondo spesso la buccia di limone grattugiata, la maizena e lo zucchero, per poi diluirli a poco a poco con il succo di limone e la mistura di succo d'arancia e acqua. Spostatevi sul fuoco e, mescolando di continuo con una frusta, cuocete fin quando la crema non diventerà densa e liscia. A questo punto tirate via dal fuoco e, sempre mescolando con la frusta, aggiungete il burro a pezzetti. Quando il burro sarà sciolto e perfettamente amalgamato, aggiungete i tre tuorli e l'uovo, sbattuti insieme. Mescolate vigorosamente e riprendete la cottura - sempre mescolando, guai a smettere! - fin quando la crema si sarà nuovamente addensata.
Mettete da parte la crema, infornate la base ricoperta di carta forno e fagioli secchi per 20 minuti (poi sbarazzatevi della carta e dei fagioli e continuate la cottura della base ancora per 5 o 10 minuti, insomma fin quando non è ben dorata) e intanto avviate la meringa. Anche in questo caso, che non vi punga vaghezza di farla a mano! Attrezzatevi con fruste elettriche e montate gli albumi unendovi prima la maizena setacciata e poi lo zucchero a cucchiaiate. Continuate a montare fin quando non avrete ottenuto una meringa morbida e lucente.
Abbassate la temperatura del forno a 180°, sfornate la base, riempitela con la crema al limone, ricoprite artisticamente il tutto con la meringa e rimettete in forno per venti minuti. Sfornate, ammirate, aspettate almeno mezz'ora prima di sformare e almeno 2 ore prima di affettare.
Consumate in giornata (ma non credo proprio sia un problema).
Per farvi capire quanto ho amato questa miniserie, vi basterà sapere che vista la prima puntata ho voluto subito vedere la seconda, e poi la terza, e poi la quarta... insomma, non mi sono data pace fin quando non l'ho finita. Mildred, splendidamente interpretata da una Kate Winslet che con gli anni diventa sempre più brava e bella (beata lei), è una donna di quelle che piacciono a me. Intraprendente, impavida, volitiva, tenace al limite dell'ostinazione. Le avversità non la abbattono, il dolore la fa diventare più forte, l'orgoglio la spinge a non mostrarsi mai vinta, anche quando lo è. Tutte queste caratteristiche, che rendevano algida e distaccata Joan Crawford (l'indimenticabile Mildred Pierce di Curtiz, ruolo per cui vinse l'oscar), ci vengono invece restituite dalla Winslet con un retrogusto dolente che fa della sua Mildred una creatura decisamente più umana, con cui è molto più facile empatizzare.
Sebbene il ritmo della narrazione sia un po' lento (e questa, insieme all'interpretazione del da me detestato Guy Pierce, è l'unica pecca che abbia trovato in questa miniserie), le scenografie, i costumi, il casting, le musiche, la fotografia, sono così accurati da far dimenticare ogni lungaggine. Inevitabilmente, ammaliati da tutto il contesto, ci si appassiona all'epopea di questa donna e io, pur sapendo perfettamente dove si stava andando a parare, facevo quasi il tifo per Mildred sperando che la sua ostinazione - grande forza propulsiva ma anche terribile punto debole - non le fosse fatale.
A questo punto mi fermo, non dirò di più, perché Mildred Pierce andrà in onda a ottobre su Sky cinema e non voglio rovinare a nessuno il piacere di assaporarne ogni singolo fotogramma (fra l'altro sono sicura che domani sera - avendo ben 21 candidature - la miniserie si porterà a casa un bel po' di Emmy). Una cosa però posso anticiparvela, anche perché credo sia nota ai più. Mildred riesce a far fortuna e a cambiare la propria vita cucinando (come vorrei poterlo fare anch'io!) ed è proprio con lei che prepara torte, che comincia la miniserie. Una meravigliosa sequenza d'apertura giocata su un doppio fuoco, che è una goduria per gli occhi, non solo per le ricette, ma anche per gli arredi e gli utensili d'epoca che qualsiasi cuochessa romantica e nostalgica come me, vorrebbe portarsi a casa.
In omaggio a Mildred, oggi si prepara quindi una torta, e più precisamente la Lemon Meringue Pie che lei - ve ne accorgerete anche voi sebbene non la si nomini mai - confeziona fra gli altri dolci nella sequenza d'apertura. Speriamo di essere all'altezza!
LEMON MERINGUE PIE
(nella fantastica versione di Angela Nilsen)
Per la base:
175 g di farina
100 g di burro ben freddo tagliato in piccoli pezzi
1 cucchiaio di zucchero a velo
1 cucchiaio di acqua fredda
1 tuorlo (conservate l'albume per la meringa)
Per la crema di limone:
100 g di zucchero semolato
2 cucchiai rasi di maizena
la buccia grattugiata di due limoni
125 ml di succo di limone
il succo di un'arancia più tanta acqua quanta è necessaria a raggiungere 200 ml
85 g di burro
3 tuorli (come prima, conservate gli albumi per la meringa)
1 uovo intero
Per la meringa
4 albumi
200 g di zucchero semolato
2 cucchiai di maizena
Mettetevi una bel grembiule, rimboccatevi le maniche e avviate la pasta per la base fregandovene bellamente della filologia e ricordandovi che siamo pur sempre nel terzo millennio, ovvero: mettete tutto nel mixer che azionerete a intermittenza fin quando non si sarà formato un composto compatto. Stendete poi con il mattarello l'impasto ottenuto su un bel foglio di cartaforno (sempre per essere pratici) e rivestite una teglia che abbia 23cm di diametro e 2,5 di altezza, molto, moltissimo meglio se è con il fondo removibile. Bucherellate la base con una forchetta e mettetela in frigo a riposare per almeno 30 minuti.
Nel frattempo preriscaldate il forno a 200° e avviate la crema al limone (che poi altro non è che un lemon curd), mescolando in una pentola dal fondo spesso la buccia di limone grattugiata, la maizena e lo zucchero, per poi diluirli a poco a poco con il succo di limone e la mistura di succo d'arancia e acqua. Spostatevi sul fuoco e, mescolando di continuo con una frusta, cuocete fin quando la crema non diventerà densa e liscia. A questo punto tirate via dal fuoco e, sempre mescolando con la frusta, aggiungete il burro a pezzetti. Quando il burro sarà sciolto e perfettamente amalgamato, aggiungete i tre tuorli e l'uovo, sbattuti insieme. Mescolate vigorosamente e riprendete la cottura - sempre mescolando, guai a smettere! - fin quando la crema si sarà nuovamente addensata.
Mettete da parte la crema, infornate la base ricoperta di carta forno e fagioli secchi per 20 minuti (poi sbarazzatevi della carta e dei fagioli e continuate la cottura della base ancora per 5 o 10 minuti, insomma fin quando non è ben dorata) e intanto avviate la meringa. Anche in questo caso, che non vi punga vaghezza di farla a mano! Attrezzatevi con fruste elettriche e montate gli albumi unendovi prima la maizena setacciata e poi lo zucchero a cucchiaiate. Continuate a montare fin quando non avrete ottenuto una meringa morbida e lucente.
Abbassate la temperatura del forno a 180°, sfornate la base, riempitela con la crema al limone, ricoprite artisticamente il tutto con la meringa e rimettete in forno per venti minuti. Sfornate, ammirate, aspettate almeno mezz'ora prima di sformare e almeno 2 ore prima di affettare.
Consumate in giornata (ma non credo proprio sia un problema).
benny sei fantastica.
RispondiElimina@Superfirpo: anche tu.
RispondiEliminache acquolina......
RispondiEliminame la fai al ritorno????
baciiiiii
carla
Fantastico tutto, il racconto e la torta!
RispondiEliminaChe meraviglia...!!!!
RispondiEliminaFiore
@Carla: dichiaro ufficialmente che rifarò questa torta (che ieri sera è stata divorata durante una cena in terrazza) solo quando avrò comprato una teglia di diametro 23cm con FONDO REMOVIBILE. Ma poi, ricordo male o a te la meringa non piace? Comunque lo sai che per te farei qualunque cosa :-)
RispondiElimina@Barbara: grazie e benvenuta, panificatrice folle!
@Fiore: che meraviglia! ;-)
Jane Linch ti aspetta per consegnarti il "movie&TV cooking" Emmy Award....one nomination e one winner: TU, the best!!!
RispondiElimina@Anna: tu mi vizi. Che dire, ti ricambierò presto con una NY cheesecake (che, oltre che il tuo, è anche il mio dolce preferito. Sigh! La migliore che abbia mai gustato, la mangiai al ristorante del World Trade Center nel 1991).
RispondiElimina....Il più grande dispiacere della serata trascorsa assieme, è di aver visto quel capolavoro di torta appena sfornato e non averlo mangiato!!! Ti prego, rifalla non appena sarò libera dal giogo della famelica dieta Benin Darfur!
RispondiElimina@Anonimo: Non ci posso credere! Finalmente ti sei decisa a dare una sbirciata al mio blog! Quando sarà il momento, tu ordina, e io cucinerò prontamente tutto quello che vuoi.
RispondiEliminaChe bel racconto..e la meringa poi.
RispondiElimina"punga vaghezza" saranno due parole, di certo nate per vivere accanto :)
Massimo M.
Cara Benedetta sai quanto io ami Il Romanzo di Mildred, uno dei miei film preferiti insieme a Donne di Cukor, e quanto io veneri Joan Crawford. Sono feliche che nella miniserie Mildred abbia il volto di Kate Winslet, bellissima e brava e non vedo l'ora di vederlo, anche se l'espressione dura e la mascella serrata di Joan sarà difficile per me rimpiazzarla con il viso dolce della Winslet, detto questo sappi che adoro come ti butti in qualsiasi impresa culinaria. Non amo nemmeno io le merinche ma questa torta fatta da te mi fa venire voglia di prendere il treno...me la prepari?
RispondiElimina@Circe: magari te la porto a Milano se riesco a venire all'inaugurazione della tua mostra ;-)
RispondiElimina@Massimo: non sai quanto mi fa piacere sapere che mi leggi!
RispondiEliminaVisto "Sandokan" ed "Orzowei"... letto "La fattoria degli animali" e "Zanna Bianca"... cresciuto nel mito di Alfred Delvecchio di Happy Days... Si meriterà mai cotanta bontà, nonostante le lacune, il modesto researcher?
RispondiEliminaAlla buona blogger l'ardua sentenza...
@Ginuzz: in alto i nostri cuori, sono rivolti al researcher!
RispondiEliminanon so se mi ispira più la torta o la miniserie.. mi piace proprio questo post sìssì..
RispondiElimina@Mara: a te che sei filo britannica come me, consiglio un'altra serie che mi ha fatto impazzire: Downton Abbey. La storia di una famiglia aristocratica con problemi di successione e della loro servitù, ambientata all'inizio del ventesimo secolo (la serie comincia con la consegna di un telegramma che annuncia il naufragio del Titanic). Alla fine ha vinto più Emmys di Mildred Pierce e probabilmente li meritava. Ieri è cominciata la seconda stagione e io non sto nella pella all'idea di vedere il primo episodio.
RispondiEliminasono un ignorante, non conoscevo il romanzo di Cain, provo a provi rimedio :)
RispondiEliminaottima la tua pie, adoro la meringa!
buona settimana!
ma grazie! mi segno subito il titolo.. se hai altre perle da suggerire ben volentieri eh!! per la gioia di mio marito : ) (anche se il petalo cremisi e bianco alla fin fine è piaciuto anche a lui, a proposito sarà che il libro mi era piaciuto molto ma ho trovato la miniserie proprio ben fatta e recitata.
RispondiEliminaLa prima e unica volta che ho fatto delle meringhe mi sono venute benissimo. Ma ho la vaga sensazione che si sia trattato del caro e famoso culo del principiante. Per questo, per non disilludermi di esserci riuscita e di essere quindi tranquillamente in grado di farle, non ci ho mai riprovato. Devo dire che la tua torta però mi stuzzica alquanto...
RispondiElimina@Mara: :-) già sai.
RispondiElimina@Nerodiseppia: Io sono una convinta sostenitrice del metodo Bressanini e, seguendo le sue indicazioni, ho sempre ottenuto meringhe perfette. Nel caso di questa torta però è tutto più semplice perché tutte le regole legate alla cottura delle meringhe si sovvertono (temperatura sostenuta invece di temperatura bassa, cottura breve invece di cottura luuuunga, colore bruno invece dell'abituale candore). Il risultato finale deve essere una crosta friabile che nasconde un cuore ancora morbido (quindi niente a che fare con la vera meringa), una specie di crema insomma, che con la sua disarmante dolcezza crea un piacevole contrasto con l'asprigno del lemon curd. Vai liscia, non puoi sbagliare!
Il tuo modo di elencare gli ingredienti, persino quello, e' quanto di piu' lontano dalla noia e dalla routine. E' bello leggerti !
RispondiElimina@fedeccino: hai addolcito la mia domenica mattina. Grazie!
RispondiEliminache spettacolo!!!!!!!!!!
RispondiElimina